Carlo Verdone, nuovo film in Puglia: «Ecco i miei medici goliardici»

Carlo Verdone, nuovo film in Puglia: «Ecco i miei medici goliardici»
di Oscar Cosulich
Venerdì 21 Giugno 2019, 08:33 - Ultimo agg. 10:30
4 Minuti di Lettura
«Avevo l'esigenza di realizzare un film corale e volevo altri tre protagonisti al mio fianco, per una storia in cui non ho nessuna caratterizzazione e devo far sorridere e ridere solo con la normalità, senza appoggiarmi al dialetto o ai miei personaggi, ma essendo semplicemente me stesso», spiega Carlo Verdone in una masseria vicino Otranto, dove è giunto alla terza di otto settimane di riprese di «Si vive una volta sola», da lui scritto (con Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino), da lui diretto e interpretato. Prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis, il film racconta la storia di un team medico capitanato dallo stesso Verdone.

«Io sono il primario Umberto Gastaldi, un chirurgo oncologo di chiara fama, Max Tortora è Corrado Pezzella, il mio fedele secondo, Anna Foglietta è Lucia Santilli, la strumentista che si occupa dei ferri chirurgici e Rocco Papaleo è Amedeo Lasalandra, il nostro anestesista», anticipa il regista/attore, «dopo aver interpretato medici comici come il professor Raniero Cotti Borroni di Viaggi di nozze e il dentista Giulio Cesare Carminati di Italians, questa volta sono un vero luminare, un medico cui si rivolge persino il Papa, per fare una risonanza magnetica alle dieci di sera e controllare un problema alla cistifellea».

«Il nostro è un team medico di altissima qualità, una vera eccellenza», spiega Verdone, «e le riprese in ospedale sono tutte estremamente realistiche. I nostri problemi nascono al di fuori del lavoro: le nostre vite private, infatti, praticamente non esistono, viviamo continue sconfitte e siamo un disastro dal punto di vista sentimentale, delle scelte personali e del rapporto coi figli. Per questo noi quattro ci continuiamo a frequentare anche al di fuori del lavoro: la nostra è un'amicizia solida che si logora nella goliardia. Nel lavoro viviamo sempre faccia a faccia con la morte, così come antidoto ci buttiamo sugli scherzi infantili, con il personaggio di Rocco che ha il catartico ruolo di nostra vittima designata».
 
Viene da pensare a una via di mezzo tra «Compagni di scuola» dello stesso Verdone («Qui io sono il Fabris di turno», sottolinea Papaleo) e un altro classico della commedia italiana come «Amici miei». Verdone preferisce non fare paragoni, sottolineando come questo film sia «un inno alla vita, un film on the road che mostra i protagonisti alle prese con la loro prima vacanza dopo vent'anni di lavoro ininterrotto. Ovviamente non posso rivelare il motivo che rende necessario questo viaggio: dopo la prima sorpresa dell'equipe medica alla notizia di una vacanza mai presa in passato tutti decidono di partire insieme, per continuare a sostenersi gli uni con gli altri».

Sono solo quattro giorni di vacanza, ma nelle otto settimane di riprese Verdone e la troupe si spostano tra Bari, Monopoli, San Vito di Polignano, Otranto, Castro, Sant'Andrea, Porto Badisco, Santa Cesarea Terme e Serrano, in un tour in cui può capitare che il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis sia oggetto di richieste di selfie equivalenti, o persino maggiori per numero, di quelle fatte alle sue star e dove Luigi De Laurentiis può far valere il suo ruolo di presidente del Bari.

«Questi quattro medici, che non si sono mai presi una vacanza, attraversano in lungo e in largo la Puglia in un viaggio quasi iniziatico di Ferragosto», racconta Aurelio De Laurentiis: «Questo è un film estremamente dinamico, in cui gli attori mettono in scena capacità attoriali di taglio teatrale». E Verdone rincara la dose: «Giusto ieri, proprio in questo salone dove ci incontriamo oggi, abbiamo girato una scena molto intensa. Erano quattro/cinque pagine di copione per dare vita a un dialogo chiave del film, che si svolge durante una cena. L'alchimia con i compagni di set è fondamentale, ogni mattina arrivo con la memoria delle scene che dobbiamo girare, ma poi posso dare libero sfogo all'estro del momento, perché i nostri personaggi sono realistici, non cerchiamo mai la battuta per la battuta. Gli scambi ci vengono naturali e sono divertenti proprio perché siamo sintonizzati sullo stesso registro».

«Io sono l'unica donna in mezzo a questi maschi alfa, ma non sono certo una fanciullina timida», interviene Anna Foglietta: «Carlo mi ha regalato un personaggio bellissimo, lavorare con lui è un sogno che si avvera: io, classe 1979, sono cresciuta con i suoi film e oggi anche i miei figli conoscono a memoria le sue battute. La mia Lucia è una donna che si divide tra due amori: vive una storia d'amore appassionata e, parallelamente, è coinvolta in un'altra vicenda che allo stesso tempo è più sentita ma anche deludente.

Il maggior sospettato per almeno uno dei due amori è il personaggio di Xavier, interpretato da Sergio Muniz, mentre (escluso Verdone, che nel film non ha incontri sentimentali), l'altro dovrebbe essere Max Tortora: «Lui ha un ruolo come quelli di Franco Fabrizi nei film di Fellini», allude Verdone. E Tortora conferma: «Sono un po' il piacione, ma mai in competizione con il mio capo, che rispetto e ammiro. Quello che più mi piace è l'estremo realismo del tutto: l'unica maniera di generare una risata per me è infatti farla nascere da personaggi e situazioni reali».
L'uscita nelle sale del film è prevista a San Valentino 2020.
© RIPRODUZIONE RISERVATA