Ferzan Ozpetek e la scena hot della Mezzogiorno: «Giovanna mi disse: "Non tagliare niente"»

Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi in "Napoli velata"
Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi in "Napoli velata"
Lunedì 18 Dicembre 2017, 18:49 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 14:12
4 Minuti di Lettura

Napoli in versione mistery a cavallo tra realtà e immaginazione, riti magici e trasgressioni sociali, fastose case nobiliari, vicoli che nascondono tesori d'arte. Una donna con i suoi segreti, i suoi traumi, le sue ossessioni. E una realistica scena di sesso, di un'audacia mai vista al cinema, interpretata con convinzione e senza pudori da Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi: Ferzan Ozpetek torna a puntare sulle emozioni forti e fa centro con Napoli velata, il suo nuovo film film atteso in sala il 28 dicembre (con Warner Bros). Nel cast anche Anna Bonaiuto, Lina Sastri, Isabella Ferrari, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Peppe Barra.
 

 


All'insegna di colpi di scena e rivelazioni, Napoli velata prende le mosse dalla notte di eros sfrenato che la protagonista, medico legale, vive con un fascinoso sconosciuto incontrato ad una festa. I due decidono di rivedersi, ma gli eventi precipitano e la vita della donna prende una piega inaspettata, destinata a intrecciarsi con il suo passato. Ozpetek, 58 anni, racconta la sua sfida.


Come le è venuta l'idea?
«Da un incontro avvenuto a Istanbul, a cena dalla mia attrice e amica Serra Yilmaz. C'era un'affascinante anatomo-patologa che si congedò presto perché il mattino dopo, prestissimo, doveva praticare un'autopsia. Ho cominciato a pensare cosa sarebbe successo se sul tavolo settorio avesse trovato qualcuno che conosceva... Questa idea non mi ha lasciato più e il film ha preso corpo».

Di Napoli, una città fin troppo frequentata dal cinema, cosa ha voluto dire di nuovo?
«Ho cercato di esaltare la sua cultura, antica e magica, evitando come la peste gli stereotipi, il folclore, l'effetto cartolina. Ho filmato la Figliata, il rito in cui un uomo partorisce dietro un velo: e proprio il velo, steso su alcuni monumenti e dipinti di Napoli, è la chiave per capire la città. Ci sono cose che preferiamo non vedere con nitidezza».

E cos'è che lei non vuole vedere in questo momento?
«La battaglia che mio fratello sta combattendo contro il tumore. È un dolore enorme che tuttavia ha una sua funzione: alleggerisce la tensione per l'uscita del film. Tengo moltissimo al mio lavoro, ma la vita viene prima».

Cosa l'ha esaltata di più in questa sua nuova avventura?
«Stravolgere il look alle attrici: a Bonaiuto ho messo i capelli bianchi, a Sastri un caschetto biondo, a Ferrari una lunga chioma nera».

È stato difficile convincere Mezzogiorno e Borghi a girare la lunga scena erotica?
«Sul set ho raccomandato ai miei attori: sentitevi liberi, ma non voglio gesti banali. E loro, bravissimi, si sono messi in gioco completamente. Poi, rivedendo la sequenza al montaggio, ho avuto un momento di panico: temevo che Giovanna mi chiedesse di tagliare».

Lo ha fatto?
«No! Anzi, mi ha chiesto di lasciare la scena intatta dal momento che Borghi e lei si erano impegnati tantissimo».

A che tipo di spettatori punta?
«Il tono mistery del film potrebbe allargare ulteriormente il mio pubblico, che da me si aspetta storie di sentimenti. Ma non m'importa se al cinema andranno in tanti o in pochi. L'importante è sempre condividere le emozioni».
È cambiata la sua vita da quando si è unito civilmente con il suo compagno Simone?
«Non direi. Abbiamo messo la firma in municipio per tutelare una serie di diritti pratici, ma niente anelli, fiori o banchetti. Non abbiamo voluto scimmiottare il matrimonio tradizionale».

Cosa pensa dello scandalo delle molestie nel cinema?
«Io non ne ho mai sentito parlare, anche perché non frequento persone del mio ambiente né intellettuali. I miei amici fanno gli impiegati, i dentisti, i giornalai».

Nato a Istanbul, vive a Roma da 40 anni, è cittadino onorario di Lecce e ora si è innamorato di Napoli. Dove si sente a casa?
«A Roma, ma da vecchio voglio vivere a Lecce, che amo tanto, oppure a Napoli, una città di cui ho intercettato l'esplosione culturale.
Ho girato il film nella casa del principe Caracciolo che ospitò le riprese di L'oro di Napoli e Viaggio in Italia. Sono stato fortunato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA