Festival di Cannes 2023, il ritorno di Indiana Jones: è ringiovanito

«Indiana Jones e il quadrante del destino» è il titolo più atteso dell'estate cinematografica

Harrison Ford a Cannes col regista James Mangold
Harrison Ford a Cannes col regista James Mangold
di Titta Fiore
Venerdì 19 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:03
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«Non è a cosa credi il punto, ma con quanta forza ci credi». Benvenuti nel mondo di Indiana Jones, l'archeologo avventuriero più famoso del mondo. Il nuovo episodio della saga, «Indiana Jones e il quadrante maledetto», passato ieri sera nella proiezione di gala fuori concorso, è stato l'evento del festival. E una folla disumana di curiosi si è accalcata dietro le transenne per vedere la Montée des Marches dei propri beniamini. Come Tom Cruise l'anno scorso con «Top Gun: Maverick», anche Harrison Ford, l'unico e solo Indy del cinema, quanto a glamour ha sbaragliato ogni concorrenza arrivando al photocall a bordo di un'Ape evidentemente turbo che nel film gli consente di correre a rotta di collo per i sentieri più spericolati nei panni del suo inossidabile personaggio.

Musica dei Rolling Stones a palla, azioni mozzafiato, Indy coinvolto dalla figlioccia Helena (Phoebe Waller-Bridge) in ogni sorta di pericolo, flashback della Seconda guerra mondiale con l'aiuto dell'intellgenza artificiale, fughe a cavallo nella metropolitana di New York, battaglie aeree, furti e passaggi di mano di un prezioso tesoro («si chiama capitalismo»), antichi alleati e nemici di sempre: sulla falsariga della perfetta trilogia originaria il film ha entusiasmato la platea di Cannes. Spettacolare il red carpet con Ford, Madd Mikkelsen, Antonio Banderas elegantoni sulle celeberrime note di John Williams e con gli indigeni della foresta amazzonica in lotta per difendere la loro terra dalla distruzione guidati dal grande vecchio ambientalista Raoni, 93 anni e carisma da vendere. 

«Nella vita ho visto diverse cose, mi hanno torturato con il woodoo, sparato nove volte, ma questo l'ho cercato per tutta la vita». 1969, anno della conquista della Luna. Indiana Jones, l'archeologo avventuriero creato da George Lucas e interpretato da Harrison Ford, è di nuovo al centro di una faccenda politica molto delicata che coinvolge gli ex nazisti che hanno contribuito al successo del programma spaziale della Nasa. James Mangold dietro la macchina da presa prende il posto di Steven Spielberg, qui in veste di produttore.

La storia della saga, dagli anni Trenta e Cinquanta si sposta nei Sessanta, Indy è in pensione mentre il mondo intorno a lui festeggia l'allunaggio, ma il destino bussa ancora una volta alla sua porta nei panni di Helena, l'intraprendente figlia del suo più caro amico, che è sulle tracce di un prezioso quadrante capace di cambiare il percorso della Storia. La ricerca non lascia indifferente l'archeologo perché ha a che fare con le sue eroiche imprese degli anni Quaranta. E così il vecchio professore si ritrova suo malgrado a partire per un'avventura intorno al mondo e a rifare i conti con i suoi nemici giurati: i nazisti.

Il film segna la fine delle avventure di Harrison Ford nel ruolo del simpatico avventuriero armato di frusta e cappello. Ha spiegato il regista: «Era fondamentale per me che questo film raccontasse la storia di un eroe sul viale del tramonto. Quindi ho inserito elementi sull'età di Indy che non erano presenti nella sceneggiatura originale». Per la verità l'attore, 80 anni splendidamente portati che a luglio diventeranno 81, l'agenda piena di impegni, ha raccontato in un'intervista di aver fatto cancellare dal copione le battutine sull'età, preferendo che fossero le circostanze viste sullo schermo a suggerire l'idea che il professor Jones fosse ormai a un passo dal ritiro. In ogni caso, il lungo prologo ambientato negli anni Quaranta ce lo restituisce giovane e aitante grazie ai prodigi di un nuovissimo software di intelligenza artificiale, il Fran, che seleziona le immagini dai materiali d'archivio e le sovrappone a quelle appena girate, realizzando in soli cinque secondi una complicata azione di de-aging che ha stupito anche Harrison Ford: «È bizzarro e funziona ed è la mia faccia».

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Partito nel 2016, annunciato per il 2019 e poi per il 20, bloccato dalla pandemia, distribuito per la prima volta dalla Disney che ha acquisito la Lucasfilm, «Indiana Jones e il quadrante del destino» è il titolo più atteso dell'estate cinematografica. Uscirà nelle sale il 28 giugno, dopo un'anteprima al festival di Taormina (a proposito, alcune scene sono state girate in Sicilia) e la febbre per l'ultimo capitolo della saga ha contagiato lo stesso Spielberg che la inventò: «Accidenti, pensavo di essere l'unico in grado di realizzare un film così» ha detto benedicendo il lavoro di Mangold (al suo attivo «Ford vs Ferrari» e «Logan»). Si capisce: con un budget di circa 295 milioni di dollari è vietato sbagliare. 

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