Castel Volturno set di frontiera con «Il vizio della speranza» di De Angelis

Castel Volturno set di frontiera con «Il vizio della speranza» di De Angelis
Lunedì 19 Novembre 2018, 20:26 - Ultimo agg. 20 Novembre, 10:07
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Castel Volturno è un set di frontiera. Oggi prima sul fiume Volturno, circondato da case che sono terra di nessuno, e poi nelle location de 'Il vizio della speranza' di Edoardo De Angelis, in sala con Medusa dal 22 novembre, questa cosa si avverte bene. E così non a caso in questa terra dove i migranti sono più degli abitanti autoctoni (circa trentamila, tra regolari e irregolari, contro 15.000 castellani) si sono girati negli ultimi anni tanti film: da Gomorra agli Indivisibili, da Perez all'Imbalsamatore, da Dogman a Mozzarella Story.
 



Una sorta di fascinazione questa terra per molti registi e anche ovviamente per Edoardo De Angelis che oggi, nella connection house del set, una baracca piena di luci di Natale, non manca di parlare di questi luoghi, pieni di disagio e violenza, come una terra in cui convivono «inferno, paradiso e purgatorio». «Ci sono queste tre realtà che convivono, è un dato di fatto - aggiunge -. In questo pezzo di Domiziana ci sono, ad esempio, poche chiese cattoliche, una moschea e ben 70 chiese pentecostali. Una chiesa, quest'ultima, che permette a chiunque di aprire la propria, anche in un garage, e cominciare a predicare. Funzioni in cui si beve alcool, si canta e l'offertorio è ripetuto più volte. Offrire poco è un'offesa».
 
 

Una religiosità che non manca certo a 'Il vizio della speranza', vincitore del premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma, mentre a Tokyo ha ottenuto ha avuto i riconoscimenti per la miglior regia e per la protagonista Pina Turco. Ovvero Maria, una ragazza che con grande pietà traghetta le donne incinte di colore costrette a vendere i propri figli e che si trova a un certo punto di fronte a una sorta di miracolo, a una scelta difficile. Ci sono poi in questo luogo che fu il sogno megalomane dei fratelli Coppola, quello di costruire una sorta di Rimini, spiega ancora De Angelis, «la forza dei riti voodoo, riti che legano, attraverso certe pratiche, le donne a una forma di totale sudditanza alla quale non si può venire meno. Gli stregoni nigeriani, infatti, agiscono anche verso le famiglie di appartenenza delle donne, le colpiscono nei loro villaggi. Comunque la loro - spiega il regista napoletano - è una maledizione perpetua».

A Castel Volturno, dice ancora, «gli aborti clandestini sono all'ordine del giorno e li fanno anche con sistemi assurdi. In fondo quello che racconto qui è un distillato degli incontri di uomini e donne che ho conosciuto. Non posso dire esattamente quello che mi è rimasto dentro, probabilmente lo capirò dopo.
Questo per me è un racconto arcaico». E nel giorno della firma a Caserta del protocollo d'intesa contro discariche abusive, incendi dolosi e i traffici sui rifiuti, alla presenza del premier Giuseppe Conte, la formula di De Angelis per risolvere la situazione a Castel Volturno parte dalla «pulizia dei canali inquinati che contaminano tutto il territorio. Questa terra va salvata con questo primo atto».

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