Dal laser al Tullio alla luce verde, la cura solo su misura

Dal laser al Tullio alla luce verde, la cura solo su misura
Giovedì 30 Settembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 06:30
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L'ipertrofia prostatica benigna (Ipb) è una condizione legata all'avanzare dell'età ed è una delle patologie più diffuse fra la popolazione maschile. Colpisce circa il 50 per cento degli uomini fra i 51 e i 60 anni e fino al 90 per cento degli ultranovantenni.  

«La crescita dell'adenoma prostatico - spiega Fabrizio Iacono, andrologo e urologo, docente alla Federico II di Napoli - comprime l'uretra determinando una difficoltà della minzione, la nicturia (ovvero la necessità di svegliarsi spesso di notte per urinare), una sensazione di non aver svuotato correttamente la vescica e l'esigenza di fare la pipì più e più volte. Cosa ancor più fastidiosa, può coesistere con problemi della sfera sessuale come la disfunzione erettile e i disturbi legati all'orgasmo». Ecco perché Iacono considera di fondamentale importanza una visita urologica accurata e allo stesso tempo alcuni esami diagnostici semplici e per nulla dolorosi, come la ecografia vescico-prostatica e l'uroflussimetria con misurazione del residuo post minzionale. In base all'impatto dei sintomi sulla qualità di vita si decide insieme al paziente il tipo di trattamento. Iacono chiarisce che «la chirurgia ormai si basa quasi esclusivamente su interventi di tipo endoscopico con un approccio transuretrale: in questo modo si riduce enormemente la possibilità di complicanze come il sanguinamento e la necessità di molti giorni di ricovero».

Le tecniche mini-invasive utilizzano vari tipi di laser.

«Ed è compito di noi chirurghi proporre la giusta scelta ritagliata sull'anamnesi e sulla sintomatologia riscontrata: possiamo quindi dire che ogni paziente ha un suo laser». Un esempio? «Il green light laser (a luce verde) utilizza una lunghezza d'onda che permette di interagire con l'ossiemoglobina contenuta nel sangue e di vaporizzare il tessuto prostatico riccamente vascolarizzato senza creare sanguinamento. Inoltre, è caratterizzato da una bassissima percentuale di complicanze e al paziente consente di riprendere velocemente la propria quotidianità. È possibile utilizzarlo anche per i portatori di pacemaker e per i pazienti con malattie cardiovascolari o difetti della coagulazione».

Un'altra tecnica con le stesse peculiarità cliniche di mini invasività e recupero veloce è usata soprattutto quando la prostata di grosse dimensioni. Si tratta del laser al Tullio o ThuLEP, che permette una enucleazione anatomica del lobo prostatico senza sanguinamenti e ha anche un ulteriore vantaggio rispetto al green light laser. «Grazie a questa tecnologia - dice Iacono - possiamo eseguire l'esame istologico del tessuto prostatico rimosso e scoprire eventuali tumori maligni della prostata». A dispetto di soluzioni tradizionali come l'adenomectomia transvescicale o ATV o la TURP che utilizzava la corrente elettrica, i laser dunque permettono un recupero funzionale veloce con risultati eccezionali e minori complicanze. Ovviamente qualche effetto collaterale c'è, ma nulla che possa rovinare il piacere di coppia. «L'unico effetto collaterale degno di nota - conclude lo specialista - è la perdita dell'eiaculazione anterograda. In altre parole, il liquido seminale invece di uscire all'esterno attraverso il pene, entra in vescica e successivamente viene espulso con la minzione. Ma rimangono intatte l'erezione, la sensazione eiauculatoria e l'orgasmo cosi come la libido.

La sfera sessuale dell'uomo non è in alcun modo intaccata». Anche sotto questo profilo ci sono comunque grandi novità: è stato trovato un metodo mini invasivo per trattare l'Ipb e al contempo mantenere l'eiaculazione. La tecnica, denominata Rezum, utilizza il vapore acqueo per ridurre le dimensioni della prostata in modo veloce e sicuro ed è indicata negli uomini con una prostata che sia al massimo di 80 grammi(per dimensioni maggiori il caso va discusso con il proprio urologo) in modo da poter trattare sia il lobo medio sia la zona centrale ipertrofica.

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