Marco Giallini: «Rocco Schiavone sono io in tutto (o quasi)»

Marco Giallini: «Rocco Schiavone sono io in tutto (o quasi)»
Marco Giallini: «Rocco Schiavone sono io in tutto (o quasi)»
di Gloria Satta
Martedì 1 Ottobre 2019, 09:24
3 Minuti di Lettura

Nella prima scena fa l'amore con una donna e, alla fine, taglia corto: «I soldi sono sul comodino». Poi, in ufficio, le gambe allungate sul tavolo, si accende la solita canna. E quando squilla il telefono risponde invariabilmente: «Pronto, chi scassa?». Tuttavia, malgrado dica di odiare il suo lavoro, è il più bravo di tutti e finisce per risolvere anche i casi impossibili. Bentornato Rocco Schiavone, lo sbirro più ruvido, anticonformista, allergico alla disciplina nato dalla penna di Antonio Manzini (Sellerio) e ancora interpretato, in tv, da Marco Giallini, 56 anni, con irresistibile disincanto e malinconica umanità.

La terza stagione della serie, prodotta da RaiFiction con Cross Productions e Beta Film, girata in Val d'Aosta grazie alla collaborazione della locale Film Commission, andrà in onda su Rai2 in quattro episodi da domani con la regia di Simone Spada. Il romano Schiavone, vicequestore spedito per punizione ad Aosta e dintorni innevati, dovrà vedersela con omicidi, opere d'arte rubate, riciclaggio e ludopatia.

Giallini, cosa le ha dato la voglia di tornare ad indossare il loden di Schiavone?
«Mi sono affezionato al personaggio, mi trovo bene nei suoi panni: canne a parte, penso di somigliargli».

In che cosa?
«Anch'io, come lui, sono refrattario alle imposizioni. Ho sempre fatto di testa mia. Forse è per questo che il successo mi è arrivato a 50 anni».

Com'è cambiato il suo personaggio in questa terza stagione?
«È diventato meno burbero. Le vicissitudini della vita lo hanno, in qualche modo, ammorbidito. L'amico Sebastiano è convinto di essere stato arrestato per colpa sua, i magistrati continuano a tenerlo sotto torchio: Rocco è ancora più solo, più malinconico».

Nel primo episodio Schiavone finisce ko per poche linee di febbre: è capitato anche a lei?
«Sì, sempre, e me lo rimproverava anche la mia adorata moglie Loredana (scomparsa nel 2011, ndr): mi bastava avere 36 e 9 per infilarmi a letto».

Malgrado gli ottimi ascolti, la serie non ha potuto traslocare su Rai1 perché il suo poliziotto che fuma erba non sarebbe adatto alla prima rete: le dispiace?
«No, nessuna polemica. È giusto così, Rocco Schiavone è un prodotto perfetto per Rai2».

Ha appena girato Il ritorno del crimine, Villetta con ospiti, Lo faccio per te. Cosa manca alla sua carriera?
«Un film con Giuseppe Tornatore o Marco Bellocchio. Ma sono felicissimo di tutto quello che ho fatto. Recentemente sono salito sul palco a cantare con Fracesco De Gregori che mi ha poi chiesto di fare una foto. Paolo Genovese non credeva ai suoi occhi che un mito come lui tenesse a posare con me... De Gregori non si discute».

Cos'altro non si discute, per lei?
«Francesco Totti, Daniele De Rossi».

È fidanzato?
«No, per carità. In ogni rapporto l'inizio è fantastico, poi si va in salita e le donne cominciano a rompere. Vivo felicissimo con i miei figli Rocco e Diego, due ragazzi magnifici».

Abita ancora in periferia?
«Certo, voglio salutare i miei vicini. Al centro di Roma non sarebbe possibile coltivare i rapporti umani».

Come si è trovato in mezzo alla neve di Aosta?
«Benissimo, sono diventato cittadino onorario e dopo tre stagioni sul set mi sono affezionato alla gente».

Di cosa va più fiero?
«Di essere arrivato fino a qui con le mie forze». Ma non si ferma mai? «Pe' fa' che?».

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