Tumore del polmone,
gli insostenibili costi di una malattia evitabile

Tumore del polmone, gli insostenibili costi di una malattia evitabile
Lunedì 22 Novembre 2021, 18:14 - Ultimo agg. 19:33
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Due miliardi e mezzo di euro. È il costo impressionante che le casse pubbliche pagano ogni anno a causa del tumore del polmone. La stima è contenuta in uno studio realizzato dal Ceis-Eehta dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata diretto da Francesco Saverio Mennini. «Tra costi diretti sanitari e costi indiretti e sociali - ha spiegato proprio Mennini - questa patologia ha costi enormi. Dal nostro studio emerge che, nel periodo tra il 2016 e il 2018, è stata registrata una media annuale di 130.563 ricoveri, di cui 11.353 con intervento, con un costo medio per ricovero pari a circa 9.310 euro. E il numero di ricoveri e di pazienti ospedalizzati si riduce nel tempo (-10,4 per cento) e, di contro, aumentano le ospedalizzazioni per intervento (+7,0 per cento)».

Ancora: «Il tasso di ospedalizzazione è caratterizzato da una forte eterogeneità spaziale: 101 casi per 100.000 abitanti si registrano, ad esempio nella provincia autonoma di Bolzano, 195 nelle Marche». Di questo e di molto altro si è discusso nel corso di un incontro on-line promosso dal Ceis-Eehta, patrocinato dalla Società italiana di Health tecnology assessment, con il contributo non condizionato di Sanofi Genzyme, divisione Speciality care di Sanofi Italia. Un’occasione per sottolineare diversi risvolti della malattia. In Italia la neoplasia in questione è il primo killer negli uomini e il secondo nelle donne: un dato confermato dalla professoressa Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica all’Università degli studi di Torino. «Il tumore del polmone rimane la prima causa di morte per neoplasia nel mondo sia per gli uomini che per le donne», ha spiegato l’esperta, indicando anche cosa si può fare per evitarlo. «Il principale fattore di rischio sono sempre le sigarette, dato che l’85 per cento dei pazienti affetti da questa malattia è, o è stato, un fumatore. Urge, pertanto, avere a disposizione sia efficaci mezzi di prevenzione primaria, personalizzati per età e per tipologia di soggetti cui sono indirizzati, sia sostenere una prevenzione secondaria a livello nazionale, così come avviene per altre malattie tumorali». Come? «L’impiego della tac spirale in persone a rischio ha consentito di abbattere la mortalità per questa neoplasia e va, pertanto rapidamente, implementata nel nostro sistema sanitario».

La medicina di precisione offre ai pazienti un trattamento personalizzato. Ciò significa maggiore efficacia nelle terapie oncologici, che diventano anche più “tollerabili”. «Ma occorre acquisire tutti i dati che riguardano la malattia prima di dare un’adeguata informazione prognostica e terapeutica. L’accesso ai test e ai nuovi farmaci dovrebbe, pertanto, essere garantito ad ogni paziente per perseguire questi obiettivi», ha aggiunto l’esperta. Stefania Vallone è intervenuta all’incontro a nome di Women against lung cancer in Europe, Walce onlus. «In tutta Europa si fa ancora fatica a migliorare la sopravvivenza dei pazienti - ha affermato lei - perché ci sono ancora forti diseguaglianze nell’accesso alle terapie più innovative e all’assistenza, nonostante i grandi passi avanti compiuti in oncologia stiano cambiando lo scenario del carcinoma del polmone». Anche in Italia si riscontrano «disomogeneità territoriali, a livello regionale, nonostante siano approvati e rimborsati i principali test diagnostici molecolari. Un gap da colmare», la conclusione.

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