Gerard Depardieu, 73 anni, è accusato da ben tredici donne di violenza sessuale. A rivelarlo, ieri sera, il sito investigativo Mediapart disegnando l’identikit di un Weinstein transalpino.
Le terribili accuse si aggiungono all'incriminazione dell’attore per stupro in seguito a una denuncia presentata da Charlotte Arnould. L’attrice ha appena consegnato la sua storia alla giustizia, denunciando di essere stata abusata per due volte nell’agosto 2018.
Le vittime
Secondo quanto riferito da Mediapart altre tre vittime hanno testimoniato in tribunale di aver subito molestie sessuali, ma non hanno sporto denuncia.
Scrive Le Figaro: «Secondo i media online, le violenze sono avvenute sul set di undici film e in luoghi all'aperto. Secondo quanto riferito, tre di queste donne hanno testimoniato in tribunale senza sporgere denuncia». E ancora: «Alcune si sono arrese, altre non ci hanno nemmeno pensato. La sensazione è che la loro parola peserebbe poco contro il monumento del cinema francese. E che potrebbe anche firmare la fine della loro carriera». Alcune attrici hanno preferito restare anonime, altre hanno deciso di apparire sotto pseudonimo.
Le molestie sul set
Uno dei testimoni spiega che la violenza è stata compiuta «alla luce del sole». L’attrice Sarah Brooks si spinge ancora oltre accusando l’attore di un tentativo di contatto che avrebbe addirittura provocato risate condite da imbarazzo da parte della troupe cinematografica. L'inchiesta suggerisce anche che il regista Fabien Onteniente avrebbe denunciato nel 2007 il comportamento inappropriato di Gérard Depardieu al suo direttore del casting.
La risposta dell’attore
Dal canto suo, l’attore, di recente tornato sul grande schermo nei panni del Maigret creato da Simenon, ha risposto a Mediapart attraverso la voce dei suoi legali: «Nega formalmente tutte le accuse e si affida agli avvocati per eventuali cause di diffamazione».
Chi è Depardieu
Monumento del cinema francese, Depardieu ha lavorato coi più grandi registi al mondo, da François Truffaut a Bernardo Bertolucci, da Alain Resnais a Mario Monicelli, e arrivando a interpretare icone assolute dell'immaginario transalpino, come il Cyrano de Bergerac o il Jean Valjean dei Miserabili. Negli ultimi anni si era dedicato anche ad attività parallele, come la sua azienda vinicola o alcuni investimenti in campo gastronomi, ma era comparso anche in film minori e nella serie francese di Netflix Marseille. Da decenni, però, la sua figura ha attirato su sé non poche polemiche, a causa di dichiarazioni controverse, accuse di evasione fiscale, altri problemi con la giustizia (come percosse a un motociclista o guida in stato d'ebrezza) e anche un'ambigua vicinanza negli ultimi anni al premier Vladimir Putin, che gli ha concesso la cittadinanza russa nel 2013.
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