Festival di Venezia, Mostra in maschera: «Così dall’Italia riparte il cinema»

Festival di Venezia, Mostra in maschera: «Così dall’Italia riparte il cinema»
di Gloria Satta
Giovedì 3 Settembre 2020, 07:50 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 00:34
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«Siamo qui e ce l'abbiamo fatta: il cinema può fare miracoli». La frase, pronunciata in italiano dalla voce avvolgente della presidente della Giuria Cate Blanchett, regale in lamé blu notte profilato di bianco, sintetizza il senso della 77esima Mostra di Venezia, partita ieri sera con l'anteprima del film di Daniele Luchetti Lacci proiettato in contemporanea in 100 sale italiane. Atmosfera inedita, con il red carpet nascosto alla folla da un muro di fotografi, mascherine da sera, termoscanner e un'emozione diffusa, tangibile. La platea era vuota a metà a causa del distanziamento e discorsi alti, intonati ai nostri giorni difficili, hanno scandito il debutto di questa edizione decisamente storica che sfida il Covid-19, l'incertezza, la paura. Con l'orgoglio di esserci, sostenere il cinema e la voglia di superare la crisi. «Organizzare la Mostra è stata una scelta coraggiosa da parte della Biennale e noi l'abbiamo sostenuta perché rappresenta un segnale importante di ripartenza globale della cultura», ha detto il ministro Dario Franceschini.

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LARGO ALLE DONNE
Cate, Anna, Tilda. Alla Mostra che ospita tante registe, anche l'inaugurazione è stata dominata delle donne. E si è aperta con il toccante omaggio a Ennio Morricone, il Tema di Deborah dal film C'era una volta in America, eseguito dalla Roma Sinfonietta guidata da Andrea Morricone, figlio del maestro scomparso a cui il pubblico ha tributato una standing ovation. Ineccepibile la madrina Anna Foglietta che ha condotto la cerimonia con sicurezza, ispirazione e volato alto citando Sofocle, l'Italia che per prima ha fronteggiato la pandemia, l'eroismo dei medici e degli infermieri, i solidi principi di chi in questo momento si mette al lavoro «senza troppe parole», il valore universale del cinema. «La partecipazione attiva del pubblico, chiamato responsabilmente a collaborare, dimostrerà che oggi in Italia si può fare cultura senza correre rischi», ha detto l'attrice facendo sua la posizione del presidente della Biennale, Roberto Cicutto, che aveva definito Venezia 2020 «una coproduzione» con gli spettatori. Momento chiave della cerimonia, la consegna del Leone alla carriera a Tilda Swinton, 59 anni e un Oscar, l'attrice europea più eccentrica e affascinante che si è presentata sul red carpet con una mascherina-scultura tutta d'oro: «Il cinema è il mio luogo felice, la mia madrepatria», ha detto ricevendo il Leone dalle mani di Blanchett la cui carriera eclettica e spericolata somiglia un po' alla sua. E ha ringraziato la Mostra «per aver alzato la bandiera del cinema in questi tempi difficili», concludendo: «Il mio Leone con le ali è il più efficace dispositivo di sicurezza per l'anima che potessi immaginare: viva il cinema!».

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Un altro momento indimenticabile si è avuto quando questa 77esima edizione è stata dichiarata aperta dai sette direttori di festival internazionali che, accanto ad Alberto Barbera, sono sbarcati a Venezia e hanno firmato un documento comune di sostegno all'industria. Tra loro il re di Cannes Thierry Frémaux: «Il cinema, nato 125 anni fa proprio come la Biennale», ha detto, «sopravviverà anche questa volta. Non sappiamo come saranno i festival del dopo-pandemia, di sicuro avremo bisogno di buoni film». In mattinata Cate aveva deliziato il popolo del Lido dichiarandosi «felice e onorata» di essere a Venezia «dopo aver parlato per sei mesi, durante il lockdown, solo con i miei maiali e le mie galline».
 



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LA RESILIENZA
Ha definito la Mostra «un esempio di resilienza, di capacità, di voglia di riaprire anche se ovviamente in modo sicuro». Secondo l'attrice, 51 anni e due Oscar, «le paure oggi sono tante ma dobbiamo essere coraggiosi, bisogna rischiare. E sono convinta che il cinema risorgerà più forte di prima: siamo appena usciti da una mono-cultura dello streaming e dobbiamo tornare ad aprire le sale. La settimana scorsa sono andata a vedere Tenet con la famiglia». A proposito della pandemia, ha aggiunto: «Non capisco perché l'Oms non abbia affrontato l'emergenza in modo globale. L'esempio offerto dall'Italia in molti casi sembra essere servito a poco, e molti Paesi hanno dovuto imparare da soli la lezione».
 
 

 

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