Oscar 2021, Laura Pausini favorita nella notte della ripartenza

Oscar 2021, Laura Pausini favorita nella notte della ripartenza
di Titta Fiore
Domenica 25 Aprile 2021, 09:00 - Ultimo agg. 12:51
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Due sedi, un red carpet «piccolo piccolo», molti collegamenti satellitari e niente feste: comunque vada, sarà un Oscar diverso da tutti gli altri. La pandemia ha rivoluzionato la cornice, i vertici dell'Academy i contenuti. Dopo le polemiche degli anni scorsi per i premi SoWhite, «troppo bianchi», e troppo maschili, le parole d'ordine di quest'anno saranno inclusione, diversità, solidarietà. Le regole adottate dal board hollywoodiano per promuovere il cambiamento non sono ancora entrate in vigore, ma già fanno sentire i loro effetti: se dal 2024, per accedere alla categoria del miglior film, le produzioni dovranno rispondere almeno a due dei quattro standard previsti a tutela di donne, fluidità di genere, minoranze e/o disabili, i premi che saranno assegnati stasera a Los Angeles (diretta a partire dalle 0,15 su Sky Cinema, Sky Uno e Tv8 in chiaro) registrano fin da ora una mutata sensibilità. E di inclusione, diversità, solidarietà parla la canzone di Laura Pausini «Io sì/Seen» dal film di Edoardo Ponti con Sophia Loren «La vita davanti a sé». Scritto da Diane Warren con Niccolò Agliardi e la stessa Laura, il brano è in pole position per la vittoria. Ieri la cantante lo ha registrato per il pre-show in una suggestiva performance sul tetto del nuovo Museo del cinema di Los Angeles disegnato da Renzo Piano, vestita con un benaugurante tailleur dorato in omaggio alla statuetta dell'Oscar e accompagnata al piano dalla veterana Warren, alla sua dodicesima nomination.

I numeri di questa edizione sottolineano che la rivoluzione è in corso. Sono 70 le donne in gara su 76 nomination in 23 categorie e quasi la metà degli attori non sono bianchi. Due le candidate alla regia, Emerald Farrell con «Promising Young Woman» e la superfavorita Chloé Zhao con «Nomadland», già Leone d'oro a Venezia e regina dei Golden Globes, dei Bafta e degli Spirit Awards di Santa Monica, considerati l'anticamera degli Oscar. Nata a Pechino e formata negli Stati Uniti, Zhao potrebbe essere la prima donna a spuntarla nella categoria più prestigiosa del miglior film, facendo così la storia, e la seconda se dovesse vincere per la regia, un risultato raggiunto prima di lei solo da Kathryn Bigelow con «The Hurt Locker» nel 2010. Quanto alla diversità, pronostici e bookmakers scommettono sul sudcoreano «Minari» e sulla sua diva Youn Yuh-jung, e soprattutto su «Judas and the Black Messiah», il primo titolo candidato come miglior film di una produzione all black, e su «Ma Rainey's Black Bottom» con la superlativa coppia formata da Viola Davis e da Chadwick Boseman, qui al suo ultimo ruolo. La vittoria postuma dell'attore, morto di cancro a soli 43 anni, finora data per scontata, potrebbe essere insidiata, però, dalle recenti affermazioni di sir Anthony Hopkins malato di Alzheimer in «The Father» e di Riz Ahmed batterista sordo in «Sound of Metal». Resta più aperta la gara tra le attrici, con Frances McDormand di «Nomadland» tallonata da Carey Mulligan di «Promising Young Woman» e, come s'è detto, da Viola Davis. 

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«Comunque andrà, sarà una notte indimenticabile. Quanti in ansia come me?» si chiede la Pausini su Fb, non nascondendo l'emozione. Ma suo padre Fabrizio ne è sicuro: «Laura vincerà, lo sento, da quando è nata le predico le cose che accadranno, anche con il miracolo della candidatura è andata così» spiega in collegamento streaming con «Los Angeles, Italia», il festival organizzato da Pascal Vicedomini nella settimana che precede l'Oscar nel Chinese Theatre finalmente riaperto al pubblico: «Sarebbe la perla finale di una carriera straordinaria». In gara per l'Italia anche «Pinocchio» di Matteo Garrone, candidato con i costumi di Massimo Cantini Parrini e il trucco e le acconciature di Dalia Colli e Francesco Pegoretti in collaborazione con il mago della prostetica Mark Coulier.

Steven Soderbergh guida il team di organizzatori della serata che si dividerà tra la sede storica del Dolby Theatre e la Union Station, trasformata in uno studio a cielo aperto.

L'emergenza Covid ha ridotto all'osso paillettes e lustrini, ma sul red carpet «piccolo piccolo» della producer Stacey Sher, con soli tre fotografi e reporter selezionati, torneranno gli abiti da gran sera. Hollywood riparte dal glamour dei suoi divi. Tra i presentatori Brad Pitt, Harrison Ford, Zendaya e Halle Berry, una parte di candidati si collegherà via satellite da Londra o da Parigi, dalla Union Station andrà in onda anche uno show sul dietro le quinte del premio. La rete Abc, che negli anni scorsi ha visto calare pericolosamente gli ascolti, incrocia le dita. 

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