Il Re Leone, doppiatori d'eccezione nel capolavoro Disney. Elisa e Marco Mengoni: «A Hollywood mi sentivo come un bambino nel parco giochi»

Il Re Leone
Il Re Leone
di Paolo Travisi
Venerdì 12 Luglio 2019, 15:57
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L'eterna lotta tra bene e male, in chiave Disney. In fondo tutta la filmografia di Walt Disney ha vissuto su questa opposizione, e non fa differenza Il Re Leone, cartoon del 1994, uno degli ultimi capolavori disneyani in era pre-digitale, che ora rivive nel cosiddetto live action, diretto da Jon Favreau (al cinema dal 21 agosto) e realizzato con tecniche cinematografiche all’avanguardia. Un mix di effetti speciali in cui gli animali si muovono nello scenario mozzafiato della savana africana e parlano tra loro e non si distingue più alcuna differenza tra realtà e finzione. Sembra di assistere ad un documentario della National Geographic in cui leoni, elefanti, iene ed uccelli esotici interpretano una sceneggiatura. Ma veniamo alla storia, per chi ancora non la conoscesse.

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Mufasa è il re della savana, che alleva il figlio, ancora cucciolo, Simba a diventare il suo erede alla guida delle Terre del Branco, con dignità, fierezza e senso di giustizia. Acerrimo nemico del re è suo fratello Scar, astuto leone che vuole il trono e che farà di tutto per osteggiare Mufasa e Simba. Sarà Nala, giovane e coraggiosa leonessa amica d'infanzia di Simba, a riportare equilibrio quando le sorti del regno finiranno nelle mani dei malvagi. La versione italiana de Il Re Leone, può contare sulla voce di attori di professione come Massimo Popolizio, Edoardo Leo e Stefano Fresi, ma soprattutto sulla parola cantata e doppiata di due popstar italiane: Elisa, che presta la voce a Nala adulta e Marco Mengoni, Simba, che ha partecipato alla premiere mondiale a Los Angeles, insieme al cast americano e il regista Jon Favreau. “A Hollywood mi sentivo un bambino, come se fossi in un parco giochi. Ho conosciuto Jon Favreau, una persona incredibile, che mi ha confessato anche una cosa sul film e cioè che ci sono due sequenze di ripresa reale, non computerizzate, ma ancora non ho capito quali sono” ha sottolineato Mengoni alla conferenza stampa romana del film.




Per Elisa che ha già partecipato al doppiaggio di un film Disney, Dumbo, prestare la sua voce è stata una scelta dettata anche dall'amore per la natura. “Questo è uno dei film che abbraccia la naturalezza del rapporto tra animali e la bellezza di mamma Africa. Insieme a Fiamma Izzo, il mio faro nel buio del doppiaggio, abbiamo lavorato su emozioni quali la fierezza delle leonesse e la combattività di Nala, che disobbedisce per cercare una soluzione per il suo branco”. E se nella versione originale la voce, come le parti cantate, appartengono a Beyoncè per Elisa, nessuna pretesa di assomigliare all'originale inglese perché “Beyoncè ha un tono molto basso nel parlato, quindi anche per rispettare la policy Disney, abbiamo lavorato anche sulle note delle parole. E poi io sono già Elisa in Italia, è controproducente inseguire un'altra artista, e poi io amo inserire i falsetti che rappresentano la dolcezza, ho inclinazioni verso la parte grintosa del gospel”.

Per il cantante di Ronciglione, invece la difficoltà nel doppiaggio "è che l’inglese è una lingua più fredda, mentre l’italiano è più romantico, ma non possiamo spostarci molto dall’originale. In questo capolavoro ho dovuto lavorare il doppio, da piccolo erede fiero a fanciulletto spensierato che deve prendere le redini della stiuazione. Abbiamo lavorato sulla fierezza nel finale, mentre nella prima parte ho interpretato me stesso, una sorta di Peter Pan che non vuole invecchiare e prendersi le responsabilità della vita. Invece musicalmente Mamma Africa, è una fonte di ispirazione eterna, che si è diramata nel blues e soul. Ci sono stato, ho fatto un viaggio in Tanzania e posso dire che esiste realmente il mal d’Africa”. Sul versante emotivo, quello cioè di far parte di un cartoon che ha segnato la crescita di molti bambini, per entrambi è stato un viaggio indietro nel tempo.




“Quando è uscito il primo film Re Leone, avevo cinque anni – ha detto Mengoni - poi l’ho rivisto da ragazzino e un po' per tutti, fa parte della crescita”. Elisa invece confessa di averlo rivisto insieme ai suoi figli. “Rivederlo con loro è più profondo, li osservavo invece di guardare il film, per capire come reagivano in alcune scene. Se piangono nei punti dove piangevi tu, è una carta d’identità genetica emotiva, ma devo dire che questi bambini moderni non piangono molto, mi sono preoccupata, pensavo piangessero di più. Io rimasi distrutta dalla morte di Mufasa, i miei no”.

Il rispetto degli animali per il mondo in cui vivono è anche lo spunto per parlare di sostenibilità ambientale, tema caro ad entrambi gli artisti. “Con Atlantico, il mio disco, sostengo nsieme al National Geographic un programma di salvaguardia leoni e mi sono affiancato alla campagna per ripulire l’ambiente da residui da plastica. Voglio salvaguardare il pianeta da noi stessi, è già tardi, ma spero che tra 50 anni i nostri figli potranno vedere leoni ed elefanti nella riserva”. “Chi può, deve avere questo pensiero quotidiano - aggiunge Elisa - nei confronti del consumismo, che è il problema principale, come cittadini non abbiamo avuto aiuto dai governi, ora finalmente c’è maggiore coscienza e diventa evidente la necessità di azioni estreme, per arginare i danni climatici. Io personalmente, uso energia green da pannelli solari sopra la casa, un'auto elettrica e d'estate al posto dell'asciugatrice stendo I panni al sole e canticchio un pò come si faceva una volta. E' importante insegnare ai bambini a non sprecare”.

 
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