Covid, l'ansia da contagio
in una stanza (da letto)

Covid, l'ansia da contagio in una stanza (da letto)
Lunedì 22 Novembre 2021, 18:31 - Ultimo agg. 19:35
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L’infezione da Covid-19 ha modificato gli stili di vita e le abitudini di tutti, entrando di prepotenza persino nelle camere da letto degli italiani, con pesanti ripercussioni sulle relazioni personali e nella sessualità di coppia. Lo confermano molti studi scientifici, fra cui uno dei più importanti condotto dall’Università di Perugia. E non solo. 
«Nel mio ambulatorio, ad esempio, registro moltissimi accessi per problemi di disfunzione erettile e credo sia importante fare un po’ di chiarezza sull’argomento», dice Fabrizio Iacono, andrologo e urologo, professore associato alla Federico II di Napoli. «I motivi di questo disturbo - aggiunge - si possono ricondurre a tre “macro problematiche”: cause vascolari, endocrine o psicogene. Purtroppo, la pandemia ha accentuato le difficoltà di relazione, portando a disagio, frustrazione, ansia da contagio che nei soggetti più sensibili è esacerbata con l’insorgenza della disfunzione erettile». Di più. «Alcuni studi ancora in corso dimostrano come l’infezione da coronavirus può ledere le pareti dell’endotelio vascolare, creando delle lesioni e interrompendo l’integrità dei capillari arteriosi che costituiscono le “strade” più importanti all’interno del pene per veicolare ossigeno e far funzionare il meccanismo dell’erezione». 

Un quadro clinico complesso, ma anche ricco di possibili soluzioni né invasive né dolorose. Difatti, Iacono spiega che una delle strategie più affermate in ambito medico è costituita dall’utilizzo di onde d’urto a bassa intensità. Semplificando un po’, si tratta di impulsi trasmessi per circa cinque microsecondi. «Questo meccanismo agisce in due modi - chiarisce il chirurgo - provoca un danno meccanico diretto indotto dall’onda stessa e crea un meccanismo di rigonfiamento e il successivo collasso delle bolle all’interno dei vasi sanguigni». Accade questo: «Vengono coinvolti prima i capillari, cioè i vasi di diametro minore, e poi i vasi più grandi», chiarisce l’esperto. «A causa della formazione e della successiva rottura di queste microbolle, all’interno dei capillari si provoca un danno all’endotelio con associato uno stress vascolare». Microtraumi del tutto innocui, sottolinea Iacono, che «innescano un richiamo di cellule progenitrici e di fattori di crescita che stimolano la neoangiogenesi con la formazione di nuovi vasi sanguigni». 

La tecnica “inganna”, per certi versi, il nostro organismo, spingendolo a rigenerarsi. E a farlo rapidamente. Basta di norma una seduta a settimana per 8 -10 settimane e, sostengono gli addetti ai lavori, i risultati sono eccellenti. «In circa 7 pazienti su 10 l’erezione migliora in modo permanente a distanza di mesi o anni dalla fine del trattamento. Ed è possibile anche associare complessi fitoterapici che stimolano la funzionalità erettile tramite meccanismi neurotrasmettitoriali, mimano l’azione del testosterone e hanno spiccate capacità antiossidanti». Le scelte sono personalizzati. Questi trattamenti permettono infatti di eseguire quella che Iacono definisce una terapia «tailored», basata cioè sulle caratteristiche cliniche di ciascun paziente. E però. Il professore lancia un appello, rivolgendosi a tutti gli altri uomini: «Non abbandonate la prevenzione, che può essere determinate anche per individuare precocemente il carcinoma della prostata. Come per l’automobile, tutti abbiamo bisogno di fare un “tagliando” del nostro apparato urogenitale e dormire così sonni tranquilli».

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