Un nuovo studio sul legame
tra Covid e le stagioni

Un nuovo studio sul legame tra Covid e le stagioni
Martedì 15 Marzo 2022, 09:04 - Ultimo agg. 12 Giugno, 23:33
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Esistono delle variabili indipendenti dalle strategie di contenimento del contagio che hanno condizionato la propagazione dell'infezione del nuovo coronavirus in Italia? Un team di ricercatori delle università di Camerino e Verona, composto da Giulio Nittari, Paolo Marino, Filippo Gibelli, Paolo Sossai, Ascanio Sirignano e Giovanna Ricci, ha provato a rispondere a questa domanda. Ha preso forma così uno studio, pubblicato su «European review for medical and pharmacological sciences» che ha analizzato i dati ufficiali dell'epidemia italiana registrati dal suo esordio fino al 31 dicembre 2020.


Il punto di partenza è stato la constatazione che il nuovo coronavirus, emerso all'inizio in Cina, nel dicembre 2019, si è rapidamente diffuso nei primi mesi del 2020 nell'emisfero boreale, spostandosi da Est a Ovest, interessando in maggior misura l'area geografica corrispondente alla «zona temperata». I ricercatori hanno osservato l'andamento dell'infezione in diverse regioni italiane, confrontandolo con la situazione demografica, con gli indici medi dell'irraggiamento della luce ultravioletta solare e dell'umidità relativa che si è rilevata al variare delle stagioni. Si è trattato, dunque, di uno studio molto complesso che ha dimostrato che il nuovo coronavirus è stato più attivo entro determinati intervalli di temperatura e umidità relativa. Non solo. Per l'intera durata dell'osservazione, la diffusione dell'epidemia è stata di tipo stagionale, con picchi cioè di incidenza nei periodi febbraio-aprile e ottobre-dicembre. D'altra parte, è risaputo che gli altri coronavirus umani sono più attivi dall'inizio dell'autunno fino all'inizio della primavera, così come la maggior parte dei virus respiratori. Diversamente, nei mesi in cui l'indice medio dell'irraggiamento solare nazionale assume valori compresi tra 5 e 6-7, con una media dei valori dell'umidità relativa tra il 50 e il 70 per cento, si è registrata una drastica riduzione del contagio.


È facile comprendere come questo studio fornisca importanti elementi di valutazione per gli scenari futuri della pandemia di Covid-19 in Italia. La comprensione delle dinamiche evolutive della diffusione del contagio nei prossimi mesi è una questione di grande importanza e urgenza per i governi di tutto il mondo, che dovranno prendere decisioni fondamentali sulla base di quanto si conosce sui meccanismi di trasmissione del virus e sulla sua sopravvivenza nell'ambiente.
 

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