Q8, controllo e sicurezza nella città dei carburanti

Q8, controllo e sicurezza nella città dei carburanti
di Carmela Maietta
Giovedì 19 Maggio 2022, 09:19
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Per gli studenti dell'istituto Medi di San Giorgio a Cremano è una vera sorpresa: non avrebbero mai immaginato che nel visitare un'azienda per verificare tutti i passaggi dei prodotti di cui si occupa, avrebbero trovato un'autentica cittadella, così grande da dover ricorrere ai pullmini per fare tappa presso ciascuna postazione. Il deposito Q8 di via delle Brecce a Napoli supera, infatti, i 50 ettari di estensione per cui è necessario ricorrere a mezzi di trasporto per controllare che tutti i sofisticati meccanismi di cui dispone funzionino alla perfezione. E nel fare il giro, gli alunni del Medi fanno una overdose di due parole: controllo e sicurezza. Ne hanno subito un'idea quando vengono invitati a indossare casco e scarpe antinfortunio per potersi rendere conto del percorso dei carburanti che ha come punto di partenza il Terminale Marittimo.

Un Terminale, va ricordato, di importanza strategica dal momento che funge da motore per la distribuzione di carburanti per tutto il Centrosud. Qui arriva il prodotto finito (gasoli e benzine) via nave in totale sicurezza e, si fa rilevare, sotto il costante monitoraggio del personale Q8. In che modo? Attraverso la sala controllo che dispone di una tecnologia altamente avanzata. E ci si rende conto che alla Q8 tutto è pensato e fatto in grande: la nave contiene 60 milioni di litri di gasolio che, racconta il coordinatore del terminale marittimo, Massimo Bellomo, viene scaricata in poco meno di 30 ore anche grazie a una seconda sala controllo che si aggiunge a quella operativa, dedicata in modo esclusivo ai sistemi antincendio. Qui il capoturno terminale marittimo, Raffaele Trombetta, illustra il funzionamento del sistema, evidenziando le capacità di antinquinamento in dotazione.

A questo punto comincia il viaggio del prodotto nel territorio con il passaggio dalla nave all'oleodotto attraverso un complesso e articolato sistema di tubazioni costantemente monitorato con telecamere, sensori e ronde del personale. E con il supporto di un impianto antincendio automizzato. Il viaggio continua e porta gli studenti nel cuore del deposito dove sono accompagnati da Gianluca Tufano e Sandro Masini. Qui si può seguire tutto il percorso del prodotto fino ai grandi serbatoi di stoccaggio che avviene grazie a sofisticati sistemi informatici. Va sottolineato che ogni serbatoio ha un proprio sistema di protezione antincendio. Con Pasquale De Crescenzo e Alfonso Piedimonte, operatori di deposito, vediamo come i sistemi informativi consentono di effettuare il controllo in tutte le fasi.

Eccoci al serbatoio numero 309, fuori servizio, di 45 metri di diametro, sottoposto a manutenzione per verificare gli standard di sicurezza. Per controllare lo stato di conservazione del serbatoio ci sono l'analista e l'addetto progetti e manutenzione, Giuseppe Iumiento e Andrea Carbone. Una prova dal vivo? La facciamo con il sistema antincendio al serbatoio 311 con Rocco Giuliano e Fortunato Amato, entrambi operatori deposito, il primo diplomato nel 2005 proprio all'istituto Medi. Agli studenti viene mostrato il funzionamento delle attrezzature (potenti idranti montati su un alto palo) che erogano acqua verso le enormi pareti del serbatoio e all'interno del suo bacino di contenimento. Per non parlare del nuovo impianto di trattamento acque: se ne discute con Domenico Esposito, Pasquale Sigillo, Giuseppe Miranda e Antonio Ilardi. Ci avviamo alla fine con l'addetto alla manutenzione delle baie di carico, Davide Maddaluno. Sono 26 baie: un vero primato in Italia per il deposito di Napoli, si sottolinea, dove ogni giorno vengono caricate 400 autobotti per un totale di oltre 13 milioni di litri. Anche in questo caso con il supporto di una elevata tecnologia. Perché, si evidenzia, tecnologia e preparazione, unite all'esperienza, sono indispensabili per il funzionamento di un deposito strategico per l'approvvigionamento di tutto il Centrosud.
 

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