Fincantieri, la tecnologia fa risaltare l'esperienza

Fincantieri, la tecnologia fa risaltare l'esperienza
di Antonino Pane
Giovedì 21 Aprile 2022, 09:16 - Ultimo agg. 5 Maggio, 05:57
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Il primo costruttore navale occidentale con 230 anni di storia e più di settemila navi progettate e costruite, Fincantieri, a confronto con gli alunni della IV B dell'Istituto tecnico nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento. Un confronto voluto anche dall'Unione Industriali per portare gli studenti del corso Macchine del Nautico in una grande realtà industriale, e in particolare nello storico presidio campano di Fincantieri che è lo stabilimento di Castellammare di Stabia. Ed è stata proprio la storia gloriosa dello scalo di Castellammare ad affascinare gli studenti, sempre attentissimi di fronte agli interventi di Francesco Polizzi, responsabile qualità del Cantiere stabiese; e Luigi De Masi, responsabile delle risorse umane dello stesso stabilimento. Costruire una nave è un'attività complessa che mette insieme competenze di vario genere per arrivare, in tempi certi, alla consegna all'armatore dell'unità. E con il passare degli anni le grandi trasformazioni tecnologiche, se da un lato hanno inciso nel velocizzare le operazioni, dall'altro hanno mantenuto competenze e specificità che in alcuni casi sono risultate addirittura esaltate. «Il cantiere di Castellammare - ha spiegato Polizzi - ha una sua specifica tecnica nella sagomatura delle lamiere. Anni e anni di esperienze hanno forgiato conoscenze che si tramandano e che sono patrimonio del cantiere nel suo complesso».

Tagli al plasma, presse, calandre, l'impiego di robot ma anche e soprattutto la capacità di modellare una lamiera. Carpenteria metallica di alta qualità, riconosciuta, tant'è che è toccato proprio al cantiere di Castellammare costruire in tempi rapidissimi le arcate portanti del nuovo ponte di Genova. E chissà se Ferdinando IV di Borbone, nel 1783, quando decise di localizzare nella baia stabiese la costruzione delle nuove navi, immaginava che quella scelta sarebbe diventata una pietra miliare nella storia della cantieristica meridionale. Certo è che Castellammare, dall'Amerigo Vespucci, la regina dei mari, al battello Zeus, il primo prototipo a idrogeno costruito da Fincantieri, di strada ne ha fatta tanta. «E continua a farne - ha spiegato De Masi - se è vero com'è vero che oggi stiamo costruendo tre tronconi di navi contemporaneamente, due per navi da crociera e il terzo per una nave militare. E, inoltre, nave Zeus, il battello sperimentale a idrogeno. Oggi il nostro organico è di 388 operai e 191 impiegati. Contemporaneamente, però, ci sono altre 700 persone che lavorano per noi come dipendenti delle ditte esterne. E con noi ci sono anche marittimi, perché è proprio nello stabilimento di costruzione di una nave che anche l'esperienza di bordo può avere un suo specifico valore».

Tanti i temi su cui si è concentrata l'attenzione degli studenti, a cominciare dalle saldature per finire ai controlli sulla qualità dei processi di costruzione. E poi lo scalo, il varo delle navi, procedure ormai quasi del tutto scomparse ma che mantengono una grande capacità attrattiva che ha avuto il suo acme nel 2019 con il varo, alla presenza del Capo dello Stato Mattarella, di nave Trieste, unità della Marina Militare italiana che per dimensioni occupava quasi tutto lo scalo del cantiere stabiese. Infine i tronconi, la capacità di scindere in più parti i progetti delle navi, rispettare le misure al millimetro per farle combaciare perfettamente quando si tratta di assemblarle. Al centro dell'interesse, naturalmente, anche nave Zeus, il prototipo che sperimenta la propulsione a idrogeno. A maggio inizieranno le prove in mare. È presto per dire quanto tempo occorrerà per industrializzare le navi a idrogeno; già oggi, però, possiamo dire che il futuro si dirige in questa direzione.
 

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