«Quando c'era Berlinguer», per il film di Veltroni una festa con le tre Repubbliche

«Quando c'era Berlinguer», per il film di Veltroni una festa con le tre Repubbliche
di Mario Ajello
Venerdì 21 Marzo 2014, 13:24 - Ultimo agg. 13:25
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Che cos', la festa della Repubblica? Non di una soltanto. All'Auditorium, per la presentazione del film di Walter Veltroni, “Quando c'era Berlinguer”, si materializzano la Prima, la Seconda e la Terza Repubblica. Anche quest'ultima, sia pure più timidamente delle altre due e in avanscoperta in un mondo ex che ancora conta molto, però. Matteo Renzi doveva esserci, il viaggio a Bruxelles non glielo ha consentito.



Ma mentre sta entrando in sala il presidente Napolitano e dentro ci sono tutti ma proprio tutti - destra, centro, sinistra, Camusso e Squinzi, Confalonieri e Gubitosi, Macaluso e tutto l'ex Pci immaginabile, dieci ministri e infiniti sottosegretari, tre Letta (Gianni, suo figlio Gianpaolo di Medusa ed Enrico) e i familiari di Berlinguer e due premi Oscar come Sorrentino e Tornatore, ex presidenti di Camera e Senato come Fini, Casini, Bertinotti, Marini e via dicendo - ecco il braccio destro renziano nel governo, Graziano Delrio. Spiega: «C'é una profonda differenza tra questo mondo legato a Berlinguer e quello che ora stiamo cercando di costruire. É la differenza che passa tra la fisica newtoniana e la fisica quantistica. I corpi soldi, come era la politica rappresentata nel film e in questa sala, prima o poi cadono. Mentre nella fisica quantistica, i movimenti sono imprevedibili, come Renzi».



I renziani veri e propri sono pochi, ma la loro presenza vale come il tentativo di innesto del nuovo sul vecchio in una fase in cui però la chimica deve ancora scoppiare. Occhio, c'é Cervetti, un migliorista del secolo scorso. E Macaluso con i suoi novant'anni? E Reichlin? E Romiti? E Arbore e Baudo e Angelo Guglielmi? E Tortorella e Mussi e Occhetto e Nancy Brilli e Claudio Bisio a due passi da Eugenio Scalfari?



LE GENERAZIONI DIVERSE

Maria Elena Boschi, ministra super-renziana, si racconta così: «Berlinguer non lo ricordo. Avevo tre anni quando lui morí». Francesco Bonifazi, altro sodale di Matteo, e tesoriere del Pd, ricorda: «Ero davanti alla tivvú mentre Berlinguer lottava per la vita». Il ministro Poletti: «Ero segretario della federazione di Imola del Pci. Quando Berlinguer annunciò che era finita la spinta propulsiva dell'Urss, mi dissi: oddio, i compagni ci prendono a pomodori in faccia».



Le tre Repubbliche riunite in una sala raccontano la storia italiana “Quando c'era Berlinguer” e quella che è venuta dopo. Il capolavoro di Walter in questo sta, nell’avere messo in scena in un pezzo di living theatre tante generazioni diverse, storie lontane ma unite nella passione per la politica, culture diverse mescolate con un pizzico (poco) di modernità e una buona dose di inattualità. Il mondo Rai - con due o tre possibili direttori generali in sala, da Del Brocco a Campo Dall'Orto - affianco al mondo Sky - che ha prodotto il film di Veltroni ed é il grande artefice di questa operazione con l'ad di Sky Italia, Andrea Zappia, che dice: «Siamo fieri di dar voce ai protagonisti della storia italiana» - e in più c'é Mediaset. Arriva Fedele Confalonieri. Confida: «Berlinguer lo andai a trovare a Botteghe Oscure, quando Veltroni si occupava di media per il partito. Andai insieme a Berlusconi. Il lobbying si fa con tutti. Anche con un personaggio immenso qual era Berlinguer".



La festa delle Repubbliche, una, due e tre, ha cercato di non esagerare nella nostalgia. Ma l'aria é stata un po' quella. Bersani, entrando: «Che cosa mi aspetto da questo film? Di piangere un po'». Lo hanno fatto quasi tutti. Ma Renzi qui dentro avrebbe pensato: «Cambiamo verso».