Pierluigi Petrone: «L'importanza di lavorare in farmacia»

Pierluigi Petrone: «L'importanza di lavorare in farmacia»
Mercoledì 27 Maggio 2020, 00:00
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Tra gli eroi della pandemia ci sono anche tutte quelle donne e quegli uomini che hanno fatto sì che ospedali e farmacie non rimanessero senza medicinali e dispositivi medici. «Un esercito silenzioso di professionisti che non ha mai smesso di fare il proprio dovere», per dirla con le parole di Pierluigi Petrone, presidente di Assoram, associazione operatori commerciali e logistici di farma e salute.

Dottor Petrone, ritiene che il governo abbia operato bene per ciò che attiene al vostro settore?
«Certamente è stata una scelta opportuna quella di configurarci sin da subito come categoria essenziale. La nostra organizzazione ha poi fatto in modo che anche gli hub logistici che si trovavano nelle zone rosse non avessero un attimo di stop».

Un ruolo centrale, anche se poco visibile.
«Non cerchiamo medaglie, ma devo dire di sì. La crisi ha messo in luce un sistema solido, capace di reagire con tempestività e appropriatezza».

Come avete garantito la sicurezza dei vostri operatori?
«Sin da subito siamo riusciti a riorganizzare il lavoro sulla base del distanziamento e della sanificazione degli ambienti. Abbiamo anche provveduto a nostre spese all'acquisto dei dispositivi di protezione individuale e abbiamo previsto una rotazione del personale nei magazzini così da ridurre al massimo i rischi di contagio».

Il sistema ha funzionato?
«Posso dire di sì. Dimostrazione che il controllo e il rispetto delle regole sono un'arma efficace».

Tante le norme e le regole per il trasporto di farmaci, esistono dei punti deboli del sistema?
«Il trasporto farmaci a livello nazionale risente di norme molto restrittive. Non parlerei di punti deboli, ma c'è stato un momento nel quale mi sono assunto personalmente la responsabilità di notificare ad Aifa, al ministero della Salute e ai Nas che, ove necessario, sarebbe scattata la procedura già prevista nelle linee guida Gdp del ricorso a misure di emergenza nel legittimo ricorso anche ai corrieri espressi. Ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza relative al prodotto».

Ritiene che il regionalismo sia un limite?
«Certamente la modifica del titolo V ha portato criticità, molte riguardano proprio il nostro settore. Le ordinanze regionali di questi giorni sono una testimonianza del grande caos che si è creato. Sarebbe preferibile per una questione di efficienza agire in un quadro omogeneo e centralizzato».
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