Festival di Cannes 2021, il cinema torna grande dopo lo stop per la pandemia

Festival di Cannes 2021, il cinema torna grande dopo lo stop per la pandemia
di Titta Fiore
Mercoledì 7 Luglio 2021, 08:00
5 Minuti di Lettura

Il cinema riparte da Cannes e Cannes riparte dal tappeto rosso srotolato orgogliosamente sulla Croisette dopo l'annullamento della scorsa edizione imposto dalla pandemia. La ressa dei fotografi, la musica, la gente assiepata dietro le transenne, la folla di star e di top model sullo scalone del Palazzo del cinema, le paillettes scintillanti e gli smoking, «La via en rose» a tutto volume, come due anni fa, come sempre, sono lì per dirsi che il peggio è alle spalle, che finalmente si ricomincia. Certo, i più prudenti non rinunciano alle mascherine neppure all'aperto, ma sono in minoranza. In sala, dove tutti dovrebbero essere vaccinati e tamponati secondo protocollo, l'applauso che accoglie i protagonisti del film di apertura, «Annette», è interminabile, e non è solo per Marion Cotillard e Adam Driver che il regista Leos Carax ha voluto glam e rock, si capisce, ma per tutto un mondo che si ritrova dopo una stagione durissima, per un'industria che resiste e rilancia verso nuove sfide. Lo dice subito Jodie Foster, Palma d'oro d'onore, aprendo la serata in perfetto francese: «Veniamo da un anno difficile che ha segnato le vite di molti in modo drammatico, un anno di transizione in cui molte cose sono cambiate. Le sale erano chiuse, ma il cinema ha continuato ad esistere, in forme diverse. Non nego che vedere un film sul divano di casa in pigiama possa essere piacevole, in tante occasioni ho apprezzato l'evoluzione e la creatività del nostro mestiere. Ma essere qui, insieme, è un'altra cosa e mi dà ancora i brividi. Torniamo, dunque, in questa sala per nutrirci di cinema, un dono meraviglioso cui sarò grata per sempre». 

A tredici anni la piccola Jodie fece la sua prima «montée des marches» per «Taxi Driver», ora festeggia la Palma d'oro alla carriera con Pedro Almodovar, che è stato un combattivo presidente di giuria contrario alle piattaforme e qui annuncia contento il suo ritorno sul set: «È l'inizio di una nuova era». Sul red carpet il solito mix di volti noti francesi e di testimonial di siti e di sponsor, c'è Jessica Chastain generosa di selfie e di autografi, la «vacinada» Helen Mirren in giallo squillante, l'ex Première Dame Carla Bruni Sarkozy in lamé d'argento e la ministra della Cultura Francoise Nyssen. Il massimo dello chic è sfoggiare capelli bicolor per la ricrescita, come fa Jodie Foster, o chiome grigie leonine come quelle di Andie McDowell, peccato che dopo il coming out tricologico di Carolina di Monaco non facciano più notizia. C'è chi si abbraccia, chi azzarda un bacio sulle guance, tutti hanno l'aria sollevata dello scampato pericolo. Il presidente della giuria Spike Lee, in fiammeggiante completino fucsia, alla prima conferenza stampa la butta subito in politica. «Nel 1989 portai a Cannes Fa' la cosa giusta e i giornali americani mi accusarono di istigare alla violenza con quel film» dice, «ma da allora nulla è cambiato e l'atroce morte di George Floyd sta lì a ricordarcelo.

Di fatto i neri, nel mio Paese, sperano ancora oggi di non finire braccati come animali». Poi l'affondo: «Questo mondo è diretto da gangster senza morale, da bastardi senza scrupoli, voi giornalisti dovreste scriverne di più».

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Le luci si riaccendono nel Palais, il coreano Bong Joon-ho, che aveva trionfato l'ultima volta con «Parasite», dichiara aperto il 74esimo Festival, Cannes torna ad essere «the place to be» della settima arte. Ora si entra nel vivo di un'edizione extralarge con ventiquattro film in gara, due Palme d'onore (l'altra, in chiusura, la riceverà il maestro italiano Marco Bellocchio), nuove sezioni e un consistente numero di star. Il cast più atteso è quello del film di Wes Anderson «The French Dispatch», con Tilda Swinton, Bill Murray, Thimotée Chalamet, Owen Wilson e Benicio Del Toro. Lea Seydoux arriva con quattro film, di cui tre in concorso, Charlotte Rampling con due, tra i più chiacchierati: «Benedetta» di Paul Verhoeven e «Tout c'est bien passé» di François Ozon. Sean Penn e sua figlia Dylan portano sulla Croisette Dylan «Flag Day», Catherine Deneuve torna a Cannes dopo l'ictus che l'ha colpita nei mesi scorsi con «De son vivant», fuori concorso. A vario titolo s'annunciano al Festival Sophie Marceau, Vincent Lindon, Valeria Bruni Tedeschi, Matt Damon, Dario Argento attore per Gaspar Noè, Sergio Rubini tra gli interpreti del film «The Story of My Life», Freida Pinto e Nicole Kidman arruolate per il galà Amfar. Ben sette film in gara sono francesi, con le coproduzioni i titoli d'Oltralpe saranno più o meno una ventina. Per l'Italia Nanni Moretti scende in campo con «Tre piani», unico nostro competitor nella corsa alla Palma d'oro, e guida un'interessante pattuglia di cineasti italiani schierati nella Quinzaine e nella Semaine, senza contare l'intenso documentario di Bellocchio «Marx può aspettare», evento speciale in chiusura, dedicato al fratello gemello dell'autore dei «Pugni in tasca», Camillo, morto suicida nel 68. 

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