Cannes, sfida d'amore per Argento

Cannes, sfida d'amore per Argento
di Titta Fiore
Sabato 17 Luglio 2021, 08:24 - Ultimo agg. 17:59
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Cannes

Extralarge, monumentale, ipertrofica: stasera si chiude un'edizione per molti aspetti straordinaria e irripetibile del Festival. Praticamente due rassegne in una, per celebrare orgogliosamente, ostinatamente il ritorno del cinema alla sua sospirata normalità, che è fatta anche di sale piene (ma con mascherina e obbligo di tamponi), di incontri in presenza, di glamour sul tappeto rosso, si spera comunque alla giusta distanza per tenere a bada il Covid ancora minaccioso. La giuria presieduta da Spike Lee è al lavoro e il Totopalma, che si basa sul gradimento della stampa specializzata, scommette soprattutto su «A Hero» del premio Oscar iraniano Farhadi, essenziale, elegante e impegnato quanto basta a entusiasmare un presidente barricadero come il regista di «Malcolm X», seguito dal musical glam-rock di Carax, «Annette», dai francesi «Tout s'est bien passé» di Ozon e «La fracture» di Corsini, ma anche da «Drive my Car» di Hamaguchi (dal racconto di Murakami) e dall'africano «Lingui». Vedremo se i pronostici dei media rispecchieranno le valutazioni dei giurati: in realtà, non avviene quasi mai. La Francia, in concorso con sette film e tre membri in giuria, difficilmente uscirà dal verdetto a mani vuote. L'Italia spera con Nanni Moretti: anche se il suo «Tre piani» ha deluso la critica internazionale, il regista può consolarsi a ragione con l'ovazione di dieci minuti avuta in sala.

Applausi commossi hanno accolto Marco Bellocchio e il suo «Marx può aspettare», potente docufilm sulla morte del fratello gemello del maestro di Bobbio, Camillo, morto suicida a 28 anni in un giorno di dicembre del 1968. «Se questo che avete visto vi ha emozionato, vuol dire che c'è qualcosa che esce da casa Bellocchio e arriva a tutti» ha detto il regista interrompendo l'ovazione.

Tra i tanti che si spellavano le mani, anche Paolo Sorrentino, che stasera gli consegnerà la Palma d'onore durante la cerimonia di chiusura, e Valeria Golino, arrivata a sorpresa dall'Italia, mentre Pierfrancesco Favino, protagonista de «Il traditore» nei panni di Tommaso Buscetta, si è messo in viaggio per unirsi alla festa: «Caro maestro, dopo che mi hai portato in capo al mondo, non posso non venire a festeggiarti in una giornata così speciale. Mi levo il poncho e arrivo!». Sulla Croisette anche Dario Argento, splendido ottantenne all'esordio davanti alla macchina da presa per «Vortex» del provocatorio Gaspar Noè, passato in Cannes Première.

«È la prima volta che faccio l'attore e inizialmente ero molto perplesso, poi ho scoperto che dovevo solo improvvisare su un tema che cambiava ogni volta e farlo assieme alla mia compagna sofferente», dice il re dell'horror. Il film, infatti, è la storia di un anziano critico («un lavoro che mi riporta alla mia gioventù») e del suo problematico rapporto con la moglie malata di Alzheimer e con un figlio tossicodipendente. Ancora Argento: «È un film che parla d'amore oltre ogni immaginazione, un legame così forte da portarti oltre la stessa realtà. E nel caso di persone non più giovani, tutto questo può diventare drammatico».
Nell'ultima lezione di cinema, il videoartista inglese e premio Oscar per «12 anni schiavo», Steve McQueen, spiega a un pubblico di fan adoranti i principi della sua estetica: «Ogni film per me è come un vestito che va cucito su misura per il tema che affronto, ma lo stile del sarto entra in comunicazione con la foggia dell'abito e ne compone l'unicità».

Poi spiega di non amare l'improvvisazione: «Non ho niente contro l'invenzione del momento, ma mi piace avere un copione solido in mano, sapere che nella testa ho disegnato le sequenze, è come se cercassi un ancoraggio sicuro prima di andare sul set». Michael Fassbender è il suo attore feticcio: «Abbiamo quel tipo di comunicazione silenziosa che ogni autore sogna di trovare nel suo protagonista». Quanto a Cannes, se ci sarà una prossima volta, dice a Frémaux, «dovrà essere in concorso».

Ultimi sprazzi di glamour: al galà Amfar di Antibes per la lotta all'Aids Sharon Stone sfila con il figlio Roan, Dylan Penn arriva senza il padre Sean. E Bill Murray, reduce dal deludente «The French Dispatch», si rifà suonando dal vivo le musiche del film «New Worlds: The Cradle of Civilization» di Andrew Muscato.
 

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