Fincantieri, avanti tutta nel mare dell'innovazione

Fincantieri, avanti tutta nel mare dell'innovazione
di Antonino Pane
Mercoledì 23 Marzo 2022, 12:00
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Dalla vela al gas naturale liquefatto, fino all'idrogeno. I cantieri navali di Castellammare primeggiano sempre, dalla tradizione all'innovazione. E così dall'Amerigo Vespucci al traghetto Gauthier, e da questo a Zeus, il passato incrocia presente e futuro proprio nell'arte marinara stabiese. Il nome più noto è certamente l'Amerigo Vespucci, costruita qui 90 anni fa. Ma quanti sanno che dallo stabilimento Fincantieri di Castellammare è stata varata la prima nave italiana - seconda in Europa - alimentata a gas naturale liquefatto? Era il traghetto Gauthier, che prese il mare nel 2014 per un armatore del Québec. Castellammare sempre prima, insomma. Dai Borbone che scelsero la città delle acque per costruire i loro bastimenti, a Fincantieri che continua a lavorare per garantire lavoro e confermare una tradizione marinara giustamente ritenuta gloriosa. Un impegno che potrebbe portare anche a un adeguamento strutturale degli impianti. Castellammare lo merita. E lo merita proprio la tradizione marinara di questa terra che dal 1780 si mette in evidenza nella costruzione navale.

Furono proprio le acque stabiesi a convincere i Borbone che il sito giusto per costruire vascelli più grandi era la conca naturale di Castellammare. I legni stagionati e conservati, dopo i trattamenti con le acque, manifestavano meglio la loro attitudine ad essere lavorati. Castellammare si dimostrò subito all'altezza. La produzione aumentò di anno in anno: basti pensare che dal 1808 al 1810 si arrivò alla costruzione in parallelo di due vascelli contemporaneamente. Nel 1931, per la precisione il 22 febbraio di quell'anno (il giorno coincideva con quello della morte di Vespucci) dallo scalo scese in mare l'Americo Vespucci, la nave scuola della Marina Italiana, un gioiello che ha formato migliaia di marinai e che nel 1962 si è anche guadagnato l'appellativo di Nave più bella del mondo urlato via radio dal ponte di comando di una portaerei statunitense che incrociò il veliero nelle acque del Mediterraneo. E poi i vari passaggi industriali, e il riconoscimento implicito di fabbrica strategica per il Paese con la conferma della partecipazione pubblica nella gestione. Prima la Navalmeccanica nel 1939, quindi Italcantieri dal 1966 fino a Fincantieri, a partire dal 1984. Tra il 1860 e il 2000 sugli scali si vedevano solo Bulk Carrier (portarinfuse), navi vuote con bassissimo impegno di ore/lavoro per la costruzione. Dal 2000, invece, la svolta, con le commesse di Tirrenia (le strade consolari) e Grimaldi per la costruzione dei traghetti. Navi complesse, dove il monte ore/lavoro lievitò sensibilmente. Erano anche gli anni di forti tensioni sociali e i lavoratori del cantiere stabiese erano spesso in trincea.

Ma mentre si costruivano traghetti si faceva largo anche l'innovazione. Il varo del Gauthier ha confermato Castellammare come punto strategico per l'innovazione, perché quella nave era la prima al mondo che non montava i serbatoi del gas sul ponte ma li nascondeva nella stiva. Una innovazione non da poco per quei tempi, se si considera che solo oggi le prime navi da crociera a gas naturale liquefatto stanno entrando nel Mediterraneo. E il futuro? In Fincantieri, e proprio a Castellammare, è già iniziato. È qui, infatti, che si sta costruendo Zeus, il primo battello sperimentale che può navigare con una propulsione elettrica alimentata da batterie ricaricate a idrogeno. Insomma la rivoluzione tecnologica che, ormai è certo, riguarderà tutto lo shipping del futuro. 

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