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Napoli e il colera: la prima pagina storica del 1973 in edicola col Mattino

Corrado Castiglionedi Corrado Castiglione
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 15 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. : 24 Febbraio, 11:04
6 Minuti di Lettura

Nella vita di una comunità il ruolo dell'informazione non può limitarsi al racconto di una cronaca più o meno fedele di quanto accade. A maggior ragione quando la comunità vive momenti drammatici di fronte ai quali occorre rispetto, prudenza, cautela, ma anche mente fredda per comprendere, per distinguere, per guardare oltre, quando l'esercizio del senso di responsabilità morale (che precede la deontologia professionale) trasfigura i media e ne fa strumento di servizio alla collettività, faro di fronte alla complessità degli avvenimenti, di fronte ai tentativi che da più versanti vengono sempre prodotti per piegare gli eventi a letture di parte, di fronte all'urgenza di supportare la comunità desiderosa, dopo i giorni bui della «peste», finalmente di rialzarsi e di riprogrammarsi.

È quanto accade a Napoli e al Mattino in quei cinquanta drammatici giorni del colera, che restano marchiati a fuoco sulla pelle della comunità: non a caso dopo quasi sessant'anni da quegli eventi in molti stadi della penisola la squadra di calcio, tra le icone più emblematiche della città, e i tifosi partenopei sono accolti ancora come colerosi. 

Venerdì 31 agosto del 1973, sono trascorse appena poche ore da quando la sera del 28 il ministero della Sanità ha diffuso una nota nella quale riferisce che dal 23 agosto nell'area di Torre del Greco e di Ercolano si sono verificati 14 casi di gastroenterite acuta probabilmente causati dal vibrione del colera. In prima pagina Il Mattino annuncia che nel breve volgere del fine-settimana, già lunedì 3 settembre, sarà a Napoli un milione di dosi di vaccino secondo quanto promesso dal ministro della Sanità Luigi Gui al presidente della giunta regionale, il dc Vittorio Cascetta. Le cronache tracciano un primo bilancio dell'infezione, con un dettagliato resoconto dei pazienti ricoverati al Cotugno e dei rispettivi comuni di provenienza. Intanto le istituzioni hanno avviato la complessa macchina della campagna della profilassi e mentre il sindaco di Napoli, il dc Gerardo De Michele, medico nonché estensore del primo piano regolatore della città, dà notizia dell'avvio della vaccinazione dei cittadini di Ercolano e Torre del Greco, ecco che la Nato offre la propria organizzazione per realizzare almeno 30mila vaccinazioni.

Le notizie glocal si intrecciano con una lettura global degli eventi. Dunque, ai lettori/cittadini si racconta del divieto in tutta la provincia della vendita e del consumo di mitili, gelati artigianali e verdure crude nei ristoranti. Si racconta dell'aspra caccia ai limoni che si è aperta in città con il conseguente balzo dei prezzi dalle 600 alle 2mila lire al chilo testimoniato anche dalle molteplici telefonate giunte ai centralini della redazione in via Chiatamone. Si racconta della sospensione di ogni attività scolastica fino al 20 settembre: se la memoria non mi inganna il bambino di dieci anni che fui rientrò in classe lunedì 5 novembre, quando il Napoli di Vinicio alla quarta di campionato aveva già battuto gli odiati bianconeri e svettava in cima alla serie A. Si racconta attraverso il dettagliato pezzo di Ciro Paglia, storica firma e indomito capocronista del Mattino, della prima linea offerta dall'assistenza medica in particolare al polo delle malattie infettive del Cotugno. Si spiega con un'ampia intervista all'epidemiologo Ferdinando De Ritis come ci si difende dall'infezione colerica. Così come il giornale più volte anche nei giorni successivi pubblicherà le norme di igiene da osservare con massimo scrupolo: «Non portare mai le mani alla bocca»... vi ricorda qualcosa? Sembra di ritrovarsi in pieno Covid. Ancora: Il Mattino darà notizie di servizio con una mappa dei centri di vaccinazione. 

Non solo glocal, scrivevo, perché intanto Il Mattino rende conto - con il giusto rilievo in prima pagina - anche del pronunciamento dell'Organizzazione mondiale della Sanità che da Ginevra rassicura: «La situazione non è pericolosa». Un'osservazione importante che a pochi giorni dal contagio aiutava la comunità a circoscrivere gli avvenimenti e dunque il pericolo. Il Mattino riporta le parole di un portavoce dell'Oms: «La popolazione italiana non ha alcun motivo di inquietarsi oltre misura. La situazione non è pericolosa, almeno in Europa» e poi ancora: «Nel caso dell'Italia non si può parlare di epidemia, ma piuttosto di un semplice focolaio».

Però fermiamoci un attimo. Il portavoce dell'Oms afferma: «La popolazione non ha alcun motivo di inquietarsi oltre misura». Ecco, qui Il Mattino nelle pagine interne, nel resoconto scrupoloso di un'altra indimenticata firma delle nostre cronache - Enzo Perez, lo zio - descrive una realtà cittadina profondamente turbata perché attraversata da motivi di sana preoccupazione che vanno a innestarsi su mali, storture e andazzi endemici. Per l'ordine pubblico è un momento delicato. A Bagnoli e a Capodichino centinaia di persone incendiano masserizie e fermano il traffico per protestare contro il mancato prelievo dei rifiuti. A San Giovanni a Teduccio i dimostranti bloccano due automezzi che stavano riversando disinfettanti nelle fogne, per impossessarsi del prodotto. Ad Ercolano le forze dell'ordine ricorrono ai lacrimogeni per evitare l'invasione di un deposito di medicinali. E se certe proteste paiono non giustificate ma almeno comprensibili per il clima di incertezza, per l'esasperazione, per l'apprensione che grava su una comunità durante un'epidemia (durante il Covid lo abbiamo sperimentato bene) ecco che altre non hanno proprio nulla a che fare con una presunta mancanza di medicinali (antibiotici e sulfamidici) o presunte disattenzioni nella raccolta dei rifiuti e nelle attività di disinfestazione da parte del Comune. Sono espressioni di uno storico malessere sociale che con il colera finisce con l'acuirsi. A Santa Lucia esplode la violenza degli allevatori di mitili contro la polizia municipale che solo ora, nel pieno dell'emergenza, si avvede che quelle colture siano del tutto abusive. Ma lo erano da tempo! Che dire poi della piazza calda dei senzalavoro che proprio in quegli anni vede aggiungersi alle folle davanti all'ufficio di collocamento come dirimpetto ai palazzi delle istituzioni nuove pletore di ambulanti abusivi e cantieristi ormai disoccupati. 

In quegli anni la protesta studentesca e la sinistra cercano di portare avanti in maniera generosa le istanze più sacrosante. Ma il fenomeno delle liste di disoccupati dilaga oltre ogni limite. E il numero dei senzalavoro non si esaurisce con l'assunzione di tanti negli enti pubblici. La città è una polveriera. Anche perché in tanti pretendono corsie preferenziali che evidentemente le istituzioni non possono concedere. Esemplificativo del clima uno sketch dei Sadici piangenti con cui il duo cabarettistico formato da Benedetto Casillo e dal compianto Renato Rutigliano tratta la materia con sarcasmo, irridendo all'arroganza di chi pretende: Vulimmo o posto... nuie ce menammo abbasce. Il brano «Sul cornicione» sarà inciso nel 76. Forse siamo alla preistoria del Reddito. 

Video

Napoli era una polveriera in quei giorni. E quelle tensioni andavano gestite di pari passo alla battaglia sanitaria.

Non è affatto un caso se il giorno dopo la prima pagina scelta dai lettori, l'1 settembre, il direttore del Mattino Giacomo Ghirardo firma un'editoriale in cui invoca di fronte all'epidemia uno spirito eroico che sappia andare «al di sopra di ogni divisione di ceto sociale, di fede religiosa e di idee politiche». «Napoli eroica» è il titolo dell'editoriale. Ghirardo cita come ultimo cimento la prova di resistenza della cittadinanza durante la seconda guerra mondiale e conclude: «Il miracolo della sopravvivenza di Napoli nei molti drammatici momenti della sua storia è avvenuto perché nelle ore buie del dolore e della sofferenza il popolo napoletano ha saputo fare proprio il motto: tutti per uno e uno per tutti».

Così avvenne anche in quella drammatica estate del 73. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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