Gina Lollobrigida, bloccata l'asta fuorilegge: sigilli al tesoro dell'attrice

Gina Lollobrigida, bloccata l'asta fuorilegge: sigilli al tesoro dell'attrice
di MIchela Allegri
Sabato 16 Maggio 2020, 13:41 - Ultimo agg. 13:52
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«Vogliono farmi morire in modo ignobile», gridava solo due giorni fa la diva Gina Lollobrigida, quando ha scoperto che il suo amministratore di sostegno era stato autorizzato dal giudice a collocare in un deposito gioielli e suppellettili di sua proprietà. Ma ieri è arrivata una spiegazione: in tutta fretta, la Guardia di Finanza di Roma ha sequestrato opere d'arte, mobili e preziosi della Bersagliera che erano stati messi all'asta. Oggetti di pregio, se si considera che il valore di base d'asta è stato stimato in circa 300mila euro.

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E secondo gli esperti con la vendita si sarebbe potuto guadagnare un milione. La data d'asta era già stata fissata: 20 e 21 maggio. Il problema è che quei beni erano all'interno della villa della Lollo, posta sotto sequestro e sotto la tutela dell'amministratore, nell'ambito dell'inchiesta in cui il manager della donna, Andrea Piazzolla, classe 1987, è accusato di circonvenzione di incapace per avere - secondo la procura - depredato il patrimonio dell'attrice utilizzando il denaro per sé e per i suoi familiari.

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La pm Laura Condemi ha quindi deciso di disporre un sequestro preventivo d'urgenza, per evitare che i beni venissero venduti. Il fascicolo è ancora contro ignoti, ma è già indirizzato. Il sospetto degli inquirenti, si legge nel decreto, è che qualcuno abbia abusato «dello stato di deficienza psichica» della diva, «consistente in uno stato di vulnerabilità e suggestionabilità», e abbia indotto la donna a svendere il suo patrimonio, con un atto - l'ultimo di una lunga serie, secondo i pm - «da cui derivavano effetti pregiudizievoli». I beni affidati alla casa d'aste sono tantissimi: cimeli, oggetti d'arte, antichità, preziosi, mobili, soprammobili. Si tratta di più di 50 opere, che da anni erano custodite all'interno della villa della Lollo, in via Appia Antica, dove da tempo Piazzolla è di casa, mentre i familiari dell'attrice sono stati praticamente banditi. Proprio per questo motivo il figlio e il nipote della diva, Milko e Dimitri Skofic, assistiti dall'avvocato Michele Gentiloni Silveri, tre anni fa hanno denunciato il manager per circonvenzione di incapace. Una vicenda per la quale la pm Eleonora Fini ha chiesto il rinvio a giudizio del giovane, e sulla quale il gup deciderà in luglio.

Per quanto riguarda le opere d'arte messe all'asta, è stato l'amministratore di sostegno della diva, l'avvocato Stefano Agamennone, l'11 maggio scorso, a denunciare la «distrazione di un'ingente quantità di beni» che erano all'interno della villa sequestrata dal 2018. L'amministratore sottolineava che nessuno poteva «operare in nome e per conto della Lollobrigida». Nel decreto il pm cita le indagini già svolte, che riguardano la presunta opera di circonvenzione della Lollo da parte di Piazzolla. «È stato possibile riscontrare come l'indagato abbia dal 2013 sottratto complessivamente disponibilità finanziarie per un valore di circa 3 milioni di euro - si legge nel documento - attraverso operazioni commerciali a vantaggio personale e dei propri familiari, come ad esempio l'acquisto di autovetture di lusso, o l'estinzione di mutui ipotecari riferiti a immobili di proprietà dei genitori». Piazzolla, che era diventato amministratore unico della società Vissi D'Arte, che gestiva tutti i beni della Bersagliera, avrebbe utilizzato anche i conti correnti della donna, «avvantaggiandosi della capacità di poter soggiogare e alterare le intenzioni di quest'ultima», si legge in un'informativa della Finanza del 12 maggio 2020.

Nel decreto viene anche sottolineato che la villa dell'attrice è già stata depredata, un furto «stranamente mai denunciato», sottolinea la pm, e quindi avvenuto «in circostanze misteriose».
Alcuni beni della Lollo, infatti, erano stati trovati a casa uno straniero denunciato per furto in un altro procedimento. Il sospetto della procura, quindi, è che «il complesso dei beni sottratti alla Lollobrigida e posti in vendita potrebbe essere più consistente». Vengono poi citate informazioni confidenziali rese alla pg: in febbraio sarebbero stati asportati dalla casa dell'artista «una pluralità di beni mobili con la giustificazione di eseguire dei lavori ristrutturazione».

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