Festival del cinema di Venezia, Timothée Chalamet superstar con Luca Guadagnino

Festival del cinema di Venezia, Timothée Chalamet superstar con Luca Guadagnino
di Titta Fiore
Sabato 3 Settembre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 4 Settembre, 09:53
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Per Timothée Chalamet al Lido libero dal muro anti-Covid sono tornati centinaia di saccopelisti del selfie, per la maggior parte ragazze agguerrite in attesa sotto il sole cocente, ma tra loro ci sono anche parecchi «fratelli maschi», come li chiama Cate Blanchett, giovanotti che vorrebbero essere cool come il divo più amato dagli under 30 e magari copiargli la pantagonna mimetica già sdoganata da Brad Pitt, il velo di lucidalabbra e gli occhi bistrati come neppure Damiano dei Maneskin. Lui, Chalamet, 27 anni, americano con cittadinanza francese, e quindi molto internazionale, molto charmant, molto sicuro di sé, prima della Mostra si è fatto fotografare allo stadio Olimpico con l'amico allenatore Mourinho, deliziando i tanti cinefili tifosi romanisti, è arrivato al Lido di notte in barca rappando a squarciagola e sul tappeto rosso ha fatto il suo dovere di superstar, inguainato in un completino rosso gender fluid, pantaloni e gilet indossato a pelle sulla schiena nuda che assieme all'abito verde e bianco della coprotagonista del film, Taylor Russell, forma un evidente omaggio ai colori della bandiera italiana.

Con lui il primo film italiano in concorso, «Bones and all» di Luca Guadagnino, è partito con il botto: sale strapiene e biglietti introvabili da giorni.

La storia, un road movie estremo e potente attraverso l'America profonda degli anni Ottanta, racconta il viaggio di due ragazzi emarginati alla continua ricerca di identità e bellezza che cercano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di insidie e ostile alla loro natura. Una natura cannibale. Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) fuggono da un oscuro passato che li accomuna: da piccoli si sono mangiati le rispettive baby sitter (e lui, si scoprirà, anche il padre cattivo e ubriacone, in un curioso ribaltamento del mito di Crono divoratore dei propri figli). Una volta cresciuti, se non possono impedirsi di mangiare con voracità altri esseri umani, sentono comunque la colpa e il dolore dei loro atti, riconoscono i propri simili dall'odore e imparano ad averne paura. In fondo, pur nell'enormità delle loro scelte, aspirano come tanti altri giovani a una vita normale, a un posto da chiamare casa. Dice il regista: «Provano la possibilità di vivere l'impossibile». Guadagnino è al suo primo film americano, «e sono felice di confrontarmi ora, nel pieno della mia maturità artistica, con un cinema che ha contribuito alla formazione del mio immaginario». Si è ispirato al romanzo di Camille DeAngelis Fino all'osso e nel cast ha voluto anche il premio Oscar Mark Rylance e Chloé Sevigny. Romantico e horror, drammatico romanzo di formazione come già altri film del regista, scritto dall'amico David Kajganich, «Bones and all» (in sala il 23 novembre) finisce per essere anche una metafora di temi urgenti e universali come l'emarginazione, la solitudine, la ricerca dell'identità. «Il mio personaggio, Lee, è un'anima spezzata che vive con Maren un amore straziante, tragico, fortissimo», commenta Chalamet: «Aver cominciato a lavorare al film durante la pandemia ci ha aiutato a capire quanto è difficile vivere soli ed emarginati. Il crollo della società è nell'aria e spero che il nostro film possa accendere una luce su questo tema. In ogni caso, essere giovani oggi è complicato, ti senti perennemente sotto l'esame dei social media, è stato un sollievo interpretare un ragazzo che lotta con un dilemma interiore senza la possibilità di andare su Instagram o Tik Tok per vedere cosa gli altri pensano di te». 

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L'amore ci salva e ci libera? «Il film racconta queste emozioni, quanto a me, provo amore per gli amici, per Luca che è quasi un secondo padre, ma se parliamo di cose più personali, rispondo che per l'amore sono ancora troppo giovane». Tornato sul set con Guadagnino dopo «Chiamami col tuo nome» che lo ha lanciato e gli è valso una candidatura all'Oscar, Chalamet è anche coproduttore di «Bones and all». L'amore, continua, «è la chiave per provare a cambiare il destino dei nostri protagonisti che nello specchio di un sentimento toccante trovano un modo per crescere». «Per me» aggiunge Guadagnino, «Maren e Lee sono due persone costrette a vivere al limite, volevo che la gente li amasse senza giudicarli». E cosa si aspetta, il regista? «Voglio abbandonarmi al piacere di lavorare con gli amici che sono la mia famiglia. È questa la mia ambizione cinematografica, il raggio di luce che cerco». 

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