Oscar, con i Queen il favorito è «Roma»

Oscar, con i Queen il favorito è «Roma»
di Titta Fiore
Domenica 24 Febbraio 2019, 11:25 - Ultimo agg. 18:18
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Los Angeles. Non sarà la solita Notte degli Oscar. Si dice sempre, ma questa volta le premesse del cambiamento ci sono tutte. Con gli ascolti in calo (l'anno scorso 26 milioni e mezzo contro i 40 e rotti delle edizioni precedenti) e le vestali del politicamente corretto sul piede di guerra, gli organizzatori del galà trasmesso in mondovisione dal Dolby Theatre di Hollywood hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco provando a sparigliare le carte. Quindi, nuova scenografia a onde dorate che qualcuno ha voluto accostare al ciuffo ribelle di Trump. In realtà, l'omaggio è alla filosofia feng shui (niente spigoli e angoli, uguale: buone vibrazioni), come si è affrettato a spiegare, cinguettando in rete, il suo autore David Korins: «Ci sono troppe linee e squadre nella realtà di oggi, per gli Oscar ho disegnato un mondo di inclusione e calore». In ogni caso, lo spettacolo sarà più breve di un'ora, e questa è comunque una buona notizia, le chiacchiere di accompagnamento saranno ridotte al minimo. Rimasta senza conduttore per il forfait del comico Kevin Hart, fatto fuori per via di alcuni vecchi tweet considerati omofobi, l'Academy ha chiamato i Queen ad aprire lo show: toccherà alla leggendaria band, con Adam Lambert, celebrare il successo di «Bohemian Rhapsody», il biopic su Freddie Mercury che ha sbancato i botteghini di mezzo mondo e portato il protagonista Rami Malek a un passo dalla statuetta per il miglior attore. «La loro musica è il miglior invito possibile ad aprire le danze» ha spiegato a «Rolling Stone» il produttore del galà, Glenn Weiss. «Sono brani talmente noti da indurci a pensare che fossero un modo fantastico per aprire la cerimonia distaccandoci dalla tradizione». Tanto ritmo, dunque, con i protagonisti delle canzoni in gara, ma non ci sarà il più atteso, Kendrick Lamar, il primo rapper ad aver ricevuto un premio Pulitzer, candidato per il brano «All the Stars» da «Black Panther». In compenso, la superfavorita Lady Gaga (con «Shallow» da «A Star is Born»), si è fatta tatuare sulla schiena una rosa con gambo e spine che richiama «La vie en rose» cantata all'inizio del film e chissà quali sorprese ci riserverà.

I pronostici danno per favorito «Roma» del messicano Alfonso Cuaròn, in nomination anche tra i film stranieri. L'eventuale doppietta sarebbe da record assoluto, ma a tallonarlo da vicino, nella categoria dei film non in lingua inglese, c'è «Cold War» di Pawel Pawlikoski, già trionfatore degli European Awards. Comunque vada, un vincitore di questa edizione c'è già ed è Netflix, la piattaforma streaming entrata dalla porta principale tra i grandi dell'industria cinematografica, che ha prodotto e supportato tra mille polemiche, e con una campagna pubblicitaria a tappeto, il capolavoro di Cuaròn, portando a casa dieci candidature (a pari merito con «La favorita» di Lanthimos). Tra gli otto titoli in corsa per il premio maggiore, «Roma» dovrà vedersela con «Green Book» di Peter Farrelly, nel mirino per le polemiche su un tweet razzista di uno degli sceneggiatori e per i comportamenti «scostumati» del regista, con «BlackkKlansman» di Spike Lee sul primo infiltrato nel Ku Klux Klan e con «Vice» di Adam McKay, storia dell'ascesa politica di Dick Cheney: nei suoi panni c'è l'irriconoscibile Christian Bale, tra i favoriti nella categoria miglior attore. Tra le attrici, dovrebbe essere la volta buona di Glenn Close con «The Wife» dopo sette tentativi andati a vuoto, ma Olivia Colman nella «Favorita» è comunque una minaccia. Nella regia Cuaròn non dovrebbe avere rivali, nella categoria «non protagonisti» il bravissimo Mahershala Ali di «Green Book» potrebbe vincere una seconda statuetta dopo quella portata a casa per «Moonlight» nel 2017, l'indimenticabile anno dello scambio delle buste. Dopo le proteste per gli Oscar «so white», troppo bianchi, il numero di film con artisti di colore è aumentato un po', ma Spike Lee non si fa illusioni: «Ogni dieci anni ci sono segni di cambiamento, poi tutto è destinato a tornare come prima».

Intorno al Dolby Theatre fervono gli ultimi preparativi: statue giganti dello «zio Oscar», transenne, traffico impazzito, tappeti rossi a volontà. Lo show, trasmesso in diretta dalla Abc, in Italia si vedrà su Sky (dalle 22,30 e per tutta la notte). Per il dopo, è partita la caccia all'invito: Madonna e Beyoncé le padrone di casa più ricercate. A patto di conoscerlo, l'ambito indirizzo, perché ogni volta è diverso e sempre più esclusivo.
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