Luchetti e il gioco al massacro in “Lacci”, tra i suoi film migliori

Una scena di Lacci, regia di Daniele Luchetti, presentato alla Mostra di Venezia
Una scena di Lacci, regia di Daniele Luchetti, presentato alla Mostra di Venezia
di Francesco Alò
Giovedì 3 Settembre 2020, 10:34
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Lui è un critico letterario radiofonico Rai capace di romanticismo solo quando parla di Tenera è la notte di Fitzgerald. Lei è un’insegnante precaria con “tre classi in due zone diverse”. Napoli anni ‘80: Aldo (Lo Cascio) è un rampante passivo-aggressivo mentre Vanda (Rohwacher) sembra una strega però maschilista. Un maschio italiano in ascesa professionale del dopoguerra e una donna incapace di rifiutare quel modello. Si può divorziare dal 1974 ma non lo fanno nonostante Aldo ammetta un tradimento in Rai a Roma (interessante Linda Caridi come alter-ego più vitaminico della Rohrwacher) e Vanda, di conseguenza, si lanci da una finestra.

Parte un gioco al massacro di litigate e cazziatoni lungo 40 anni con lui che invecchiando diventa Silvio Orlando (con smorfia tra ictus e i disgusto) e lei Laura Morante. Non somigliano per niente ai precedenti ma ci sta perché lei pare uscire più alta, più forte, più spietata dallo stillicidio mentre lui si è trasformato in un ometto buffo travestito quasi da maggiordomo. Fa paura questo film. Tutto l’amore che c’è stato (il trasferimento di lei a Napoli, i sogni di due idealisti dei ‘60, le nascite dei figli Anna e Sandro) non si vede mai mentre in scena vanno solo dolori, rimpianti, amarezze («Non mi piace la mia vita e non mi piaci tu»). Quando quasi ti sei arreso al loro ménage sado-maso, ecco l’ottima chiusa dove vediamo entrare in scena i “ragazzi”, Sandro e Anna, diventati quarantenni precari annichiliti da mamma e papà.
E qui la situazione si infiamma perché Sandro, sempre marginale anche nei flashback, ha risolto un enigma del padre che la sorella vuole ora mettere in piazza. «E’ difficile soffrire in modo simpatico» dice Aldo di Vanda. Questo film non cerca la simpatia. E’ il miglior film di Luchetti dall’autobiografico Anni felici (2013) in cui raccontava il legame tra i genitori artisti e radicali. Quelli erano lacci suoi. Questi di chi sono? Dell’autore del romanzo da cui è tratto Starnone? Non lo sappiamo ma sono così stretti che tolgono il respiro mostrando solo il peggio di noi, sia come genitori che come figli.

Tre stelle
Lacci (drammatico, Italia, 100’) di Daniele Luchetti con Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Laura Morante, Silvio Orlando, Linda Caridi, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini 
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