Perché investire nella ripresa e nel Sud

Perché investire nella ripresa e nel Sud
di Marco Trabucco Aurilio
Giovedì 30 Luglio 2020, 21:00
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Non siamo ancora usciti dall'emergenza Covid e di certo, anche quando tutto sarà finito, resteranno profonde cicatrici. Ma, con la pandemia, l'Italia ha riscoperto il valore dell'unità, della solidarietà e il rispetto per quanti si sono battuti in prima linea. Sotto la pelle di ciascuno si è sentito forte il valore che ha sempre contraddistinto il nostro Paese nei momenti più bui. Ogni crisi porta con sé la possibilità di una ripresa, quella che ora deve spingere verso policy che guardino a una sanità innovativa e sostenibile ma priva delle non più tollerabili diseguaglianze regionali. Se c'è qualcosa che questa pandemia ci ha insegnato è che il sistema sanitario nazionale è un bene da proteggere nel suo complesso. Che non può essere declinato in piccole e fragili isole, fondate esclusivamente sulle autonomie regionali. Difendere il sistema sanitario nazionale significa superare le differenze, non può e non deve più esistere una questione meridionale. È importante investire in sanità. Investire, non spendere. Ogni euro destinato al potenziamento della rete territoriale, al potenziamento infrastrutturale e tecnologico degli ospedali, alle cure innovative ed all'eliminazione del precariato in sanità, è un euro investito per la salute del Paese. Avremmo forse potuto farci trovare in condizioni migliori al cospetto di un evento per certi versi prevedibile, ma il vero errore, quello diabolico, sarebbe ripartire senza fare tesoro dell'esperienza. Anche da questa catastrofe può nascere un'opportunità. A noi coglierla. 
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