«Trash - anche i rifiuti hanno un'anima», arriva al cinema il cartoon che educa al riciclo

«Trash - anche i rifiuti hanno un'anima», arriva al cinema il cartoon che educa al riciclo
di Alessandra Farro
Giovedì 15 Ottobre 2020, 16:26 - Ultimo agg. 16:45
3 Minuti di Lettura

Indipendente e all’avanguardia, queste le parole chiave per “Trash – anche i rifiuti hanno un’anima”, diretto da Luca Della Grotta e Francesco Dafano, da domani, 16 ottobre, al cinema; qui il trailer.
Il film d’animazione libera l’immaginazione e va oltre i confini della fantasia: i rifiuti si svegliano di notte, animandosi, e cercando un nuovo scopo da dare alla propria vita. Così, ad esempio, la scatola vuota e logorata dal tempo aspetta di poter essere riempita di nuovo.
Il film è prodotto dalla Al-One, capitanata da Alan Vele.

Come nasce l’idea di Trash?
“Nasce a seguito di una lunga ricerca nei mercati internazionali della Al-One, insieme a Mario Lanti, il punto era trovare un tema che non fosse stato ancora trattato dagli altri. Così, arrivano Luca Della Grotta e Francesco Dafano a presentarmi il loro corto che aveva come protagonista esclusivamente scatole di cartone. Li richiamai e gli proposi di allargare il racconto: non solo le scatole, ma tutti i rifiuti dovevano essere coinvolti. Gli proposi di fare un film sul riciclo dei rifiuti.

Qual è il messaggio che volete trasmettere?
“L’intento del film non è quello di educare al riciclo dei rifiuti, ma di mostrare quali siano le regole da seguire attraverso la storia dei personaggi, partendo dal concetto di donare loro una seconda vita, che è quello che facciamo attraverso la raccolta differenziata e quello che loro cercano dopo essere diventati spazzatura. Per la costruzione narrativa della storia ci siamo affidati alla natura stessa dei rifiuti, per esempio è logico che un nemico del cartone sia l’acqua, quindi Slim sarà portato a temerla. Abbiamo svolto delle ricerche di mercato e delle analisi di comportamento dei rifiuti, valide in tutto il mondo, a cui i personaggi si attengono”

Dov’è ambientata la storia?
“La storia non ha un luogo specifico, volevamo evitare di essere localizzati.

Abbiamo costruito un no-place in cui un occhio attento può riconoscere Roma, soprattutto in due location, ma abbiamo cercato di ricostruire un non-luogo usando Roma come scheletro su cui rimodellare la realtà di ‘Trash’. Poi, c’è da considerare che i set della storia non superano i 60 cm d’altezza, che è più o meno quella dei personaggi, per cui è talmente basso il punto di vista a cui ci atteniamo che ci siamo potuti permettere di costruire una città nella città. Non volevamo rischiare che il messaggio potesse essere riferito a una specifica realtà, ma anzi che potesse essere condiviso da qualsiasi Paese”.

È già uscito un gioco che precede l’uscita del film: come funziona?
Qui il link per il download

“Il modello di narrazione che abbiamo adottato per il film è quello dell’intrattenimento tramite un tema educativo, ma senza didascalizzare e spiegare praticamente come si fa la raccolta differenziata, che, invece, è lo scopo che ci siamo prefissati nella costruzione del gioco, che è disponibile nella sua versione gratuita e a pagamento sui sistemi Android ed Apples. Abbiamo pensato che, magari, giocando con il riciclo i bambini potessero imparare le regole della raccolta differenziata”.

Ha qualche progetto futuro a Napoli, la sua città d’origine?
“Diversi film, che condividono la caratteristica di avere due nature: da un lato l’individuazione di tematiche universali – la Al-One si concentra e ha fatto una lunga ricerca per la costruzione di film che abbiano risonanza universale e non locale – e dall’altro di mantenere un approccio classico al cinema, ma comunque legato agli effetti speciali e alla grafica. A Napoli stiamo cominciando una coproduzione con una giovane società, che stiamo seguendo da diverso tempo e con la quale siamo in procinto di fare un primo film. Ternerò a lavorare insieme a loro, con gli artisti napoletani”.

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