Guardare più lontano,
la sfida vinta a Pozzuoli

Guardare più lontano, la sfida vinta a Pozzuoli
Martedì 15 Marzo 2022, 09:05 - Ultimo agg. 12 Giugno, 23:33
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Il Covid ha inevitabilmente inciso su tutte le attività sanitarie, ma in ospedali come il Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli l'organizzazione messa in campo dalla direzione dell'Asl e l'abnegazione di medici, infermieri e operatori socio sanitari hanno permesso di non fermare gli interventi ritenuti urgenti. Uno dei reparti simbolo di questo lavoro è quello di Oculistica, diretto da Mario Sbordone, dove interventi per glaucomi, maculopatie e malattie della retina non si sono mai fermati. «Rimandare queste operazioni - spiega Mario Sbordone - avrebbe causato ai nostri pazienti un danno al quale non sarebbe stato possibile rimediare. Oggi sento di poter dire che con il lavoro che tutti abbiamo messo in campo siamo riusciti a fare un piccolo miracolo».


Così come un piccolo miracolo è quello che lo stesso Sbordone ha fatto da quando, ormai più di 20 anni fa, è arrivato al Santa Maria delle Grazie. «Chiesi di essere trasferito e negli ultimi mesi del 1999 iniziai questa splendida avventura qui a Pozzuoli». Una scelta coraggiosa perché Sbordone decise di spostarsi dal polo pediatrico Santobono a un ospedale che in quegli anni non aveva alcuna attività di oculistica. Un lavoro enorme da avviare da zero. La direzione di quei tempi riuscì a individuare degli spazi dove avviare delle attività ambulatoriali, e la risposta del territorio non tardò a farsi sentire. Dopo tre o quattro mesi iniziarono ad arrivare i primi casi chirurgici. In pochissimo tempo Sbordone riuscì a ottenere il necessario per avviare gli interventi, pur senza avere a disposizione posti di degenza dedicati che sarebbero arrivati nel 2015.

La vera svolta si ha però nel 2016, con l'attuale management guidato dal direttore generale Antonio D'Amore: l'oculistica del Santa Maria delle Grazie diventa in breve tempo un vero e proprio punto di riferimento, con un'ottima chirurgia e un enorme mole di attività ambulatoriale. «Il concetto attorno al quale abbiamo organizzato il lavoro è quello di hub & spoke - spiega Sbordone - con ambulatori di secondo livello ai quali si accede su selezione dei vari spoke territoriali. Il Covid ci ha complicato di molto la vita, ma siamo riusciti a salvare un buon numero di attività». A oggi il reparto garantisce tutte le visite filtro per patologie quali la cataratta, il glaucoma, iniezioni intravitreali, tutta la patologia pediatrica (compresi gli strabismi), il settore della laserterapia ed esami come fluorangiografie e campi visivi. A tutto questo si aggiunge la chirurgia oculistica su patologie di grande impatto, come ad esempio il glaucoma. Un lavoro enorme, il personale del reparto di Oculistica lo sta facendo anche per recuperare le liste d'attesa, consentendo di smaltire in tempi rapidissimi anche quei trattamenti che era stato necessario rimandare. Ciò nonostante, va detto, il mese di gennaio è stato veramente complesso. L'impegno non riguarda solo Pozzuoli, ma anche Ischia, dove gli specialisti guidati da Mario Sbordone si occupano di interventi di cataratta e iniezioni intravitreali su pazienti precedentemente selezionati dalla specialistica ambulatoriale.


Il percorso di crescita di questo reparto nato dal nulla, ma oggi ben strutturato, passa ora per alcuni step fondamentali, uno dei quali sarà l'apertura del nuovo complesso operatorio, dove l'obiettivo è di raddoppiare l'attività chirurgica. In un futuro non troppo lontano l'unità operativa potrebbe anche beneficiare di nuovi spazi nel nuovo padiglione del Santa Maria delle Grazie, facendo dell'ospedale di Pozzuoli un polo di riferimento anche per le malattie oculari, come già avviene oggi per moltissime altre patologie di grande impatto sociale.
Marcella Travazza
 

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