Difficoltà respiratorie,
quando non è il Covid

Difficoltà respiratorie, quando non è il Covid
Venerdì 23 Ottobre 2020, 00:00
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Difficoltà a respirare con il naso, secrezioni mucose, perdita dell'olfatto e cefalee frequenti. Sono questi i sintomi più comuni della poliposi nasale. Una malattia infiammatoria che, secondo le ultime stime del Censis, colpisce circa 100mila persone in Italia e che nel 20-30 per cento dei casi si manifesta in forme gravi. «Una patologia che può far precipitare la qualità di vita, per la quale però oggi ci sono nuove armi terapeutiche», spiega il direttore del Dipartimento Testa-Collo del Policlinico Gemelli, Gaetano Paludetti.

La malattia è caratterizzata dalla progressiva tumefazione della mucosa che riveste le fosse nasali. «Proprio da questa cascata infiammatoria - dice lo specialista - possono formarsi i polipi, che hanno una consistenza gelatinosa è che finiscono per ostruire le fosse nasali». Il professore Paludetti, che è anche presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria, spiega che nella maggior parte dei pazienti la poliposi nasosinusale si associa a infiammazione cronica di «tipo 2». I meccanismi infiammatori alla base della malattia possono interessare non solo il naso, i seni paranasali, ma più in generale l'intero apparato respiratorio. Non è un caso spesso si ha una concomitanza di poliposi nasosinusale e asma bronchiale.

I campanelli d'allarme sono molti. «Un'ostruzione nasale bilaterale, un'anosmia (perdita dell'olfatto) e spesso anche una disgeusia (perdita del gusto) - avverte Paludetti - devono spingerci ad approfondire. Si possono avere anche cefalee, riferite come senso di pesantezza frontale di medio lieve entità, e frequenti riacutizzazioni del processo infiammatorio dovute a concomitanti sovrainfezioni o alla disventilazione meccanica dei seni paranasali. Tutto questo può portare a un declino importante della qualità di vita, ecco perché ai pazienti viene somministrato un questionario, lo SNOT-22, che aiuta i medici a classificare con un dato oggettivo una sofferenza soggettiva».

L'eziologia della malattia è ancora oggetto di studio, per molti anni si è pensato a un ruolo predominante da parte di agenti inalati quali gli allergeni specifici, tuttavia oggi sappiamo che l'80 per cento circa dei pazienti con poliposi naso sinusale risulta negativo ai test allergologici, perché in realtà in questi pazienti sono presenti meccanismi di disfunzione della barriera epiteliale mucosa che ci protegge dagli agenti esterni. Per arrivare a una diagnosi, il primo step è la visita dall'otorino. «È lui che, con una valutazione endoscopica, esplora la fossa nasale. Arrivati ad una diagnosi, si dovrebbe procedere con una Tac per valutare l'estensione della poliposi. Determinante, inoltre, è la tipizzazione del paziente dal punto di vista immuno-allergologico e mediante citologia nasale, perché i polipi nasali possono essere associati a meccanismi infiammatori diversi: nelle nostre aree geografiche i polipi più comunemente si associano a infiammazione eosinofila e meno frequentemente a infiammazione puramente neutrofila; in alcuni casi infine i polipi si possono associare a meccanismi infiammatori di tipo misto».

Per affrontare la poliposi nasale ci sono le terapie standard, a base di cortisonici topici e sistemici, e c'è la chirurgia. Spesso è necessario intervenire in entrambi i modi, ma la vera novità riguarda i casi gravi, per i quali esistono oggi farmaci innovativi. Paludetti spiega che «i nuovi farmaci bloccano il processo infiammatorio, neutralizzando i mediatori dell'infiammazione che si chiamano «interleuchine». In questo modo si può ridurre o addirittura far sparire la cascata infiammatoria che porta alla formazione di polipi». Questi farmaci, già molto efficaci nel trattamento di alcune forme di asma, potrebbero cambiare la storia clinica della patologia. «L'obiettivo - conclude il professore - è definire quali sono i migliori candidati per le terapie innovative e comprendere se queste sono più efficaci dopo la chirurgia». Per migliaia di pazienti una migliore qualità di vita oggi sembra non essere più solo una speranza.

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