Voti comprati, denunce e rabbia:
bastano venti euro o una granita

Voti comprati, denunce e rabbia: bastano venti euro o una granita
di Paolo Barbuto
Lunedì 6 Giugno 2016, 07:07 - Ultimo agg. 19:50
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La domenica elettorale diventa giornata delle denunce: è un «tutti contro tutti» nel quale ogni parte politica in gioco accusa l’avversaria. Ma quali sono le denunce? Al Pallonetto di Santa Lucia una preferenza si vende a venti euro; a Secondigliano gruppi di persone prelevano gli elettori all’esterno dei seggi e li accompagnano fino alla cabina elettorale per verificare il voto; a Pianura un candidato aspetta le persone all’esterno della scuola e offre la granita a chi dice di aver scritto il suo nome sulla scheda.

Ogni segnalazione viene accompagnata da una telefonata al 113, interviene la polizia che invia volanti, ma subito si avvicinano anche gli agenti della Digos rimasti a sorvegliare discretamente le scuole del voto: i capannelli vengono smembrati, le persone vengono identificate ma non c’è nessun arresto e nessun fermo ufficiale perché nessuno viene colto in flagrante. C’è solo la voce del popolo, e anche quella dei social, che racconta quel che accade.

Capita a una giovane rappresentante del Movimento 5 Stelle che si trova dentro l’istituto Casanova a Piazza Cavour e nota un movimento di «santini elettorali» all’interno della scuola. Interviene, chiede che quella roba venga messa via perché è vietato fare campagna elettorale nel giorno del voto: riceve minacce che racconta in un video pubblicato dal Mattino.it «Mi hanno detto: fatti i fatti tuoi, anche se sei una donna non ci importa, ti gettiamo dalle scale e a stasera non ci arrivi». La ragazza s’è ribellata, ha urlato ed è stata soccorsa dai rappresentanti di altre liste e anche dalla polizia.

Al Vomero, invece, il record della prima fotografia alla scheda. L’ha segnalata il presidente della sezione 358 all’interno della scuola Belvedere che ha sentito il rumore della macchina fotografica di un cellulare e ha allertato gli agenti all’interno del plesso scolastico segnalando l’evento. La foto l’aveva scattata una giovane donna del quartiere. Nel corso della giornata i «fotografi» di schede sono cresciuti a dismisura, tutti segnalati quelli che si sono fatti scoprire. 

Compravendita del voto segnalata alla scuola Palizzi del Pallonetto di Santa Lucia: la polizia è intervenuta allontanando un gruppo di persone. Clamorosa la denuncia dei ragazzi di «controllo popolare» che hanno spiegato di essere stati avvicinati a Pianura alcuni elettori che chiedevano quanto pagava la loro lista per un voto.

A metà giornata Lettieri ha denunciato la campagna elettorale di ex assessori della Giunta De Magistris nei pressi dei seggi facendo riferimento esplicito alla Clemente e a Fucito: immediata la replica della Clemente «Ero al seggio perché andavo a votare...». 

Ma la giornata è stata difficile anche sul fronte organizzativo. In alcune sezioni elettorali le operazioni di voto sono iniziate in ritardo perché mancava il materiale di cancelleria, in altre sono sparite le matite speciali per il voto. Molti presidenti hanno denunciato la mancanza di schede elettorali in numero adeguato rispetto agli elettori previsti per la singola sezione.

C’è stato, poi, il caso della scheda elettorale sbagliata alla Quarta Municipalità. Di fianco al nome del candidato presidente municipale Gaetano Orefice, che si presentava con la lista «Fratelli del Popolo Italiano», è stato stampato un simbolo sbagliato, quello del «Popolo per la famiglia», lista che non appare nemmeno tra quelle ammesse al voto in quella municipalità. Il Comune ha diramato una nota spiegando l’errore e invitando i presidenti di seggio a «informare ciascun elettore del mero disguido», ad affiggere all’interno del seggio un avviso agli elettori e a «garantire senza indugio alcuno il prosieguo delle operazioni di votazione».

Protesta ufficiale anche da parte del movimento «Pensionati d’Europa». Il segretario Fortunato Sommella, ha detto di aver sporto denuncia alla Procura contro il sindaco perché all’interno dei seggi «il manifesto elettorale delle liste non viene esposto in maniera regolare», e sostenendo che su quai manifesti il simbolo del suo movimento «appare più piccolo rispetto ai 10 centimetri previsti dalla legge» e non è chiaramente visibile.

La tensione è cresciuta con il passare delle ore. Nella cabina di un seggio alla Sanità è stato scoperto un manifestino elettorale, a Pianura è stata chiesta (e ottenuta) la rimozione di striscioni elettorali piazzati esattamente di fronte a un seggio elettorale. A Chiaia è arrivata una protesta perché un vigile chiamato al controllo di seggio è anche moglie di un uomo politico: «Al Liceo Umberto - scrivono i Verdi in un comunicato - i rappresentanti di lista di De Magistris hanno contestato il fatto che il vigile distaccato al plesso, che dovrebbe intervenire per evitare brogli, è la moglie del presidente uscente della Municipalità, Fabio Chiosi, che tra l’altro è fuori i seggi in pianta stabile a sostegno della sua coalizione». 

Il Pd ha lanciato l’allarme conclusivo: «Ai seggi della zona di Cavalleggeri, a Fuorigrotta, non sono ancora arrivate le tabelle di scrutinio, mettendo in difficoltà gli scrutatori in vista dell’inizio dello spoglio», ha riferito Gianfranco Wurzburger, responsabile organizzazione del Pd di Napoli. «La lacuna è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di chi gestisce l’ufficio elettorale del Comune di Napoli».

Alla fine, però, le tabelle di scrutinio sono arrivate.

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