Festival del Cinema di Salerno: premiato «Malamore», il docufilm sullo stalking con l'attore di Gomorra

Scena del docufilm con Fabio De Caro
Scena del docufilm con Fabio De Caro
di Francesca Mari
Martedì 28 Novembre 2017, 11:34
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 Torre Annunziata. «Malamore», il docufilm dell’oplontino Onofrio Brancaccio,  trionfa al Festival del Cinema di Salerno: premiato come miglior documentario in concorso. Protagonista Fabio De Caro, il Malammore di Gomorra e interventi di esperti noti a livello nazionale come la criminologa Roberta Bruzzone e lo psichiatra Paolo Crepet. Il film, lo scorso 25 novembre,  si è aggiudicato il premio come miglior documentario in concorso al Festival Internazionale del cinema di Salerno. Una premiazione degna di rilievo anche in considerazione della giornata in cui è stato conferito: il 25 novembre è, difatti, la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, tema caro al regista, affrontato con grande crudezza e originalità proprio in «Malamore».

Il docufilm  racconta, in maniera diversa dal tradizionale, il terribile incubo dello stalking. Di taglio cinematografico, il docufilm dà vita ad un racconto commovente, a tratti crudo, che lascia lo spettatore scosso, ma allo stesso tempo arricchito da una nuova consapevolezza: lo stalking esiste, è sempre esistito, ma spesso non viene riconosciuto. Protagonista è Fabio De Caro, star della serie Sky Gomorra. Accanto a lui, nel difficile ruolo della vittima, l’attrice Laura Amalfi. In alternanza alla fiction, con l’aiuto dei maggiori professionisti del settore, come il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet o la psicologa e criminologa Roberta Bruzzone, il documentario tenta di indagare nel profilo del carnefice: cosa lo spinge ad agire in tal modo? Cosa si nasconde dietro i suoi comportamenti? Presenti anche donne protagoniste di storie vere. Storie da incubo.

Tutte diverse, tutte accomunate da una inspiegabile follia. «Sono davvero orgoglioso per il premio e, considerata la giornata speciale in cui l'ho ricevuto. - dice Brancaccio -  desidero dedicarlo a tutte le donne. Sia quelle che con coraggio riescono a ribellarsi ai loro carnefici, sia a coloro che ancora non sono riuscite a trovare questa forza dentro di sé. Con Malamore speriamo di aiutare soprattuto loro a riconoscere gli amori malati e a dire basta ad una vita di sofferenza».
 
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