Car-T, barriere più alte per difendersi dal cancro

Campania all’avanguardia con Federico II e Santobono-Pausilipon nelle terapie innovative

Lotta alle malattie più temibili
Lotta alle malattie più temibili
di Marcella Travazza
Giovedì 19 Gennaio 2023, 20:04 - Ultimo agg. 20:05
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La Campania si candida ad essere la regione di riferimento per tutti i pazienti del Sud Italia che hanno bisogno di terapie innovative tramite la somministrazione di CAR-T per affrontare tumori del sangue altrimenti letali. Grazie all’azienda ospedaliera universitaria Federico II e all’azienda ospedaliera di rilievo nazionale Santobono Pausilipon, la Campania è infatti all’avanguardia sulla tecnologia che consente di “ingegnerizzare” i linfociti T così da aiutarli a combattere le malattie oncologiche e oncoematologiche. 


Il primato emerge da un rendez vous di esperti tenutosi proprio a Napoli, in occasione del lancio della campagna informativa “CAR-T - Destinazione futuro”, promossa da Ail - Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma e realizzata con il supporto non condizionante di Bristol Myers Squibb, Janssen e Novartis. A chiarire cosa sono le CAR-T e come funziona questa tecnologia è Fabrizio Pane, professore ordinario di Ematologia, direttore di Ematologia e trapianti di cellule staminali alla Federico II di Napoli. 


«Questa terapia innovativa in campo onco-ematologico permette di offrire una possibilità di cura a pazienti con linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali», afferma. Il docente aggiunge che la terapia è basata sui linfociti T, un particolare tipo di globuli bianchi responsabili della difesa del nostro organismo dalle malattie (per questo motivo, sono considerati i “soldati” del nostro sistema immunitario).Nei pazienti con questo tipo di tumori del sangue, però, i linfociti non sono in grado di garantire la propria capacità di difesa immunitaria. In loro sostegno, arrivano le nuove terapie. «Il meccanismo d’azione delle CAR-T si basa su un concetto semplice e rivoluzionario al tempo stesso: combattere i tumori come se fossero un agente estraneo al corpo, una sorta di infezione, “modificando” le cellule linfocitarie del sistema immunitario del paziente in modo da risvegliare la risposta immunitaria e attivarla per riconoscere le cellule maligne e ucciderle», dice Pane. «Le CAR-T possono contrastare alcuni meccanismi di evasione tumorale, permettendo al sistema immunitario di individuare il tumore». Carta vincente del sistema campano è anche il supporto offerto dalla sezione Ail di Napoli nel percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari e la disponibilità a collaborare con i centri per monitorare l’efficacia dei trattamenti e sostenere la ricerca scientifica. A rendere particolarmente interessante il campo d’azione delle CAR-T è poi la possibilità di offrire una speranza di guarigione a molti bambini che altrimenti non ne avrebbero. «Possiamo dire che il percorso affrontato da un paziente pediatrico, per alcuni versi, è sovrapponibile a quello di un paziente adulto, soprattutto per l’individuazione della malattia ematologica, del target e della eleggibilità del paziente», spiega Francesco Paolo Tambaro, direttore dell’unità operativa complessa Trapianto di cellule ematopoietiche e terapie cellulari del dipartimento di Ematologia, oncologia e terapie cellulari del Santobono Pausilipon, il polo pediatrico di Napoli. Nonostante l’ottima prognosi della leucemia linfoblastica acuta pediatrica, il 15-20 per cento dei casi va incontro a recidiva; è in queste situazioni che sono indicate le CAR-T che stanno aprendo nuove prospettive anche per altre forme di tumore in queste fasce d’età

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”CAR-T - Destinazione futuro”, campagna itinerante partita nell’autunno 2021 da Roma e da allora ha toccato, tra l’altro, le città di Milano, Bologna, Firenze, Torino, Reggio Calabria, Alessandria. «Ci siamo resi conto che era un nostro preciso dovere mettere a disposizione di pazienti e familiari tutte le informazioni nel modo più esaustivo e corretto possibile», spiega Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail, che sottolinea: «La campagna ci aiuta a farlo, a informare i pazienti ematologici e gli operatori sanitari su questa nuova frontiera della medicina che, siamo convinti, aprirà nuovi orizzonti terapeutici per alcuni tumori del sangue». Le attività della campagna prevedono una “landing page” dedicata all’interno del sito dell’Ail (www.ail.it) con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie CAR-T, insieme con una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione. Coinvolti ematologi, pazienti, caregiver, volontari dell’associazione e altri medici che operano nell’ambito dei servizi trasfusionali. Un impegno, quello degli attivisti Ail, che non si è mai fermato, «nemmeno durante i mesi più difficili della pandemia da Covid-19», rimarca Toro.

«Nonostante il lockdown, i distanziamenti e le difficoltà oggettive che la popolazione italiana ha dovuto sopportare, l’associazione, istituita a Roma nel 1969, con oltre mezzo secolo di impegno solidale, ha continuato ad affiancare e sostenere i pazienti e i loro familiari anche attraverso le Case alloggio, le cure domiciliari per quei pazienti che potevano lasciare l’ospedale e essere seguiti a casa propria e i tanti servizi che i volontari offrono a pazienti e caregiver che ne hanno bisogno. L’impegno attuale è quello di proseguire con sempre maggiore vigore sul solco tracciato dall’indimenticato professor Franco Mandelli che a lungo è stato guida e anima di Ail».
 

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