A Torino una mostra su Dario Argento: «È un monumento, il Colosseo dell'horror»

Dario Argento, 82 anni
Dario Argento, 82 anni
di Gloria Satta
Mercoledì 6 Aprile 2022, 16:25 - Ultimo agg. 8 Aprile, 09:40
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Una grande mostra, da oggi al 16 gennaio 2023, è l'omaggio a Dario Argento da parte del Museo del Cinema di Torino, città protagonista di tanti film del regista, da ”Il gatto a nove code” a ”Profondo rosso”, ”Giallo”. ”Dario Argento - The Exibit” è il titolo dell’esposizione curata da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo e ospitata nella Mole Antonelliana, sede del Museo.
I MATERIALI. Per ogni film del mago del brivido sono in mostra fotografie, spezzoni, curiosità, citazioni, bozzetti, manifesti, costumi, fumetti, creature meccanizzate, colonne sonore, oggetti di scena. Materiali, questi, che illustrano il rapporto di Argento con la musica e l’arte mettendo in evidenza i tributi rivolti a registi da lui molto amati, come Fritz Lang e Alfred Hitchcock, così come i frequenti riferimenti a quadri, fumetti, opere letterarie, oggetti di design. Qualche chicca: gli schizzi realizzati da Giorgio Armani per i costumi di ”Phenomena”, la macchina ammazza-topi (con tanto di roditori stecchiti) progettata dal mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti per ”Il Fantasma dell’Opera”, i disegni della spilla Bulgari destinata a ”Inferno”, i corvi di ”Opera”.
IMMAGINARIO. «Argento è uno dei maestri del cinema italiano più conosciuti e apprezzati a livello internazionale», spiega Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino, «dal suo esordio dietro la macchina da presa con ”L’uccello dalle piume di cristallo” fino all’ultimo film ”Occhiali neri”, ha spaziato tra giallo, thriller e horror, creando e imponendo a generazioni di spettatori il suo personalissimo immaginario, frutto di un talento figurativo fuori dal comune. Un regista ma anche un artista. Infatti, il suo cinema visionario dialoga costantemente con le altre arti, creando universi visivi seducenti e messe in scena sontuose attraverso un uso vitale e libero della macchina da presa».
PAURA. Molto commosso il regista romano, 82 anni, che dopo aver debuttato come attore nel film ”Vortex” di Gaspar Noé, sta valutando una nuova proposta arrivata dalla Francia. «Io non merito tutto questo», ha esclamto il regista a Torino, «la mostra mi ha fatto tornare indietro, agli albori della mia carriera. Ma chi è Dario Argento? Io sono solo un uomo che con quel nome fa film. E ci metto dentro i miei sogni, le mie visioni, storie che spesso mi nascono nel cervello per caso». Per il regista è la guerra il vero horror, «ma io non ho mai raccontato la realtà. Nei miei film rappresento un'altra paura, quella che viene dal profondo dell'anima, dai sogni, dalle pulsioni nascoste, dalle visioni personali. E non è una paura vera. Quella della guerra invece lo è».
I GIUDIZI. Su Argento si sono espressi registi e intellettuali. Nicolas Winding Refn: «E’ il più importante e influente regista che l’Italia abbia». Banana Yashomoto: «A 24 anni ho visto ”Suspiria”: l’intero mondo della mia immaginazione era lì, in quei colori e in quelle immagini». William Friedkin: «Chi altri sa rendere così spettacolari la paura e la morte?». Jessica Harper: «La sua straordinaria comprensione del colore, del suono e dei luoghiin cui risiede il terrore ha permeato il suo lavoro su ”Suspiria”». Quentin Tarantino: «Ho visto ”Profondo rosso” a 14, 15 anni. Tosto, ma empozionante. Per me assolutamente emozionante». Guillermo Del Toro: «Argento è il Colosseo delle storie horror, un monumento, una pietra miliare».

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