De Luca e Salvini ai 130 anni del Mattino: lo strano asse da Putin all'autonomia

De Luca e Salvini ai 130 anni del Mattino: lo strano asse da Putin all'autonomia
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 26 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:04
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Autonomia, guerra in Ucraina e parità di risorse. Risultano d'accordo su tutto, o quasi, due politici che sembrano distanti anni luce ma alla fine non lo sono poi tanto: il leader della Lega Matteo Salvini e il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Ed entrambi al faccia a faccia, moderato dal direttore Federico Monga, per i 130 anni de Il Mattino mostrano di trovarsi sulla stessa linea. A cominciare proprio dal conflitto in Ucraina e sul Mezzogiorno. «Troppo divario tra Nord e Sud», riconosce Salvini mentre De Luca lo elogia: «Sono fra quelli che hanno apprezzato la svolta nazionale della Lega, lo ritengo un bene per l'Italia».

«Nord e Sud non hanno le stesse opportunità», esordisce Matteo Salvini parlando delle risorse Ue.

E aggiunge: «Bisogna fare tutto quello che è necessario per avvicinare Nord e Sud, il Pnrr può essere un'occasione ma non è la bacchetta magica. E ricordo sempre che 122 miliardi di euro sono prestiti, non fondi gentilmente omaggiati. Vanno ben investiti perché poi vanno restituiti». Più tranchant, sullo stesso argomento, l'ex sindaco di Salerno: «Resta la disparità di opportunità per gli studenti e sulla sanità tra il Nord e il Sud. E ci sono elementi di disamministrazione e cialtroneria che riguardano il sud e di opportunismo che riguardano il nord». E poi la battaglia sui fondi: «La Campania sulla sanità subisce una rapina ogni anno di 22 0milioni di euro in meno nell'ambito del fondo sanitari nazionale, a Roma lo sanno tutti ma vi è un opportunismo tale nella politica italiana che tutti girano la testa dall'altra parte». La soluzione? L'autonomia cara alla Lega che piace anche in Campania. «L'autonomia, unita al merito e alla responsabilità è la soluzione migliore», esordisce Salvini annunciando come «La legge quadro sull'autonomia dovrebbe essere finalmente pronta, abbiamo fatto la scorsa settimana una riunione con il ministro Gelmini. E spero che nessuno si metta di traverso». Non certo De Luca se aggiunge: «Con Salvini abbiamo avuto spesso posizioni differenti ma devo dire che dobbiamo rilanciare questa battaglia e mi pare di aver notato timidezze da parte dei miei colleghi governatori del Nord. Io premo per aprire un discorso sull'autonomia, ricordando anche che nel Covid le Regioni hanno fatto il 99 per cento del lavoro. E la stessa cosa accade con il Pnrr, in cui senza il contributo delle Regioni non si va lontano».

 

Sugli scenari futuri delle rispettive coalizioni entrambi lavorano ad un compattamento. «La collaborazione con Forza Italia e con altri movimenti di centrodestra per la Lega è fondamentale. Non vedo partiti unici, offerte ostili o altro. La collaborazione è fondamentale», è l'opinione del leader della Lega che si spende in encomi per il fondatore di Fi: «Io ho tale e tanta stima e affetto, e da italiano riconoscenza, per Berlusconi e per quello che ha fatto per il mio Paese che non mi permetto di giudicare le scelte di altri». Dall'altra parte De Luca plaude alla svolta governista dei grillini. «Apprezzo il cambio anche se oggi - spiega - vedo una situazione complicata nei Cinque Stelle perché mi pare che Conte stia cercando di recuperare un profilo identitario accentuando elementi estremistici». E sull'alleanza con l'M5s ragiona: «Serve fare un'operazione verità anche con loro: capiamo quale può essere una base programmatica per una forza riformista di livello europeo. Io sarei per avere addirittura un processo costituente, non esistono 20 politiche estere, 20 politiche economiche e sociali. Nel campo riformista - conclude - occorre avere un solo grande soggetto politico, non questo pollaio che abbiamo in Italia». E, sempre sulla politica, se Salvini scommette che si voterà l'anno prossimo, De Luca preme, se si dovesse cambiare la legge elettorale, per «un proporzionale ma con una quota alla tedesca del 7 per cento: e se non raggiungi quella quota stai fuori».

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«Ma si può pensare che - si domanda De Luca - sia una condizione di stabilità avere su tutta la frontiera occidentale della Russia tutti Paesi nella Nato, cioè possibilmente legittimati a stabilire basi missilistiche?». E dopo una battuta («Abbiamo un segretario della Nato, Stoltenberg, il cui solo nome è un presagio. Questo parla a capocchia...») aggiunge: «Noi stiamo facendo un'operazione di mistificazione nella comunicazione perché nessuno ha detto che l'Ucraina ha violato gli accordi di Minsk e che in Ucraina è agli arresti il capo dell'opposizione. Altro che democrazia liberale. Solo che nella comunicazione pubblica se sono russi sono tutti oligarchi, se sono ucraini sono tutti democratici oxfordiani...». E Salvini sposa la linea: «Sono assolutamente d'accordo con De Luca, aver aiutato l'Ucraina aggredita è stato assolutamente giusto ma adesso l'arma più forte per fermarla è la diplomazia. E se mi si chiede se nelle prossime settimane la soluzione è inviare altre armi, la mia risposta è no». 

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