Quando la «fame d'aria»
non è dovuta al Covid

Quando la «fame d'aria» non è dovuta al Covid
Mercoledì 31 Marzo 2021, 00:00
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La «fame d'aria», oggi drammaticamente nota a causa del Covid-19, per tante persone non è qualcosa di sconosciuto. Anche l'asma, patologia molto più diffusa di quanto si potrebbe credere, provoca questo sintomo. È tra i più temuti. Da bambini e adulti.

Vincenzo Patella, direttore di Medicina dell'ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia e responsabile del Goi di allergologia dell'Asl di Salerno, spiega che l'asma «è una malattia che colpisce diverse fasce d'età. Nei bambini è caratteristica una forma allergica, mentre negli adulti sono ben più diffuse le forme non allergiche. Tutte hanno però sintomi comuni e, comprensibilmente, la fame d'aria può provocare anche stati di grande agitazione nei pazienti, soprattutto nella fase acuta». Ma quali sono le cause dell'asma? Volendo semplificare, se ne possono individuare almeno tre: «Si può avere una predisposizione familiare, può esserci una relazione con l'inquinamento ambientale e con la vita in contesti urbani, oppure l'asma può essere innescata da infezioni microbiche o virali».

L'importante è sapere che oggi esistono diversi farmaci e terapie che possono e devono essere impiegate per contrastare l'infiammazione e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

«Principalmente, chi soffre d'asma può affrontare gli attacchi grazie a bronco-dilatatori o farmaci cortisonici, ma oggi abbiamo a disposizione anche terapie innovative basate sull'impiego di anticorpi monoclonali», chiarisce l'esperto. Prima di approfondire il tema delle terapie, Patella fa però luce su un «complice» dell'asma, una patologia che non di rado colpisce i pazienti che hanno questa fame d'aria: la poliposi nasale.

«Anche la poliposi - spiega - è legata a una risposta infiammatoria eccessiva, l'infiammazione di tipo 2. Colpevoli sono quelle cellule dell'infiammazione che noi chiamiamo eosinofili, che vengono guidate sulla mucosa nasale o sui bronchi dove poi proliferano grazie alle cosiddette citochine». Proprio da questa cascata infiammatoria di tipo 2, chiarisce lo specialista, possono formarsi i polipi, che hanno una consistenza gelatinosa e che finiscono per ostruire le fosse nasali.

«Nei casi più gravi di poliposi, i pazienti possono arrivare a perdere l'olfatto e il gusto, ad avere difficoltà respiratorie, oltre a diventare più suscettibili alle infezioni». Una condizione molto difficile da comprendere per chi non ne soffre. Quanto alle cause della malattia, Patella spiega che «oltre all'interleuchina 5, oggi sappiamo che i processi infiammatori sono legati anche all'azione dell'interleuchina 4 e dell'interleuchina 13. Questo è un dato importante perché è un po' l'anello di congiunzione che accomuna sia le forme di asma giovanile sia quelle dell'età adulta».

Una delle novità più interessanti è la possibilità di accedere a terapie innovative, che si basano sull'impiego di anticorpi monoclonali. Sia per l'asma che per la poliposi nasale esistono, infatti, diverse molecole innovative.

In particolare, per la poliposi nasale è stato recentemente approvato il primo farmaco biologico specifico con azione sulle interleuchine 4 e 13: il compito di questi anticorpi è quello di bloccare i recettori. «Questi farmaci - afferma Patella - possono essere prescritti nei centri di riferimento per la cura dell'asma oppure della poliposi e sono già disponibili. Si utilizzano per quelle forme della malattia per le quali le terapie di base non hanno effetto. Anche la somministrazione è semplice, si tratta di siringhe intramuscolo che possono essere effettuate anche a casa».

Questi farmaci rappresentano una nuova e importante opportunità per i pazienti con forme gravi di asma e poliposi nasale, che oggi non riescono a essere controllati con le attuali terapie. La loro disponibilità presso i centri specialistici accreditati, dunque, permette di garantire un'ulteriore opzione di trattamento per i pazienti gravi e di agire tempestivamente per una migliore qualità di vita.

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