Avatar torna nelle sale: «Un kolossal per portarci fuori dal nostro caos»

Avatar torna nelle sale: «Un kolossal per portarci fuori dal nostro caos»
di Titta Fiore
Martedì 20 Settembre 2022, 12:00
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A tredici anni dalla clamorosa uscita, «Avatar», il maggiore incasso di sempre della storia del cinema con 2 miliardi e 800 milioni di dollari, continua a macinare record: da dopodomani, il film che cambiò il linguaggio della fantascienza torna in sala in 2D, 3D e anche in una versione straordinaria 4K Hdr, poi dal 14 dicembre arriverà sul grande schermo il primo dei quattro sequel cui sta lavorando a tempo pieno il regista James Cameron. In «Avatar - La via dell'acqua» l'ex marine Jake Sully e la guerriera Na'vi Neytiri su Pandora hanno formato una famiglia, i figli crescono e tutto sembra andare per il meglio quando una vecchia minaccia li costringe a lasciare la loro casa e ad esplorare altre regioni del pianeta, affrontando gli abissi in spettacolari sequenze acquatiche. Dieci anni dopo gli eventi del primo film, la nuova storia racconterà dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro, le battaglie che combattono per affermare la loro identità e le tragedie che affrontano. Alla convention D23 Expo organizzata da Disney per presentare il prossimo listino, Cameron ha definito «un'odissea» girare e fare contemporaneamente la «motion capture» (la tecnica per riprodurre digitalmente i movimenti di un attore) sia per il secondo film, che ora è finalmente pronto, sia per il terzo e la prima parte del quarto. Nel cast, con i veterani Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver impegnata in tre ruoli, compresa una Na'vi di 14 anni, Stephen Lang e Giovanni Ribisi, ci sono le new entry Kate Winslet e Cliff Curtis, Edie Falco e Jemaine Clement. «Affrontiamo il tema più universale di tutti, la famiglia, intesa non solo in senso biologico ma come comunità e raccontiamo le inquietudini dei giovani» spiega lo storico produttore Jon Landau: «La fantascienza è una metafora del mondo in cui viviamo». 

Intanto, il primo titanico episodio della saga si prepara a riportarci su Pandora nella versione rimasterizzata di un'opera che ha lasciato il segno sull'immaginario dell'epoca e su un'idea di cinema da vivere in sala come esperienza collettiva.

Un tema che in tempi di streaming e piattaforme è diventato strategico. Che cosa ha spinto Cameron all'impresa? «Chiunque abbia meno di 22 anni molto difficilmente avrà visto Avatar al cinema, il che equivale a non averlo visto nel modo in cui è stato pensato, su uno schermo enorme in 3D» dice il regista premio Oscar in un incontro internazionale da remoto. «Ora che lo abbiamo rimasterizzato in 4K Hdr, con alcune sequenze a 48 frame al secondo, il film è migliore di quanto non fosse nella versione originale. Volevamo far rivivere a una nuova generazione di fan l'emozione di poterlo vedere al massimo del suo splendore». 

Nel 2009, grazie al 3D e a riprese all'avanguardia, gli spettatori avevano la sensazione di «entrare» nella storia e la novità contribuì non poco al grandissimo successo dell'operazione che trionfò ai botteghini e vinse tre Oscar, per fotografia, effetti speciali e scenografia. Oggi che la tecnologia ha fatto passi da gigante e la fruizione è totalmente cambiata, cosa devono aspettarsi gli spettatori? Spiega Cameron: «Molti hanno amato Avatar perché li ha portati fuori dal caos, dai problemi quotidiani, dagli scontri della politica, per entrare in un altro universo dove c'è anche il conflitto, ma tutto è filtrato dalla lente della scienza e della fantascienza. Così, le persone si immergono nel racconto e ritrovano a Pandora l'universalità delle loro vite. Il resto lo ha fatto il valore degli attori, che ci hanno messo il cuore e l'anima. Nessun film può funzionare senza il talento di chi trasmette le emozioni dei personaggi, anche se, come nel nostro caso, si tratta di uomini e donne blu di due metri e mezzo, con occhi molto grandi». Inoltre, la storia ha un taglio fortemente ambientalista, «perché ci immerge nelle meraviglie della natura, mentre noi purtroppo ne siamo sempre più lontani. Sono orgoglioso della squadra di professionisti che ha creato un pianeta magnifico curando la bellezza in ogni filo d'erba, anche quando quella bellezza faceva paura. Ho scritto gli altri episodi per stare ancora con la grande famiglia di Avatar e poter rivivere una meravigliosa esperienza». 

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Le esperienze vissute sul set hanno lasciato nei protagonisti ricordi indelebili. Zoe Saldana: «Il film mi ha dato una carriera e mi ha insegnato a raccontare storie senza condizioni, è stato la mia Accademia». Sam Worthington: «Parla della ricerca di un senso di appartenenza, dell'importanza della comunità e la gente lo ha amato per questo». Sigourney Weaver: «Sono fiera di aver recitato una scienziata in un film che non semplifica il racconto per il grande pubblico, ma anzi vuole innalzare il livello della comprensione su certi temi. L'unico modo per arrivare su Pandora è andare al cinema e vederlo in 3D, ecco la nostra astronave». Ma cosa rimane, Cameron, della rivoluzione del 3D? «Molti pensano che sia una fase conclusa, in realtà è diventato una delle tante possibilità, come l'uso del colore. L'impatto culturale a lungo termine, invece, lo scopriremo solo se le persone andranno o meno a vedere Avatar 2». 

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