Manfredi e Gualtieri ai 130 anni del Mattino: «Fondi europei, gestione ai Comuni»

Manfredi e Gualtieri ai 130 anni del Mattino: «Fondi europei, gestione ai Comuni»
di Luigi Roano
Giovedì 26 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:04
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Tra gli eventi più attesi - nell'ambito dei festeggiamenti del 130esimo anniversario de Il Mattino - il dibattito tra il sindaco Gaetano Manfredi e il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri moderato da Vittorio Del Tufo caporedattore centrale del quotidiano. Entrambi ex ministri del governo di Giuseppe Conte, oggi invece alle prese con l'amministrazione di due capitali e delle rispettive immense e problematiche aree metropolitane. Il patto tra i due ex ministri nasce sul palco del Teatrino di corte di Palazzo Reale e punta diritto a una rivoluzione. «Servono nuovi poteri per i sindaci. Spesso non abbiamo gli strumenti per rispondere alle domande dei cittadini. I fondi dell'Europa devono essere gestiti dai Comuni» racconta Manfredi. Un Patto al quale è iscritto di diritto il sindaco di Milano Beppe Sala, i tre fanno rete e hanno anche una chat in Comune. «La sfida - dice ancora l'ex rettore - del governo delle grandi città e aree metropolitane, tra le più grandi d'Europa, è la sfida più complessa per un tema semplice. Il sindaco di una città come Napoli deve passare da un lato da quella che è la quotidianità dei bisogni dei cittadini come il decoro, bus che non passa, le buche. Dall'altro è anche una città che rappresenta una parte importante del paese, ha una proiezione internazionale si passa quindi dalle piccole cose alle grandissime. Questo con i poteri che hanno i sindaci è molto difficile da fare». Parola a Gualtieri: «Sono d'accordo che i fondi europei debbano essere gestiti dai Comuni. I meccanismi istituzionali per come sono disegnati non sono adeguati alle grandi città». Per Gualtieri «Siamo istituzioni di prossimità ma di aree vaste dalle quali passa la capacità di sviluppo del Paese. Tra noi sindaci parliamo molto, anche con le Regioni, con il Governo. Non è un ragionamento corporativo ma oggi le città sono terreno spesso di meccanismi istituzionali che per come sono disegnati non sono adeguati». Il sindaco di Roma attualizza il ragionamento: «Il governo ci è venuto incontro, anche con i bandi del Pnrr ma stiamo supplendo con la pratica ad un deficit di governance. Bisogna accelerare il cambiamento. L'esperienza di noi sindaci di grandi città è utile per affinare l'ammodernamento dell'impalcatura amministrativa istituzionale». 

Si parla di Pnrr e subito i due sindaci mettono al centro la più grossa delle problematiche, la povertà della macchina comunale. «Dopo le crisi del 2008 e del 2011 - spiega Manfredi - il blocco del turn over è stata una scelta che oggi si è rivelata sbagliata, ha fatto danni terribili perché ha depauperato la Pubblica Amministrazione e soprattutto gli enti locali».

Manfredi incalza: «Il Pnrr poteva essere un'occasione. Servono capacità manageriale e giovani. È arrivato il momento di investire mettendo al centro il merito, le competenze e un'organizzazione efficiente perché senza perdonale è difficile far camminare queste macchine». Gualtieri è sulla stessa lunghezza d'onda: «Le macchine comunali che abbiamo trovato sono in realtà fatte di uffici svuotati, di un invecchiamento del personale, di una carenza di tecnici, ingegneri ed esperti informatici. E questo non è un tema dei Comuni ma nazionale».

 

Gualtieri è chiamato come Manfredi a rispondere sul tema ambientale e dei rifiuti: «Sul termovalorizzatore - dice - c'è l'opinione pubblica favorevole. Roma sta molto peggio di Napoli perché non abbiamo nessun impianto e costi altissimi per smistare i rifiuti». Manfredi si sofferma sul dato politico e sul rapporto con il Consiglio comunale che è abbastanza rissoso. «Il confronto è sempre utile - dice - il Consiglio su certe tematiche è sovrano. Bisogna capire che le cose non si possono fare senza la politica. Il tema è che il dibattito deve essere alto e non divisivo e deve puntare a fare le cose. Questo è il mio unico obiettivo. Napoli ha bisogno di organizzazione il mio sogno è di lasciare a fine mandato una città organizzata. Anzi noi siamo napoletani e dobbiamo avere un caos organizzato». 

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