«L’Immortale» al cinema dal 5 dicembre, ecco il primo trailer: non sarà spin off della serie

Marco D'Amore è L'Immortale
Marco D'Amore è L'Immortale
di Gennaro Morra
Domenica 13 Ottobre 2019, 09:24 - Ultimo agg. 15:01
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Nelle sale cinematografiche approderà il prossimo 5 dicembre, ma i fan della serie “Gomorra”, nonché di uno dei suoi personaggi principali, quel Ciro Di Marzio uscito di scena alla fine della terza stagione, sono in trepida attesa già da tempo. Infatti, fin dalla diffusione della notizia che sull’Immortale si sarebbe girato un film, intorno al progetto s’è creata da subito grande curiosità, almeno per tre motivi: la regia, firmata da Marco D’Amore, che è anche l’interprete del protagonista; il fatto che la pellicola sarà un presequel della serie e racconterà l’infanzia e la gioventù di quello che diventerà uno spietato boss della camorra di Secondigliano; l’annuncio che la storia svelerà importanti elementi per capire gli sviluppi della fiction, che nel 2020 vivrà su Sky Atlantic la quinta e forse ultima stagione

Per questo girare “L’Immortale” è stata un’esperienza molto importante soprattutto per Marco D’Amore, che dopo aver diretto due episodi della quarta stagione di “Gomorra”, è tornato a vestire i panni del regista, oltre a quelli del giovane Ciro Di Marzio. E infatti dopo l’ultimo ciak aveva raccontato di essersi commosso: «"It's a wrap! Fine lavorazione!", grida forte Lorenzo, il mio aiuto regia. Siamo in un enorme slargo. Si fa prima un silenzio surreale intorno, poi parte un applauso deciso che cresce e che si fa potente, interminabile – scriveva l’attore e regista napoletano lo scorso luglio in un post pubblicato su Facebook –. Mi sbattono le tempie, ho gli occhi lucidi, guardo tutti come in un rallenty venirmi incontro per abbracciarmi. Penso alla mia mamma e ai suoi sacrifici, penso alle mie partenze e i pochi ritorni, penso ai sogni, quelli infranti e quelli che ancora inseguo. Penso agli uomini e alle donne e ai miracoli di cui sono capaci. Tutto mi passa davanti velocissimo. Poi Matteo mi scuote: "Marco abbiamo finito, ti giuro io non piango mai, ma guardami!". Ora è tutto più nitido intorno. Parlo poco, solo due parole sincere di ringraziamento. Sono tutti davanti a me. Dico che il mio cognome è la mia croce e la mia delizia e che se sono lì è solo una questione d'Amore. Si vedrà tutto in questo film. Tutto. Tutto l'amore che ci abbiamo buttato dentro senza risparmiarci. Il 12 Dicembre in sala questo si andrà a fare. L'amore col Cinema. Qualcuno ride, altri mi guardano e annuiscono. Ma io sono sincero, lo penso davvero. Poi mi giro e torno verso il campo base. Il mio primo film. Ho finito il mio primo film, mi ripeto a mezza voce. Continuo a camminare lento e senza che nessuno mi veda, piango».

Il film inizia il 23 novembre 1980, la sera in cui la Campania è sconvolta da un terribile terremoto. Ciro ha appena 21 giorni e viene salvato, rimasto miracolosamente illeso, dalle macerie del suo palazzo. Unico sopravvissuto della sua famiglia, ecco il motivo del suo soprannome, cresce in una Napoli allo sbando, dove la camorra è sempre più padrona della città e recluta giovani e giovanissimi da impiegare nel nuovo business della droga. Così ritroviamo Ciro a 11 anni, interpretato da Giuseppe Aiello, che vive di espedienti ed è facile preda delle tentazioni della malavita. Comincia da qui la sua carriera criminale, che lo porterà a essere uno dei protagonisti della faida tra i clan che nell’area nord si contenderanno il controllo del territorio.
 
Più che uno spin off della serie, “L’Immortale” viene presentato dai produttori e dallo stesso regista, che ha curato anche la sceneggiatura insieme a Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Francesco Ghiaccio, la stessa squadra che ha lavorato alla saga di “Gomorra”, come un ponte tra la quarta e la quinta stagione: «L’Immortale non sarà solo un film ma anche un nuovo capitolo, totalmente integrato, di Gomorra, la serie originale Sky prodotta da Cattleya – si legge sul sito della pay tv –. Per la prima volta in assoluto nella storia della serialità, un progetto crossmediale propone un film come segmento nel racconto tra due stagioni di una serie».
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