Viaggi, cosa non sarà più come prima dopo la pandemia

Viaggi nell'era post Covid, le tendenze e i cambiamenti apportati dalla pandemia
Viaggi nell'era post Covid, le tendenze e i cambiamenti apportati dalla pandemia
Giovedì 1 Aprile 2021, 18:25 - Ultimo agg. 2 Aprile, 10:17
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La pandemia da Covid-19 ha sconvolto, talvolta drasticamente, le nostre abitudini e la nostra percezione della realtà. Ci ha privato della vicinanza da ciò che conosciamo e negato la possibilità di conoscere ciò che ci è lontano. Eppure, nonostante le restrizioni e i pericoli, la voglia di viaggiare non ha mai abbandonato quanti trovavano nel viaggio un irrinunciabile momento della propria esistenza. E in molti vedono nella fine della pandemia una luce per tornare a conoscere il mondo e muoversi attraverso esso . Quello che è certo, però, è che tale ritorno non potrà che essere segnato, come noi del resto, dall'indimenticabile esperienza epidemiologica e così i nostri modi di fare, di muoverci, di scoprire e di relazionarci durante il viaggio saranno diversi. Ma quali le nuove tendenze e i cambiamenti irreversibili che caratterizzeranno i viaggi post-Covid?

Meno viaggi in città

Secondo il Wall Street Journal la paura del sovraffollamento e la vicinanza ad estranei causeranno una deviazione verso destinazioni meno conosciute: assisteremo ad un abbandono delle capitali europee, solitamente più gettonate, a favore di un più spiccato interesse dei viaggiatori per città con minore frequentazione e densità demografica ma con un'altrettanto forte offerta culturale. Quotate per le prossime stagioni ad esempio città come Lione e Amburgo.

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Mezzi sostenibili

La pandemia ha visto un significativo incremento nell'utilizzo di mezzi sostenibili, un'abitudine che i viaggiatori porteranno con sè nelle proprie avventure.

Un effetto di questo fenomeno sulle città è stata l'esplosione delle biciclette e delle infrastrutture ciclabili in Europa. È stato speso oltre 1 miliardo di euro e sono stati istituiti 1.400 km di corsie, con Francia, Italia, Finlandia e Regno Unito in testa. Anche le auto elettriche sembrerebbero costituire un valida opzione di trasporto di viaggio in epoca post-Covid. Compagnie di viaggi come la Regent Holidays o l'agenzia di noleggio vacanze gallese Quality Cottages stanno avviando nuove opzioni fly-drive che utilizzano solo auto elettriche nei propri pacchetti.

Verso terre sconosciute

La pandemia ha alimentato una tendenza già esistente verso vacanze più attive. Nella lista dei desideri dei viaggiatori nel post-coronavirus, ci saranno terre quasi sconosciute e poco battute come l'Alaska o lo stato americano del Montana, secondo Erin Francis-Cummings, capo di Destination Analysts. Cresciuto inoltre anche il desiderio di conoscere culture molto diverse dalla propria, assaggiare cibi del posto e conoscere meglio lingue e abitudini locali.

 

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La possibilità di viaggiare nelle vicinanze

D'altro canto però, in apparente contraddizione, assistiamo ad una generale presa di coscienza che il tipo di avventura associata a destinazioni lontane può essere vissuta anche più vicino a casa e ad un costo molto minore. Le aziende sembrerebbero già aver preso consapevolezza di tale tendenza, puntando a valorizzare mete vicine per i clienti con budget minori.

I viaggi virtuali

Il viaggio virtuale pre-pandemia era visto come una sorta di espediente per offrire un semplice riproduzione alla realtà. In molti però hanno intravisto nell'ultimo anno un grande potenziale in questo tipo di esperienza, grazie anche alla continua evoluzione delle tecnologie a disposizione. Nei viaggi virtuali il grande potenziale è soprattutto quello della promozione di un luogo o un sito turistico. Grandi gli investimenti in merito da parte delle compagnie del settore che stanno espandendo sempre più la propria gamma di destinazioni virtuali. I musei di tutto il mondo hanno collaborato con Google per produrre tour virtuali sempre più sofisticati delle loro collezioni, mentre anche i parchi nazionali come lo Yosemite stanno producendo esperienze virtuali impressionanti. 

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Nessun biglietto cartaceo

Nel viaggio post-pandemia il biglietto cartaceo sarà un mero ricordo del passato, grazie all'incremento nell'uso di smartphone, codice Qr e persino tecnologie biometriche di riconoscimento. Il contatto con gli altri o con le superfici sarà ridotto drasticamente. In aereoporto gli spostamenti diventeranno ancora più touchless grazie all’arrivo di nuove macchine con tec-nologia TAC per il controllo dei bagagli a mano in sostituzione a quelle X-Ray: non si dovrà più aprire il bagaglio per estrarre liquidi, creme, PC e iPad ai controlli di sicurezza. 

Attenzione all' igiene

L'attenzione all'igiene, acquisita con la pandemia, rimarrà nelle nostre abitudini di viaggio. Secondo Christopher Schaberg, autore di libri specializzati sul settore aeroportuale, le persone che hanno paura di virus e germi potranno avere persino la possibilità di pagare un extra per accedere alla "classe igiene", una classe di fascia alta che fornirà uno standard di pulizia più elevato. In questa categoria, oltre ai filtri aria comuni all'intero dispositivo che bloccano germi e altro sporco, i sedili saranno più disinfettati e verranno proposti spray profumati.

Robot da stanza

La pulizia sarà anche un elemento decisivo nella scelta del proprio alloggio. Secondo quanto afferma il professor Stephani Robson della Cornell School of Hotel Administration una grande svolta in tal senso sarà quella dell'applicazione dell'intelligenza artificiale. Tutto ciò che è difficile da pulire in una camera da letto dell'era post-pandemia sarà trattato da robot, presenti ma discreti, pronti ad igienizzare senza il rischio dell'errore e della distrazione umana.

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Scomparsa dei viaggi professionali

Infine la pandemia avrà cambiato anche il mondo dei viaggi professionali. Con la grande diffusioni dello smart working e delle riunioni in videoconferenza, gli operatori del settore viaggi specializzati nel mondo business, temono la scomparsa dei viaggi di lavoro. Per tali aziende il ritorno in azione del viaggiatore d'affari è fondamentale. Secondo la società di consulenza McKinsey, il viaggiatore d'affari rappresenta tra il 55 e il 75% dei ricavi delle principali compagnie aeree e solo il 10% dei loro passeggeri. Solo le compagnie aeree ultra low cost, come Ryanair, dipendono meno da questi generosi viaggiatori. Un ritorno, anche il loro, fortemente auspicato dal mondo dei viaggi, colpito duramente dalla pandemia ma pronto a ripartire, sebbene diverso, molto più forte di prima.

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