I 130 anni del Mattino: una movida d'arte con le prime pagine storiche di Alessandra Franco

I 130 anni del Mattino: una movida d'arte con le prime pagine storiche di Alessandra Franco
di Paolo Barbuto
Lunedì 23 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 27 Maggio, 09:52
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«Il Mattino» diventa arte, carta e inchiostro si dematerializzano e si trasformano in installazioni architetturali videoproiettate sui muri della città: sono i blitz d'arte dedicati ai 130 anni del giornale da Alessandra Franco. Dieci notti consecutive durante le quali l'artista si muove nelle strade di Napoli alla ricerca dell'angolo giusto, di una tela fatta di mattoni e cemento sulla quale dipingere alla sua maniera, con un pennello fatto di computer e video, il rapporto fra Napoli e il suo giornale, «Il Mattino».

L'esperienza è partita mercoledì scorso e si concluderà venerdì. Nessuna previsione sui percorsi, una sola certezza: i blitz d'arte saranno realizzati in ogni quartiere di Napoli perché il nostro quotidiano appartiene a tutti e racconta ogni angolo della città. 

Nella notte fra sabato e domenica Alessandra Franco ha deciso di immergersi nei luoghi della movida napoletana, quelli dove i giovani cercano il divertimento: il popolo della notte s'è fermato, prima attonito, poi divertito, infine riflessivo, ad osservare, scattare foto, commentare. I minuti brevi dell'esecuzione a sorpresa, il tempo per soffermarsi sulle immagini, ripetere a mezza voce il nome della nostra testata e poi fermarsi ad osservare fino alla delusione dell'addio, ché l'artista era già in movimento verso un'altra proiezione in un altro quartiere, immersa in un altro pezzo della Napoli notturna.

L'affetto della città verso «Il Mattino», che nelle prime sere dell'innovativo esperimento era stato offerto dai rari passanti delle notti infrasettimanali, sabato notte è diventato abbraccio vigoroso, caloroso, entusiasmante.

Il primo segnale è arrivato già alla prima tappa, piazza del Gesù, proiezione sulla facciata del convento delle Clarisse, poi sul fianco della chiesa di Santa Chiara. Consueta curiosità all'arrivo dell'auto del Mattino con il proiettore montato in cima, poi abituale emozione, infine la sorpresa inaspettata. In piazza c'è una banda di giovanissimi che si esibisce, è la Scalzaband, strumentisti dai nove ai diciott'anni che provano a San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo: quando vede che sul muro appare l'immagine di Pino Daniele, di fianco alla pagina storica del giorno triste della scomparsa del cantore di Napoli, la banda inizia a muoversi verso l'auto del «Mattino» e dedica i suoi pezzi, ottoni e ritmo, all'evento, all'artista Alessandra Franco, al «Mattino».

La folla di curiosi, travolta dal ritmo della banda, inizia a ballare: piroette, tarantella, passi latini per la festa di compleanno del Mattino. 

 

Sul muro di palazzo Reale il popolo della notte del Plebiscito scopre il volto dolce e severo di Matilde Serao.

Un gruppo di ragazzini riconosce lo storico primo numero del «Mattino» che si materializza alle spalle di donna Matilde. Si fermano a fotografare, si chiedono cosa stia accadendo. In un attimo la crocchia di ragazzi diventa folla, è in quel momento che Alessandra Franco decide di cambiare quadro. Fa apparire davanti alla gente una pioggia di palloni, poi lascia entrare nell'opera di video-arte la figura di un calciatore, numero dieci sulle spalle, riccioli neri sulla testa, inizia a palleggiare di spalle. Infine si materializza la pagina del Mattino dedicata al primo scudetto del Napoli. È un trionfo di entusiasmo e di selfie.

I blitz di video arte iniziano a rimbalzare sui social, l'attesa per la successiva esibizione a sorpresa cresce. L'auto del «Mattino» si ferma poco distante, di fianco al teatro San Carlo, che diventa nuovo luogo dove creare un'opera. Sul Massimo napoletano piomba d'improvviso la pagina dedicata dal nostro giornale all'attentato alle Torri Gemelle, di fianco due bandiere Usa con la forma degli edifici abbattuti: l'apparizione è come un pugno allo stomaco. Le persone si fermano, stavolta attente e pensierose; mormorano fra loro ricordi di quel giorno. L'esibizione adesso non raccoglie momenti di gioia, raduna la stessa folla, ma silenziosa: anche questo fa parte del rapporto fra il giornale e la città che è fatto pure del racconto di momenti difficili. 

Video

Nuovo cambio di location, sempre intorno ai luoghi della notte caotica del sabato napoletano. Questa volta l'esibizione travolge il monumento-simbolo della città, Alessandra Franco si avvicina al Maschio Angioino che sembra defilato e invece sta al centro di un crocevia di passaggi.

Nell'imprevedibile silenzio che circonda il castello, l'artista decide che esiste una sola figura da immaginare in quel luogo: dal buio appare il volto sereno di Giancarlo Siani, di fianco la pagina che racconta l'orrore dell'agguato che lo uccise. Sembra solo un racconto di dolore, invece dal nulla appare la Mehari verde che continua a muoversi, a portare nel mondo un messaggio di Giancarlo. Dal gruppo di curiosi si stacca una bimba, vestitino bianco e capelli biondi. Si avvicina alla foto di Siani e chiede alla mamma «chi è quello?», la donna inizia a raccontare. 

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