Helmut Berger, la rabbia della moglie: «Voglio la verità sulla sua morte, qualcosa non torna»

La moglie dell'attore si sfoga dopo la scomparsa: "Non si sa di cosa sia morto, non è normale"

Helmut Berger, la rabbia della moglie: «Voglio la verità sulla sua morte, qualcosa non torna»
Helmut Berger, la rabbia della moglie: «Voglio la verità sulla sua morte, qualcosa non torna»
Venerdì 19 Maggio 2023, 19:38 - Ultimo agg. 21 Maggio, 16:35
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«Sono sconvolta da questa tragica notizia. Ma voglio chiarezza sulla morte di mio marito e su tutto l'ultimo periodo della sua vita in Austria. Troppe cose non tornano, e ancora adesso, dopo 48 ore dalla sua morte, non è chiaro quale sia stata la causa». A parlare al telefono con l'Adnkronos è la scrittrice, sceneggiatrice e regista Francesca Guidato Berger, moglie di Helmut Berger, venuto a mancare due giorni fa in Austria a pochi giorni dal suo 79mo compleanno.

La voce della donna, che sposò l'attore nel 1994 e da cui si separò nel 2007 senza tuttavia mai divorziare, trema frenata dall'emozione, ma il tono è quello risoluto di chi vuole verità: «C'è stato molto ostruzionismo per tenermi lontana da lui - tuona la Berger- nonostante Helmut avesse dichiarato ai media più volte che voleva fossi io a prendermi cura di lui nella sua vecchiaia, negli ultimi tempi però non riuscivo nemmeno a parlarci».

Le perplessità non sono figlie degli ultimi episodi, ma sono nate già qualche tempo fa: «Sono cominciate un anno fa - spiega la donna - Le comunicazioni tra me e mio marito avevano cominciato a diradarsi, lui era circondato da un entourage che non mi piaceva, che non mi rassicurava.

Intorno a lui, percepivo un giro di gente non buono. Penso che l'abbiano gestito male. Non so dire cosa sia successo, ma è bene accertarlo». «I messaggi erano strani, a volte c'era di mezzo un'altra persona che parlava per lui, lui non è mai stato un uomo molto tecnologico - scandisce la moglie dell'attore - Io ho vissuto con lui in simbiosi per una vita. Non ho bisogno di molte parole per capire quello che gli accadeva».

La cosa che più angoscia e insospettisce Francesca Berger è il silenzio che circonda le cause della morte del marito, definite «inaspettate» dal manager che ne ha dato l'annuncio. «Ancora oggi, dopo due giorni, non si riesce a capire di cosa sia morto. Non è normale, no? Quest'oggi mi hanno riferito che è morto alle 4 del mattino in casa, ma questo non mi basta». Francesca Berger vuole vederci chiaro, e giura che andrà fino in fondo. «C'è qualcosa che non mi torna e invocherò con tutti i mezzi possibili le autorità giudiziarie austriache affinché indaghino per accertarne le reali cause della morte, le circostanze e come abbia vissuto lui questi ultimi mesi». A tal proposito, fa sapere all'Adnkronos, «ho già contattato il consolato e le ambasciate austriache e italiane. A loro, chiedo giustizia e chiarezza sulle circostanze».

 

L'attore è morto a Salisburgo e «ho chiesto di andare a dargli l'ultimo saluto ma non è stato possibile. Mi sto comunque organizzando per andare a Salisburgo. Chiedo verità, controlli, accertamenti da parte delle autorità giudiziarie», rincara la donna. Che regala all'Adnkronos un ritratto del rapporto con Helmut Berger, attore, modello, interprete iconico grazie al ruolo di Alberto ne 'Il giardino dei Finzi-Contini' e a quello di Martin von Essenbeck ne 'La caduta degli dei', e amato da Luchino Visconti. «Siamo stati molto animaleschi, molto istintivi - ricorda Francesca Guidato - Lui viaggiava molto ma sapevamo sempre le cose l'uno dell'altro. Le sentivamo. Lui diceva sempre 'l'unica che mi trova sempre anche se non sa dove sono è leì ». Infine, un ricordo fra tanti che dipinge il loro rapporto: «Il momento più bello che mi viene in mente è del giorno che ci siamo sposati in Chiesa. Helmut non aveva capito che il sacerdote ancora non ci aveva sposato, mi ha preso dalla vita nonostante il pesantissimo abito incastonato che indossavo, mi ha fatto saltare in aria dicendo con il suo accento 'Finalmente, Francesca!'. Fu un momento indimenticabile».

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