«Diabolik Ginko all'attacco!», così Diabolik cambia volto e impara ad amare

Luca Marinelli cede tuta e pugnale di Diabolik all'italo-canadese Giacomo Gianniotti

Miriam Leone e Giacomo Gianniotti in scena
Miriam Leone e Giacomo Gianniotti in scena
di Oscar Cosulich
Sabato 12 Novembre 2022, 09:00
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«Questo non è un sequel», puntualizzano Marco e Antonio Manetti: «Diabolik è un personaggio universale come Batman e Superman, per questo è normale raccontarne un'altra storia». Lanciando «Diabolik Ginko all'attacco!», secondo capitolo dell'annunciata trilogia «Diabolika», i fratelli registi difendono la libertà narrativa nell'affrontare questa icona del fumetto nero italiano senza doversi piegare ai canoni estetici del cine-comic statunitense. Il film (in sala dal 17 novembre con 01 in più di 400 copie) è stato scritto dai Manetti bros con il compianto Michelangelo La Neve (loro partner già in «Song e Napule» e «Ammore e malavita»).

La vicenda è liberamente basata sulla storia omonima di Angela e Luciana Giussani, pubblicata nell'aprile 1964 sul sedicesimo albo della collana dedicata al Re del Terrore e presenta una prima evidente differenza nel suo interprete sullo schermo, visto che Luca Marinelli ha ceduto tuta e pugnale di Diabolik all'italo-canadese Giacomo Gianniotti (il dottor Andrew DeLuca in «Grey's Anatomy»). Confermati invece Miriam Leone/Eva Kant e Valerio Mastandrea/Ginko, con la new entry Monica Bellucci nei panni della duchessa Altea e il napoletano Alessio Lapice nel ruolo del poco fortunato poliziotto Roller.

L'ispettore è a un passo dal catturare la coppia dopo aver scoperto il loro rifugio. Durante la fuga Eva è ferita e Diabolik l'abbandona. Lei, furiosa, per vendicarsi propone a Ginko di collaborare alla cattura di Diabolik, in cambio di un salvacondotto che le permetta di fuggire all'estero. Ma...

«Nel primo film il punto di vista della narrazione era principalmente quello di Eva Kant al suo primo incontro con Diabolik», spiega Antonio Manetti, «in questo secondo seguiamo la storia attraverso gli occhi di Ginko. Il terzo capitolo, su cui ora stiamo lavorando al montaggio e che è in uscita nel 2023, sarà narrato dal punto di vista di Diabolik. Alla fine avremo riassunto in tre film 60 anni dei fumetti di Diabolik, con molto spazio al personaggio di Eva, il cui punto di vista è fondamentale nel fumetto (non a caso scritto da due donne), così come nei film».

Sulle differenze contenutistiche tra il primo e il secondo film i Manetti sottolineano poi che «nel primo Diabolik impara ad amare, nel secondo ama davvero, mentre Ginko e Altea, pur amandosi tantissimo, non riescono a vivere la loro passione perché schiavi delle regole». La Bellucci interpreta la duchessa, «personaggio che viene da un paese immaginario e ha un piccolo accento dell'Est. È una donna che ha una grande passione per Ginko e che, soprattutto, ha le chiavi del cuore di quest'uomo che non riesce però mai ad avere davvero», mentre per Mastandrea «il commissario stavolta vacilla. Altea è il personaggio che lo fa respirare, rispetto all'ossessione della cattura di Diabolik».

Nessun vacillamento ha avuto invece Miriam Leone nel tornare a vestire i panni dell'antieroina: «Quando i Manetti mi hanno chiamata per questa seconda parte ho detto subito sì», conferma l'attrice, «il personaggio di Eva Kant era molto moderno in un'epoca in cui la parità dei sessi era ancora lontana. Lei come il suo amato sono feriti ed è divertente come, al di fuori del crimine, quando si ritrovano in privato, sembrano un po' Sandra Mondaini e Raimondo Vianello».

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Sulla necessità del cambio di protagonista è Antonio Manetti a spiegare che «quella di Luca Marinelli era stata una scelta basata sul carisma e il talento di un attore che apprezziamo moltissimo, non sulla somiglianza fisica col personaggio. A noi interessava che riuscisse a creare empatia nel pubblico, nonostante Diabolik sia, come nel fumetto, oscuro e negativo. La vita umana interiore di Luca ci ha aiutato in questo. Ma aveva impegni contrattuali che lo bloccavano su altri set, così avevamo solo due scelte: o aspettarlo per tanto tempo, o cambiare. Noi dopo due, tre anni passati su Diabolik sentivamo la necessità di chiudere questo capitolo della nostra vita. Siccome Diabolik ha molte facce, anche Luca è stato d'accordo che potesse essere interpretato da un altro e, dopo molti provini su Skype e dal vivo, abbiamo scelto Giacomo». Gianniotti, si cala in un «personaggio iconico di cui era un appassionato mio padre. È stata un'esperienza bellissima interpretarlo per un attore come me, cui in genere affidano ruoli di bravo ragazzo». 

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