Gesac, missione sicurezza
nel terminal dei record

Gesac, missione sicurezza nel terminal dei record
di Valerio Iuliano
Mercoledì 22 Maggio 2019, 16:00
3 Minuti di Lettura
«Il nostro compito è quello di prevenire tutti i pericoli a cui possono andare incontro i passeggeri». Davide Masoni, responsabile della formazione della security di Gesac, la società di gestione dell'aeroporto, mostra agli studenti dell'ITC Enrico Caruso la sala partenze dello scalo partenopeo. L'ultimo incontro tra Gesac e i giovani per «Studiare l'impresa, l'impresa di studiare» è un'occasione ghiotta per conoscere tutti i complessi meccanismi che riguardano la gestione dell'aeroporto e l'organizzazione da parte dell'azienda. La visita si snoda attraverso la sala partenze, la sala arrivi e l'area dei check-in. Lo staff della security, composto prevalentemente da giovani, esegue con precisione tutti i passaggi necessari per fare dello scalo una zona in totale sicurezza.

«In un aeroporto - spiega Masoni - i rischi per i passeggeri possono derivare da interferenze illecite, nel caso di atti di criminalità o di terrorismo, o anche dal trasporto accidentale, da parte di passeggeri, di oggetti potenzialmente pericolosi a bordo di un aereo. In quest'ultimo caso si tratta di azioni fatte senza una volontà di colpire. Ma, in tutte le situazioni rischiose, la nostra attenzione è massima». Dopo l'11 settembre del 2001 la sicurezza si è trasformata in un core business dell'aviazione civile. Gli investimenti per il personale e per le nuove tecnologie si sono moltiplicati in misura esponenziale. «In 20 anni siamo passati da 40 addetti alla sicurezza ad oltre 250, anche perché nel frattempo il numero dei passeggeri è arrivato a quota 10 milioni», sottolinea Masoni. Un episodio colpisce gli studenti. «Qualche anno fa - prosegue il responsabile della formazione della security - alcuni passeggeri stranieri sono stati bloccati ai controlli di sicurezza per aver trasportato nei loro bagagli dei fuochi d'artificio che sono stati intercettati dal nostro personale. Così siamo riusciti ad evitare un rischio enorme grazie ai nostri sistemi».

Proseguendo la visita all'aeroporto ci si imbatte nel terminal. Anche qui l'organizzazione è perfetta, nonostante l'elevata affluenza. «Soprattutto in estate - racconta Emilia De Santis, responsabile terminal di Gesac - è una vera e propria sfida. Ci sono periodi in cui ospitiamo dai 35mila ai 40mila passeggeri al giorno. I picchi di traffico aumentano anche per i tanti voli charter. È difficile ma noi siamo molto preparati. Il nostro personale, sia quello a tempo indeterminato che quello stagionale, viene formato accuratamente. Puntiamo innanzitutto a fronteggiare le emergenze legate all'arrivo di passeggeri disabili o con problemi particolari. Il nostro o biettivo è quello di rendere il viaggio piacevole».

A Capodichino dal primo maggio viene accolto ogni mercoledì un gruppo di turisti inglesi, diretti o di ritorno dal Molo Beverello dove partono per una crociera o, viceversa, la concludono. Pochi giorni fa la nave che ha attraccato a Napoli ha dovuto fermarsi al Beverello per i problemi di salute di un passeggero. La nave, secondo le procedure, è stata tenuta ferma presso il molo per oltre due ore. «Per attendere i crocieristi i voli per Londra - spiega la De Santis - sono partiti con tre ore di ritardo. Questo ha comportato la riorganizzazione di tutti i servizi e di tutti gli operatori aeroportuali. Il nostro staff ha risposto in modo molto pronto e attento e i passeggeri alla fine ci hanno ringraziato perché si sono resi conto dell'assistenza fornita in seguito alle difficoltà operative». Dopo l'11 settembre l'attenzione anche presso il terminal è aumentata notevolmente, soprattutto nell'area check-in e nella zona dei parcheggi. «Qualche volta capitano persone con fare sospetto che segnaliamo prontamente alle forze dell'ordine, che intervengono, in modo da avere il controllo di tutte le aree aeroportuali. Anche di quelle situate prima dei controlli di sicurezza», conclude Emilia De Santis.
© RIPRODUZIONE RISERVATA