Vino, se arriva la pioggia l'annata sarà eccezionale

Vino, se arriva la pioggia l'annata sarà eccezionale
di Luciano Pignataro
Lunedì 16 Agosto 2021, 08:16 - Ultimo agg. 18:26
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Sino all'arrivo di Lucifero, la vendemmia 2021 vedeva l'Italia spaccata letteralmente in due come da tempo non succedeva: al Nord piogge e grandine stanno mettendo in difficoltà soprattutto Piemonte e Veneto, al Sud invece il gran caldo e le scarse piogge hanno messo sotto stress le viti. «Ma attenzione - ammonisce Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi Italia - fare oggi delle previsioni significa fare previsioni astrologiche, infatti ci siamo riservati di dare un primo quadro della vendemmia il 3 settembre in una conferenza stampa assieme al ministro Stefano Patuanelli».

Nel frattempo, notizie negative, almeno dal punto di vista della quantità, arrivano dalla Francia: dove si prevede un calo del 24%-30% nel 2021. Una vendemmia che si pone cioè ad un livello «storicamente basso», in particolare, a causa delle severe gelate della primavera secondo quanto annunciato dal ministero dell'Agricoltura di Parigi. A colpire la produzione, che dovrebbe situarsi tra 32,6 e 35,6 milioni di ettolitri, anche alcune malattie legate alle vigne. In generale, possiamo dire che la primavera abbastanza fresca e le gelate hanno ritardato la raccolta di un paio di settimane rispetto al 2020, ma è presto per qualsiasi previsione qualitativa anche se sicuramente la produzione italiana sarà superiore a quella francese.

In Franciacorta, per esempio, nonostante la stima corretta dei danni sia da quantificare nelle prossime settimane, i grappoli sani godono di un buono stato vegetativo, proprio grazie alle ultime piogge, che hanno riequilibrato il regime idrico. Fortunatamente il fronte lombardo del lago di Garda è stato risparmiato sia dalle gelate tardive che dagli eventi meteo estremi che si sono abbattuti a fine luglio sulla sponda veronese. Secondo Assoenologi, in Campania da maggio si sono assestate temperature appena più alte della media, con assenza prolungata di piogge, limitando lo sviluppo di malattie e consentendo una buona fioritura e allegagione. Il rapido passaggio alla fase di pre-chiusura del grappolo, che presentava molti residui fiorali, ha determinato lo sviluppo di grappoli tendenzialmente più spargoli. Con le piogge di metà di luglio accompagnate da un abbassamento delle temperature, si conferma anche qui al momento un ritardo di 7-10 giorni sulle fasi fenologiche della vite. In linea generale le condizioni climatiche hanno consentito una gestione dei vigneti senza particolari problemi.



Il Global Warming sta sicuramente incidendo sulle vendemmie, ma non deve essere visto necessariamente in modo negativo. «Non abbiamo mai avuto tante vendemmie buone come negli ultimi decenni.

Adesso in una decade - dice Cotarella - contiamo le annate cattive, prima del 2000 quelle buone». Il caldo infatti favorisce la maturazione delle uve in collina dove da sempre è allocata la viticultura di qualità rendendo tutto più facili. Uva tardive come l'Aglianico, per esempio, hanno espresso il meglio proprio in annate calde come la 2003, la 2007, la 2011 e nella siccitosa 2017. Già, perché il problema non è costituito dal caldo, ma dall'acqua. Quest'anno le piogge sono state abbondanti sino ad aprile e i terreni hanno potuto creare una riserva idrica che ha portato agevolmente le piante sino alla metà di luglio. La successiva rinfrescata è stata utile.

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Ma, avvisano gli enologi, la partita vera si gioca nelle prossime settimane che si spera siano calde ma con qualche pioggia in modo da consentire alla pianta di esprimere al meglio il proprio ciclo vegetativo senza troppo stress. Vedremo insomma come si uscirà da questa nuova bolla di calore africana: dove è possibile, in alcune aree del Paese gli agricoltori sono già ricorsi alle irrigazioni supplementari per salvare le coltivazioni più in sofferenza mentre nelle situazioni più gravi, come in Calabria, la Coldiretti chiede alla Regione di iniziare a verificare se ricorrono le condizioni per la dichiarazione della calamità, in particolare in alcune aree.

Una situazione, secondo l'associazione, che fa salire ben oltre il miliardo il conto dei danni provocati nel 2021 all'agricoltura italiana dagli eventi estremi. Nel 2021 per effetto dei cambiamenti climatici le produzioni nazionali hanno subito tagli che vanno dal 5 al 10% per le previsioni di vendemmia e al 10% per il grano, mentre è praticamente dimezzata la frutta nazionale con cali del 30% per le ciliegie, del 40% per le pesche e nettarine fino al 50% per le albicocche, rispetto ad una annata normale. In compenso, la qualità della frutta è eccezionale.

Vedremo per l'uva come andrà a finire: una pioggia ad agosto ci regalerà una grande vendemmia, ma se continua per due settimane questo caldo bisognerà ricorrere ad interventi straordinari.
 

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