Fake news e Covid,
quanti rischi

Fake news e Covid, quanti rischi
Lunedì 2 Agosto 2021, 17:46 - Ultimo agg. 15 Agosto, 23:00
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I no vax aumentano e si riuniscono online: pubblicano migliaia di contenuti al giorno, fake news sul Covid-19 che usano un fondo di verità, proprio per sembrare reali, e hanno un impatto enorme e destabilizzante. Il fenomeno, per la prima volta, viene misurato con criteri oggettivi in uno studio che coincide anche con l'istituzione di Mesit, Fondazione per la Medicina sociale e l'innovazione tecnologica voluta da esponenti del mondo accademico, dell'associazionismo e delle professioni sanitarie con l'obiettivo di riportare al centro del dibattito i temi della salute.
Nel report realizzato in collaborazione con Reputation Manager, società di riferimento in Italia nell'analisi e gestione della reputazione, e con il Eehta-Ceis dell'Università Tor Vergata, è stata esaminata l'infodemia e il proliferare di informazioni false in rete, tutte incentrate sulla pandemia nell'ultimo anno.

I risultati dell'analisi mostrano che l'attenzione al tema dei vaccini anti-Covid-19 ha raggiunto picchi di attenzione e conversazione senza precedenti: tra novembre 2020 e maggio 2021, sono stati analizzati oltre 147 mila contenuti online, circa mille al giorno. Tra questi, uno su due (49,3 per cento) riguarda la pericolosità degli effetti avversi. Non solo: in Italia oltre 909 mila persone seguono pagine, canali o gruppi Facebook e Telegram sull'argomento, e più della metà (457 mila utenti) pagine, canali o gruppi no vax. Tra marzo e maggio 2021, quelli contrari al farmaco anti-Covid sono raddoppiati(più 136 per cento).

Impressionante il numero degli utenti italiani che, al 31 maggio, ha prestato attenzione o partecipato a conversazioni social sui vaccini: solo su Facebook e Telegram, il rapporto ha individuato 909 mila profili, di cui 457 con orientamento dichiaratamente contrario alla profilassi. E si capisce quante sono le persone potenzialmente raggiunte tramite la condivisione dei post.

L'analisi rileva, poi, 186 pagine e gruppi su Facebook dedicati al tema dei vaccini per un totale di 718 mila iscritti (più 31 per cento, da marzo a maggio 2021). Tra questi, 417 mila seguono pagine o gruppi con un orientamento dichiaratamente no vax e, in particolare, 116 mila si dichiarano contrari al vaccino contro il Covid-19. In crescita del 137 per cento rispetto al periodo di analisi precedente (marzo 2021).

Ancora, a maggio un gruppo Facebook contro i vaccini ha pubblicato circa 300 contenuti al giorno, un altro circa 120 post. L'attività di diffusione di disinformazione e propaganda è più diffusa anche su Telegram: a fine maggio 2021 sono stati rilevati 27 canali e 5 gruppi che si occupano di vaccini con 191mila membri (più 8 per cento, da marzo a maggio 2021), la stragrande maggioranza iscritti a canali o a forum. Sono aumentati, inoltre, gli utenti Telegram che seguono canali No vax Covid-19: 40mila, più 135 per cento in due mesi. Sempre a maggio, a un gruppo Telegram dedicato agli eventi avversi legati ai vaccini anti-Covid si sono aggiunti oltre 7 mila componenti. E un altro gruppo no vax ha pubblicato oltre 40 contenuti all'ora.

Il report ha monitorato anche le conversazioni online (siti news, testate online, blog, forum) riferite ai vaccini contro il Covid-19, tra dicembre 2020 a maggio 2021, analizzando oltre 147 mila contenuti pubblicati in rete e identificando fake news e pattern ricorrenti.

«Dati che dimostrano quanto sia pericolosa e diffuso un altro virus - dice Marco Trabucco Aurilio, professore di medicina del lavoro dell'Università del Molise e consigliere di amministrazione della Fondazione Mesit - Le fake news, specialmente quando si tratta di salute, contagiano milioni di cittadini attraverso i social e gli strumenti digitali». Lui la definisce «una pandemia nascosta, che crea danni enormi e che, pur se digitale, ha un costo altissimo in termini di vite umane nel mondo reale». Avvisa: «La lotta alla disinformazione deve diventare una priorità delle istituzioni al loro livello più alto. Altri Paesi, in primis gli Stati Uniti, hanno messo in campo risorse e strumenti operativi di contrasto, in Italia siamo in forte ritardo».

La pericolosità degli effetti dei vaccini contro il Covid-19 interessa la metà (49,3 per cento) dei contenuti potenzialmente fake diffusi online. La seconda categoria più popolare è quella relativa alla natura sperimentale del vaccino (18,2 per cento delle conversazioni potenzialmente fake) arricchita da news sulla mancanza di dati scientifici e sui potenziali effetti catastrofici dei farmaci a breve e lungo periodo. Risultano riscuotere interesse anche le conversazioni sulla composizione del vaccino (11,3 per cento) e sugli interessi economici delle case farmaceutiche produttrici (10,9 per cento). E poi le conversazioni relative agli effetti dei vaccini sul Dna (4,3 per cento): in questo ambito una delle fake news più ricorrenti spiega che il vaccino è una terapia genica o può causare modifiche del patrimonio genetico. Non mancano i legami con l'autismo (2.3 per cento), ovviamente mai provati. Come tutto il resto. Francesco Saverio Mennini, direttore del Eehta del Ceis, sostiene: «Il proliferare delle fake news ha determinato a inizio anno un rallentamento delle vaccinazioni che, purtroppo, si sta nuovamente verificando in questo ultimo periodo». Un'altra ricerca, che l'esperto ha condotto assieme a Kingston University, ha mostrato anche i costi economici della pandemia: «Quasi 6 punti di Pil ogni anno fino al 2022».

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