«Avatar» torna al cinema e va a caccia di record: superare gli incassi del film più visto di sempre

Tredici anni per prepararlo, quattro per scriverlo, 250 milioni di dollari di budget

Un'immagine del film Avatar: La via dell'acqua
Un'immagine del film Avatar: La via dell'acqua
di Titta Fiore
Giovedì 8 Dicembre 2022, 08:00
5 Minuti di Lettura

La sfida è titanica: superare gli incassi del primo «Avatar», il film più visto di sempre con quasi tre miliardi di dollari al botteghino, e lasciarsi finalmente alle spalle la crisi delle sale. Le reazioni all'anteprima mondiale di Londra sono entusiastiche e persino uno spettatore smaliziato come Guillermo Del Toro sui social non nasconde l'ammirazione: «Un risultato sbalorditivo, emozioni su scala epica, un maestro all'apice delle sue capacità». E davvero per «Avatar: La via dell'acqua», in uscita anche in 3D il 14 dicembre con Walt Disney Italia, James Cameron ha superato se stesso e rivoluzionato il concetto tradizionale di blockbuster. Tredici anni per prepararlo, quattro per scriverlo, 250 milioni di dollari di budget, scenografie grandiose, tecnologie all'avanguardia, attori allenati a recitare sott'acqua in apnea, lungo tre ore e dodici, il film è davvero nato per ricreare la magia di una cinema più grande della vita. «Un sequel deve onorare le cose che il pubblico ha amato nell'esperienza della prima volta», ha detto il regista nella conferenza internazionale via streaming poco prima della première londinese con il cast e lo storico produttore Jon Landau. «Ma bisogna anche stupirlo proponendo ciò che non si aspetta. Qui ci sono molte sorprese».

Al centro della storia, tornata dopo dieci anni sul pianeta Pandora tra il popolo blu dei Na'vi in un trionfo di panorami maestosi e di inni alla biodiversità, le vicende di Jake Sully, di sua moglie Neytiri e dei loro cinque figli, tre naturali e due adottati, costretti ad affrontare nuovi pericoli e a dover comprendere a quale punto siano disposti ad arrivare per proteggersi a vicenda.

A sua volta padre di una famiglia numerosa, Cameron racconta che, rispetto al primo episodio, ha cercato «di andare più a fondo nelle dinamiche familiari e nella responsabilità di essere genitori, mostrando anche la prospettiva dei ragazzi». Insomma, niente scorciatoie su trama e personaggi. «Quando un film fa tanti soldi di solito si gira un seguito» continua Cameron: «Però Spielberg non ha fatto un sequel di E.T. è difficile essere all'altezza. Tuttavia avevo a disposizione un cast di magnifici attori e con loro mi sento a casa. Sono stati la mia fonte di ispirazione».

Tra le novità, l'arrivo nel gruppo di veterani di Kate Winslet, a venticinque anni da «Titanic», qui nei panni di una donna alfa a capo della comunità marinara dei Metcayna che accoglie i Sully in fuga, ma teme per la sicurezza del suo villaggio. Com'è stato tornare sul set con Cameron? «Conoscevo il suo metodo e il suo pensiero profondo, mi aspettavo il meglio e non sono stata delusa. Lui ha sempre scritto per le donne personaggi da leader, portatrici di valori forti. Donne coraggiose, integre, capaci di assumersi responsabilità importanti senza esitare». L'impegno più difficile? Recitare in apnea come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma in questo Winslet, che ha resistito sette minuti trattenendo il respiro, ha battuto tutti. Per Sigourney Weaver tre ruoli, il più impegnativo quello di una ragazza di 14 anni, Kiri, adottata da Jake Sully e Neytiri: «Ho ripensato a quando avevo la sua età» dice, «l'adolescenza è una fase complicata, ero onorata che Cameron avesse pensato a me, ma anche parecchio preoccupata di risultare credibile, ho studiato il modo di parlare e di muoversi delle teenager, anche io ho figlie e ho visto il loro percorso di crescita. Volevo arrivare alle ragazze, mostrare diverse maniere per le donne di essere forti».

È forte e determinata Neytiri, la principessa Na'vi che nel primo «Avatar» s'innamora dell'umano Jake. «Allora ero una ribelle senza paura» spiega Zoe Saldana che la interpreta, «oggi il mio personaggio è diventato madre e conosce il timore di perdere qualcuno che si ama più della propria vita. Quando mi è arrivata la sceneggiatura era appena nato il mio terzo figlio, mi sono riconosciuta in lei». E Sam Worthington, che effetto gli ha fatto tornare nei panni di Jake Sully? «Sono stato affascinato dalla sceneggiatura, una storia straordinaria e molto attuale che rispecchia in pieno i tempi in cui viviamo, allarmanti per l'ambiente. Avatar ci ricorda quanto è necessario il rispetto della natura per la nostra sopravvivenza, ci invita ad aprire gli occhi». Ma, aggiunge il produttore Landau, non c'è solo il tema ambientalista: «Jim punta l'attenzione anche sul bisogno di accettarsi e di convivere nella diversità».

«La via dell'acqua» fa parte di una saga, Cameron ha già scritto e progettato il terzo e il quarto film, diviso in due parti, ma per passare all'azione aspetta il responso delle sale: per rientrare nei costi, «Avatar 2» dovrebbe incassare due miliardi di dollari. Un'impresa da far tremare le vene e i polsi. Ma a vedere le prime trionfali reazioni, le premesse ci sono. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA