Oscar 2019, Green Book è il miglior film: premiati Rami Malek e Olivia Colman

Oscar 2019, diretta: Green Book miglior film, Rami Malek miglior attore
Oscar 2019, diretta: Green Book miglior film, Rami Malek miglior attore
di Titta Fiore
Lunedì 25 Febbraio 2019, 00:31 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 21:53
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LOS ANGELES - Comincia nel segno dei Queen la Notte più importante di Hollywood. La band di Roger Taylor con Adam Lambert fa ballare e cantare il Dolby Theatre sulle note di «We will rock you» e «We are champions»: è un omaggio al successo planetario di «Bohemian Rhapsody» e l'indicatore che il biopic su Freddie Mercury non passerà inosservato nelle scelte dell'Academy.

Il miglior film è «Green Book», diretto da Peter Farrelly, sulla storia vera dell'amicizia tra l'italoamericano Tony Lip e il musicista di colore Don Shirley in viaggio nell'America razzista degli anni Sessanta. «Amore per l'altro e a dispetto delle differenze» esulta il regista, «ecco il messaggio del film». A segno anche le altre nomination: per la sceneggiatura (scritta da Nick Vallelonga, figlio del personaggio protagonista interpretato da Viggo Mortensen, dallo stesso Farrelly e da Brian Hayes Currie) e per l'attore non protagonista, Mahershala Ali.

 


Alfonso Cuaròn è il trionfatore della serata: «Roma», la storia, in parte autobiografica, di una famiglia messicana e della loro domestica, prodotta dalla piattaforma digitale Netflix, porta a casa l'Oscar per la migliore regia, quello per il film straniero e per la fotografia, firmata dallo stesso regista in un raffinato bianco e nero. «Siamo tutti parte della stessa emozione e dello stesso oceano», ha detto Cuaròn. È la prima volta che un film non destinato alle sale, ma allo streaming, si impone agli Oscar: la vittoria di «Roma», che si era già aggiudicato il Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia, segna una svolta importante nel'industria dell'audiovisivo, aprendo nuove strade ai sistemi di distribuzione. Non mancheranno le polemiche.

I temi dell'inclusione, del superamento dei muri, della lotta al razzismo e dei diritti delle minoranze hanno tenuto banco negli interventi di tutti i premiati. Per la sceneggiatura non originale vince «BlakkKlansman», scritto da Spike Lee con Charlie Watchel, David Rabinowitz e Kevin Willmott. Il ringraziamento militante del regista che ha raccontato la storia del primo agente infiltrato nel Ku Klux Klan, e ha reso omaggio alla nonna che era stata una schiava, ha infiammato la platea: «Le elezioni 2020 sono dietro l'angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta d'amore e non di odio».

Scontata la vittoria di Lady Gaga per la migliore canzone: «Shallow», da «A Star is Born», era superfavorita. Lacrime di commozione per la diva che l'ha scritta con Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt e che, poco prima, aveva duettato il brano con Bradley Cooper tra gli applausi del gotha di Hollywood. «Il segreto del successo» ha detto, «è la disciplina e la capacità di rimettersi in gioco, è il numero delle volte che sei in grado di rialzarti dopo le cadute».

 

Rami Malek è il miglior attore per «Bohemian Rhapsody»: nei panni di Freddie Mercury ha  conquistato i botteghini di mezzo mondo e il cuore dei votanti. «Se qualcuno avesse detto al piccolo Rami che sarebbe arrivato fin qui... Il piccolo Rami cercava la sua identità» ha detto. «Abbiamo fatto un film su un uomo gay immigrato. Sono figlio di indiani, americano di prima generazione... Abbiamo bisogno di storie come questa». Il film di Bryan Singer si aggiudica anche le statuette per sonoro, montaggio sonoro e montaggio.

Tra le attrici tutti si aspettavano che vincesse Glenn Close, data per certa anche dai bookmakers per il ruolo della moglie nell'ombra di «The Wife», invece sull'eterna candidata l'ha spuntata Olivia Colman per il film di Yorgos Lanthimos «La favorita».

Quanto agli attori non protagonisti, come s'è detto Mahershala Ali vince per «Green Book»: nella stessa categoria, due anni anni fa, aveva ottenuto la statuetta per «Moonlight». L'attore ha ringraziato la nonna, «la mia vera eroina». La migliore attrice non protagonista, invece, è Regina King per «Se la strada potesse parlare», tratto dal romanzo di James Baldwin: «Io sono l'esempio di quanto l'amore e il sostegno possono fare», ha detto tra le lacrime.

«Black Panther», primo blockbuster di supereroi candidato per il miglior film, si afferma nelle categorie tecniche: scenografia, costumi e colonna sonora (Ludwig Goransson).

Per il film di animazione l'Oscar va a «Spider-Man Un nuovo universo» e in questo premio rientra un po' di Italia perché nel team di disegnatori Marvel c'è Sara Pichelli, di Porto Sant'Elpidio, 36 anni e una grande esperienza nel settore.

«Vice - L'uomo nell'ombra» di Adam McKay, candidato a otto premi, porta a casa solo la statuetta per il miglior trucco e parrucco. Un Oscar anche per «First  Man - Il primo uomo»: per i migliori effetti visivi.

«Free Solo» di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin è il miglior documentario. Il miglior corto d'animazione è «Bao» di Domee Shi, il miglior cortometraggio di animazione è «Period. End of sentence» di Rayka Zehtabchi e Melissa Berton, mentre il premio al cortometraggio va a «Skin» di Guy Nattiv.

Nello spazio dedicato agli artisti del cinema scomparsi durante l'anno anche l'omaggio a Bernardo Bertolucci, che con «L'ultimo imperatore» vinse nove Oscar, Ermanno Olmi e Vittorio Taviani.

Al posto del conduttore Kevin Hart, silurato per via di vecchi tweet omofobi, sul palco si sono avvicendate decine di divi-presentatori. Anche per questo lo show è stato più breve di quasi un'ora (ora si aspetta il responso degli ascolti tv, negli ultimi anni in preoccupante calo).
Nel mare di toilette improbabili, nel tripudio di strascichi, ruches e lustrini di ogni colore, la rarefatta eleganza di Charlize Theron e lo smoking con la gonna dell'attore Billy Porter hanno fatto la differenza.

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