Alessandro Siani: «Tatore sul web: i vent'anni del Pulcinella underground»

Alessandro Siani: «Tatore sul web: i vent'anni del Pulcinella underground»
di Luciano Giannini
Domenica 3 Gennaio 2021, 09:26
4 Minuti di Lettura

«La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere quasi su tutto», diceva Albertone Sordi. Alessandro Siani lo conferma. Il suo archetipo comico, Tatore, è la trasposizione spettacolare di un tipo umano endemico della nazione napoletana. «No. Oggi Tatore lo trovi nelle periferie di tutto il mondo», precisa l'attore-regista. Il personaggio compie 20 anni e il suo artefice lo celebra con «Rimandato in 7 materie», altrettante video-pillole affidate a fidati attori, battute frenetiche, tormentoni, neologismi; e a un ritmo nevrotico che del profluvio mentale e dei suoi sbandamenti fa la cifra distintiva. La serie è prodotta da Principe di Napoli (scuola di gastronomia), con Multiversity (e-learning), Best Live e Run Film. Sarà visibile, da oggi, sul sito dell'università Pegaso e sui canali social legati a Principe di Napoli.


Alessandro, qual è lo scopo dell'iniziativa?
«Il mio pupillo affronta 7 esami in altrettante materie. Li fallisce clamorosamente, con risposte da brividi nella schiena, ma fa anche capire che solo l'interazione tra esseri umani permette di conoscersi meglio, stimolare personalità e creatività. Il messaggio è: Tatore l'affronta male, ma la scuola è cruciale per la crescita di un ragazzo».


Chi è Tatore?
«Un Pulcinella underground; cinico, ma generoso. Dice tutto quel che gli passa per la testa e ha la battuta sempre pronta, virtù distintiva della nazione napoletana».


Quando nacque?
«Frequentavo l'istituto Casanova. Condurro, l'insegnante di religione, mi consigliò: Tu che sai far ridere tutti, perché non monti uno spettacolo?. E io: Ma le ore che perdo, me le farete pagare con l'interesse?. Organizzati. Era quello che volevo sentire. A quel tempo, in genere, si guardava a Eduardo, Scarpetta, Petito. Io no. Scelsi alcuni sketch di Totò e Troisi, scrissi dei testi di raccordo e pensai a un titolo: A prescindere dalla Smorfia. Debuttai all'America Hall. Avevo quasi 18 anni. E mi resi conto che le mie battute funzionavano...

In realtà, anche io prendevo le mosse dalla tradizione».


Come?
«Tatore è una evoluzione di Felice Sciosciammocca, con ritmo e linguaggio metropolitano, underground, forte, realistico. Ah, aggiunsi un pizzico di furbizia, cinismo e dei tormentoni che poi, in tv, avrebbero bucato lo schermo. Il debutto ufficiale avvenne a Telegaribaldi. Sembravo un marziano, in una Napoli abituata o alla comicità filosofica di Troisi o a quella imprevedibile di Totò. La mia era meno elegante, ma di sicuro impatto».


È il mondo reale che è sempre meno elegante.
«Vero. E 20 anni dopo, non è cambiato nulla».


Il nuovo Tatore è ancora più aspro, inquietante.
«Ha una rabbia che prima non era così invasiva. Come nella vita vera. La Napoli della tolleranza e dell'arte di arrangiarsi, che si cullava tra le proprie bellezze; la Napoli di Basta ca ce sta o sole, ca c'è rimasto o mare non serve più. Oggi dobbiamo vomitare le verità della strada, che diventano rap, trap. E comicità».


O, nell'emisfero opposto, Gomorra.
«Ci siamo adeguati all'habitat. E non soltanto noi. Lo ripeto: l'hanno fatto tutti i ghetti del pianeta Terra».


Il nuovo film: «Chi ha incastrato Babbo Natale».
«Sottotitolo, importante: Ovvero Babbo abusivo. Abbiamo girato per quattro settimane. Poi, Christian De Sica ha preso il Covid. Il resto l'hanno fatto la zona rossa e quella arancione. Torneremo sul set il 10 gennaio, fino a San Valentino, a Dio (e al virus) piacendo. Spero di uscire nelle sale entro l'anno. Nel cast Angela Finocchiaro, Leigh Gill e Diletta Liotta (la nipote di Santa Claus), ragazza bella, intelligente, entusiasta. Una bella scoperta».


Trama?
«Ricorda un altro mio film, Il principe abusivo. Stessi meccanismi, stesso genere comico-sentimentale. Qui Babbo Natale è nel 2021. Per la consegna dei regali ha un concorrente: Amazon. Riflettete gente, riflettete».


Domani registrerà la prima puntata di «La musica che gira intorno», il nuovo show della Mannoia per Raiuno in onda il 15 e il 22 gennaio.
«Mi ha chiamato lei. E per parlare di Maradona. È una sua fan. Ma ci saranno anche De Gregori e Venditti».


Come vive questa clausura?
«Surreale. Anche le feste. Perfino il capitone l'abbiamo mangiato a targhe alterne».

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