L'idea di un arbitro: il Subbuteo apre alla pallanuoto

L'idea di un arbitro: il Subbuteo apre alla pallanuoto
Lunedì 13 Aprile 2020, 19:07 - Ultimo agg. 19:09
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Una piscina in miniatura, palline
di legno galleggianti, calottine personalizzate e una cannuccia
a giocatore per spingere la palla in rete a fil di acqua: dalla
quarantena nasce l'idea di un Subbuteo della pallanuoto. A
inventarlo, come rivelato nei giorni scorsi dal Secolo XIX, è
stato Daniele Bianco, arbitro internazionale della disciplina,
che così tiene in allenamento l'occhio da direttore di gara
oltre a trascorrere divertendosi in famiglia il tempo
dell'isolamento
Dalle vere sfide in vasca, a quelle riprodotte in miniatura
nella sua abitazione di Rapallo dove ogni giorno gioca a bordo
bacinella con tutta la famiglia. Una vera e propria squadra,
formata oltre che da Daniele e da sua moglie Lorella (ex
pallanuotista), dai loro tre figli: Elisa (16 anni), Lara (11) e
Simone (8), tutti giovani pallanuotisti.
«Ho visto un mio amico di Singapore che su Facebook giocava a
una cosa simile e io, da amante del Subbuteo, l'ho decorata di
più, facendo le porte, le righe del campo di pallanuoto, e tutte
le rifiniture del caso», spiega Bianco all'Ansa. Ha costruito in
una bacinella un campo con le porte, il cestello dove mettere la
pallina a inizio di ogni tempo: «Lo scopo è quello di spingere
il pallone dentro la rete avversaria soffiando sulla pallina che
galleggia nell'acqua», precisa.
«La palla l'avevamo già perché mia moglie aveva palline per
le bamboline di legno che galleggiano - aggiunge - Sono partite
veloci, bisogna soffiare con le cannucce, abbiamo fatto anche
dei video ricordo. Il primo che arriva a tre vince. Si contano i
gol, sono regole molto semplici». Ma fondamentali per far
passare il tempo ai propri figli: «Sì perché le ore sugli
schermi video per scuola sono parecchie, quindi questo è un
sistema diverso che li aiuta a liberarsi dal digitale. Ora mi
sto ricostruendo una piscina con del polistirolo fasciato con la
plastica. Facciamo tutto».
Si gioca, ma dentro c'è tutta la serietà dell'arbitro Bianco:
«Poche regole ma ferree: la cannuccia non può toccare la
pallina. E poi non si può schizzare in faccia all'avversario o
spostare la porta. Per adesso sono io l'imbattuto, ma sono anche
quello che protesta di più…», ammette ridendo. «Riprendiamo le
partite con il telefono e poi con una App montiamo i video. Una
volta siamo dovuti anche ricorrere alla Var per capire se era
gol o non gol. La verità è che la pallanuoto manca a tutta la
famiglia».
Un gioco sempre più raffinato, con tanto di calottine delle
squadre personalizzate: «Le partite che vorrei replicare? Beh,
facile: Italia-Spagna a Barcellona '92 e quella dell'oro
femminile contro la Grecia ad Atene 2004».
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