Deloitte, un mondo giovane
tra competenza e passione

Deloitte, un mondo giovane tra competenza e passione
di Valerio Iuliano
Venerdì 15 Marzo 2019, 12:00
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«Per un'azienda come Deloitte il capitale umano è il primo asset. E il capitale umano per noi è rappresentato dai giovani». Mariano Bruno, senior partner di Deloitte e socio responsabile dell'ufficio di Napoli e del Sud Italia, mostra la strada per orientarsi nel mondo del lavoro agli studenti del Liceo scientifico Tito Lucrezio Caro di via Manzoni. «Il lavoro c'è, a patto che ci sia lo spirito di sacrificio. Per lavorare con noi occorrono dedizione e forti motivazioni», spiega Mariano Bruno, durante il primo incontro del progetto «Studiare l'impresa, l'impresa di studiare» organizzato dall'Unione Industriali con Il Mattino. «La nostra azienda - precisa il partner - è attualmente il primo network al mondo nel settore dei servizi professionali di revisione ed assistenza contabile. Abbiamo una cultura internazionale, ma senza dimenticare il territorio».
 
I dati di Deloitte, illustrati dal partner Stefano Maria Santoro e dalla senior manager Elena Tenuta anche con la proiezione di slides e video, impressionano gli studenti, accompagnati dalla preside Liana Nunziata e dall'insegnante Paolo Cutolo. Il colosso della revisione contabile opera in oltre 150 Paesi e vanta un fatturato di 43,2 miliardi di dollari. Sono oltre 286mila i professionisti che lavorano per Deloitte in tutto il mondo. In Italia Deloitte opera in 25 sedi con oltre 6mila persone. E la sede di Napoli alla Riviera di Chiaia è attiva da oltre 30 anni. Un altro dato colpisce gli studenti dell'istituto di via Manzoni. Il 51% dei dipendenti ha meno di 30 anni. «In questi incontri - ha spiegato Elena Tenuta - vi vogliamo raccontare che cosa fanno le società di consulenza, organizzazione e revisione contabile. Si tratta di aziende di servizi presenti in tutto il mondo, che hanno caratteristiche uniche». Le aziende si rivolgono a Deloitte per assistenza e servizi professionali di natura contabile, fiscale, legale, tributaria, oltre che nell'ambito di operazioni straordinarie, di quotazione in borsa e così via. «Una società come la nostra puntualizza Santoro - per continuare a crescere deve investire nelle persone, a partire dai giovani. Le società del nostro settore sono quelle che assumono di più ogni anno». Tra i principali requisiti richiesti per essere assunti vi sono un'ottima conoscenza della lingua inglese - «nell'ambito dei colloqui si svolgono prove specifiche di inglese», spiegano Santoro e Tenuta - un alto voto di laurea e l'attitudine all'utilizzo degli strumenti informatici. «Le nostre selezioni non sono semplici - precisa Bruno - c'è una competizione accesa e da quella competizione nasce l'innovazione». La revisione contabile non è un'attività facile da comprendere per gli studenti. Ma alla domanda su che cosa sia il bilancio di una società, la risposta degli studenti è accettabile: il percorso di studi intrapreso dai ragazzi del Lucrezio sembra compatibile con l'attività di Deloitte.

L'investimento sul digitale e sui giovani, da parte del network, ha avuto uno sbocco naturale nel 2017 con DIGITA, la «Digital Transformation and Industry Innovation Academy», che vede Deloitte Digital al fianco dell'Università Federico II. Un percorso di studi per neo-laureati, concepito come un itinerario formativo per fornire ai partecipanti gli strumenti adatti per interagire con il mondo delle imprese, che investe sempre più nel digitale. Il percorso formativo prevede non solo l'apprendimento teorico in aula, ma anche quello pratico con la partecipazione diretta ad esperienze lavorative. «Preferiamo integrare la formazione di base dei giovani - spiega Bruno - con una formazione sul campo». Puntare sul digitale è inevitabile. Lo conferma un dato. Le imprese «digital intensive» crescono molto di più delle altre, con un fatturato compreso tra il 6 e il 13% in più ogni anno. «Napoli è una delle città più giovani del nostro Paese - dice Bruno agli studenti - e perciò deve essere un veicolo di idee che devono venire proprio da voi. Ma ricordatevi che quello che conta è lavorare su se stessi».
 
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